Come “decarbonizzare” interi edifici: le proposte di Green Building Council Italia

Partendo da uno strumento di finanza innovativa, passando per l'industrializzazione delle riqualificazioni e la certificazione energetico-ambientali, GBC Italia, in audizione alla Camera, delinea un percorso per la "riqualificazione spinta" su larga scala del parco edilizio italiano.

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Il comparto che potrà contribuire di più alla riduzione dei consumi di energia e delle emissioni è quello edilizio. Bisogna passare dagli interventi sui singoli appartamenti a quelli sugli interi edifici e quartieri per ottenere riduzioni dei consumi del 60-70%.

Si chiama, in gergo, deep renovation. Inoltre va aumentata progressivamente la superficie annualmente riqualificata dall’attuale 1% al 2% della superficie totale, un obiettivo adottato anche del governo tedesco.

Questa la tesi presentata oggi dal Green Building Council Italia (GBC) in audizione alla Camera in merito alla comunicazione della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo in cui si chiede un innalzamento dell’obiettivo di efficienza dal 27 al 40%, con una conseguente riduzione dei consumi termici soprattutto nel settore edilizio.

Per capire l’importanza della posta in gioco sotto vari punti di vista, va ricordato che a marzo l’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC), una rete composta da 400 dei più importanti fondi pensione, gestori di immobili e fondi di investimento che gestiscono beni per un valore di 24mila miliardi di euro, aveva proposto alla Commissione europea di introdurre l’obiettivo dell’azzeramento dei consumi energetici (nearly zero energy) dell’intero parco edilizio del continente entro il 2050. Un target di questo tipo rappresenterebbe, secondo l’IIGCC, un potente stimolo per tutto il mondo immobiliare.

Nel nostro paese le potenzialità di questo mercato della ristrutturazione “spinta” degli edifici, come ha spiegato l’organizzazione GBC Italia, sono enormi vista la presenza di parco edilizio scadente come quello realizzato tra il dopoguerra e gli anni ’70. Ma per rilanciarlo si devono affrontare alcune criticità. Vediamole nello specifico.

1) Adeguamento dei sistemi di incentivazione

Per questo tipo di interventi non sono sufficienti le normali detrazioni fiscali del 65%, più utili per interventi limitati (singoli appartamenti o case mono e bifamiliari). GBC propone invece nuove misure che consentano, senza la necessità di anticipare i capitali necessari, di passare a interventi su interi edifici per ottenere forti riduzioni dei consumi di energia, fino al 70%.

Green Building Council Italia ed Enea hanno elaborato una soluzione che potrebbe applicarsi con efficacia al caso italiano.

Viene prevista la costituzione di un Fondo (costituito da Cassa Depositi e Prestiti, eventualmente in pool con altri Istituti di credito privati) dedicato all’efficienza energetica nell’edilizia privata. I proprietari degli immobili potranno chiedere un finanziamento fino al 90% del costo di investimento a un tasso di interesse possibilmente basso, del 2,5% ad esempio.

La richiesta, corredata da una certificazione tecnico-economica della qualità e della convenienza degli investimenti emessa da un soggetto pubblico competente (ENEA, Università, ecc.), dovrebbe essere inoltrata al Fondo tramite i Comuni (un’idea presentata in una recente audizione dell’Enea, vedi QualEnergia.it, Efficienza energetica e accesso al credito, la proposta ENEA).

Il Fondo recupererà gli incentivi erogati grazie al riconoscimento di un credito di imposta decennale del 65% e, per la parte restante, con un contributo dei proprietari. Quest’ultimo sarà inferiore rispetto ai vantaggi economici derivanti dalla riduzione dei consumi di energia ottenuti. Questo passaggio potrà avvenire attraverso le bollette o anche attraverso la fiscalità locale come avviene nei programmi statunitensi denominati PACE (Property Assessed Clean Energy).

Questo modello – ha spiegato GBC Italia – garantisce benefici per tutti i soggetti coinvolti e supera le problematicità della mancanza dei capitali iniziali, della proprietà frammentata e degli incapienti.

