Il MiSE ha un nuovo volto. Chi è Carlo Calenda e cosa farà sull’energia?

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Renzi ha annunciato il successore della Guidi allo Sviluppo Economico. Calenda, già viceministro nominato da Letta e confermato dall’attuale premier, dopo una brevissima parentesi come diplomatico a Bruxelles si troverà ad affrontare molti temi urgenti in campo energetico.

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L’annuncio di Matteo Renzi è arrivato in diretta televisiva, durante la trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa” di domenica 8 maggio. Il nuovo titolare dello Sviluppo economico sarà Carlo Calenda. Stop quindi al toto-ministro che nelle ultime settimane aveva fatto circolare diversi nomi, in particolare quelli del presidente di Assoelettrica, Chicco Testa,  e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti o di Teresa Bellanova, attuale viceministro al MiSE.

È stato lo stesso premier a spiegare il perché della sua scelta: Calenda conosce molto bene gli ingranaggi del dicastero, essendo stato viceministro del MiSE già con il Governo Letta nel 2013 e poi confermato da Renzi, prima di essere inviato a Bruxelles come rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea.

Quest’ultima è stata una decisione molto criticata, perché Calenda non è un diplomatico in carriera bensì un politico/manager; però la sua parentesi europea è durata pochissimo, appena un mese e mezzo. Nemmeno il tempo di sistemare la sua nuova scrivania (Calenda ha sostituito Stefano Sannino nella sede diplomatica il 21 marzo) che si è materializzato il terremoto politico che di lì a poco avrebbe creato le condizioni per il suo ritorno in via Veneto.

Il 31 marzo, infatti, come sappiamo, si è dimesso il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, travolta dallo scandalo sui favori alle lobby del petrolio in Basilicata. In quegli stessi giorni, Renzi era impegnatissimo a promuovere le ragioni dell’astensionismo al referendum del 17 aprile sulle piattaforme offshore entro le 12 miglia marine. Disinnescata la votazione referendaria, il premier ha preso la decisione forse più “facile”, nel segno della continuità: il ritorno di Calenda al MiSE e sulla poltrona più importante.

Del resto, Renzi a “Che tempo che fa” ha ricordato gli ingredienti che lui ritiene indispensabili per il rilancio economico del nostro Paese: innovazione e investimenti nei mercati esteri. Allora Calenda sembra l’uomo giusto per sostituire Federica Guidi. Classe 1973, figlio dell’economista Fabio Calenda e della regista Cristina Comencini, la sua carriera è decollata nell’ambito imprenditoriale, lavorando in Ferrari e Sky Italia, per poi diventare primo assistente di Luca Cordero di Montezemolo durante la sua presidenza a Confindustria dal 2004 al 2008.

Calenda è stato coordinatore politico dell’associazione Italia Futura, fondata dall’ex presidente della Ferrari; nel 2013 è candidato alle elezioni politiche nella lista di Scelta Civica, senza però essere eletto. Il 2 maggio di quello stesso anno, Enrico Letta lo nomina viceministro dello Sviluppo economico con delega al commercio estero, ruolo in cui sarà poi confermato da Renzi. Nel frattempo, all’inizio del 2015, Calenda era entrato nel Partito Democratico, dichiarando terminato il progetto di Lista Civica.

Come si comporterà Calenda alla guida del MiSE? Dalla sua attività quando era viceministro, sappiamo che ha promosso diverse missioni imprenditoriali italiane all’estero, sostenendo la necessità per le nostre aziende di aprirsi a una dimensione sempre più internazionale (che spesso, però, ha significato favorire l’acquisto/controllo delle imprese italiane da parte di investitori stranieri). Nel campo dell’energia è presumibile che il prossimo ministro rimarrà sulla scia della politica perseguita da Federica Guidi.

Appare difficile ipotizzare un cambio di rotta rilevante sulle questioni di strategia energetica nazionale, che da ormai da parecchi mesi hanno visto un sostanziale blocco degli investimenti nelle fonti rinnovabili, a causa del ritardo accumulato proprio dal MiSE nel definire il decreto con le regole e gli incentivi per le tecnologie pulite diverse dal fotovoltaico.

Sulla scrivania di via Veneto, Calenda troverà alcuni nodi molto complessi da sciogliere in campo energetico: non solo il futuro delle rinnovabili, con l’attenzione ormai rivolta già al periodo 2017-2019, ma anche il ruolo da assegnare alla  ricerca/estrazione degli idrocarburi sul territorio nazionale, più altre questioni aperte come, ad esempio, lo sblocco della filiera del biometano e delle iniziative di efficienza energetica nell’edilizia e nei trasporti.

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