Secondo i calcoli fatti da GBC e da altri, il Bilancio dello Stato non avrebbe alcun impatto negativo da questo strumento. Al contrario vi potrebbero essere dei vantaggi per le casse erariali. Inoltre, attraverso il coordinamento con il vigente sistema di detrazioni fiscali e una sua opportuna rimodulazione, si potrebbe progressivamente ridurre la spesa attuale relativa proprio per l’ecobonus.

Le ricadute occupazionali potrebbero essere notevoli: recupero in tempi brevi di una parte del mezzo milione di posti di lavoro persi dal comparto dell’edilizia durante la crisi.

2) Aumento della produttività ed efficienza del comparto delle costruzioni

Il comparto edilizio dovrà compiere un salto di qualità, aggregandosi, qualificandosi, innovando. Viene citato il Cresme che in suo rapporto ha spiegato che “la produttività delle costruzioni, misurata dividendo l’output del settore a valori costanti per le ore lavorate, non solo resta molto bassa, ma soprattutto peggiora nel tempo. Negli Stati Uniti tra 1964 e 2012, ad esempio, la produttività delle costruzioni diminuisce del 10%, mentre negli altri settori industriali cresce del 200%. I risultati sono simili per altri paesi come Regno Unito, Finlandia, Germania, solo per fare qualche esempio. E naturalmente per l’Italia”.

Ci sono però segnali di una netta inversione di tendenza, per esempio con il passaggio all’industrializzazione delle riqualificazioni. Questo approccio garantisce una drastica riduzione dei tempi e dei costi. GBC racconta dell’esperienza olandese di Energiesprong, nell’ambito di un programma volto a risanare energeticamente 110.000 appartamenti entro il 2020: l’impiego di elementi prefabbricati facilmente installabili consente di eseguire i lavori in edifici di 2-3 piani in meno di dieci giorni, azzerando i consumi di energia con un taglio del 40% dei costi. L’introduzione delle tecnologie digitali, ampiamente utilizzate nell’esperienza olandese, può facilitare l’aumento di produttività.

Per accelerare la formazione di competenze innovative in questo campo sarebbe utile un ruolo attivo del governo. In Francia l’Ademe, l’omologo dell’Enea, ha lanciato specifici bandi per favorire la creazione di gruppi di imprese specializzate nella industrializzazione della riqualificazione delle costruzioni.

3) Le certificazioni energetico-ambientali, strumento per qualificare la trasformazione del comparto dell’edilizia

Terzo aspetto chiave da considerare è la certificazione energetica. Per accompagnare e qualificare la trasformazione del parco edilizio uno strumento molto utile è quello delle certificazioni volontarie validate a livello internazionale, come i protocolli LEED promossi dal Green Building Council che, adottati in 150 paesi su oltre 70.000 edifici, consentono di valutare la sostenibilità ambientale, sociale e sanitaria delle costruzioni, dalla progettazione alla costruzione, dalla scelta dei materiali fino alla gestione degli edifici.

I passaggi richiesti dalla certificazione (progettazione integrata, modellazione energetica e commssioning in particolare, validazione esterna) garantiscono la qualità del progetto e quindi anche i risultati in termini di riduzione dei consumi, un elemento determinante quando si deve accedere ad incentivi per prestazioni spinte.

Anche la normativa italiana ha iniziato a valorizzare questi strumenti. Le certificazioni energetico ambientali vengono citate in alcuni Piani Energetici Regionali, nel Decreto sui Criteri Ambientali Minimi per gli appalti nell’edilizia pubblica varato lo scorso mese di dicembre, nei criteri per aggiudicare le risorse del PON Metro. Il mese scorso al Senato è stata approvata una mozione con la quale si pone all’attenzione del Governo la possibilità di introdurre una premialità del 5% per gli interventi del nuovo Conto Termico accompagnati da certificazioni energetico ambientali.

GBC Italia chiede quindi che lo Stato promuova l’impiego delle certificazioni energetico-ambientali da parte di progettisti, costruttori, produttori di materiali e impianti, gestori degli immobili ed Enti Locali.

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