“Bloccare gli investimenti nel carbone”, l’appello del WWF al G7

  • 2 Maggio 2016

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Per limitare l'aumento della temperatura media globale a 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali, è necessario che le economie mondiali adottino modelli energetici liberi dai combustibili fossili. Il raggiungimento di questo obiettivo implica che prima del 2050 il settore dell'elettricità, a livello globale, sia decarbonizzato. Le richieste e il report del WWF.

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Con l’Accordo di Parigi sul clima i Governi si sono pubblicamente impegnati a limitare l’aumento della temperatura media globale a 1.5 °C rispetto ai livelli preindustriali, e comunque ben al di sotto dei 2 °C. In questa strada verso la decarbonizzazione “il carbone è il primo combustibile fossile di cui fare a meno”. Lo ha ricordato il WWF con la pubblicazione dello studio “The incompatibility of high-efficient coal technology with 2 °C scenarios” commissionato all’istituto Ecofys e rivolto particolarmente ai Paesi del G7 in previsione del vertice di maggio.

Per onorare l’impegno assunto a Parigi – spiega l’associazione – è necessario che le economie mondiali operino al più presto il passaggio verso modelli energetici liberi dai combustibili fossili e secondo gli scenari prospettati dall’International Panel on Climate Change (Ipcc), il raggiungimento di questo obiettivo implica che prima del 2050 il settore dell’elettricità, a livello globale, dovrà essere decarbonizzato.

Il carbone è il combustibile a maggiore impatto climatico e ambientale, ma è anche il primo di cui si possa fare a meno in tempi rapidi. Occorre quindi puntare con più decisione verso questa direzione – spiega il WWF – e smettere di investire nello sviluppo di tecnologie volte a migliorare le prestazioni del settore carbonifero. Infatti, nonostante gli operatori del settore del carbone e alcuni governi abbiano presentato la tecnologia HELE (High-Efficient Low-Emission) come una tecnologia non inquinante che, se combinata alla CCS (Carbon Capture and Storage), condurrebbe ad ottenere centrali a carbone a emissioni nulle,  sappiamo che l’applicazione di queste tecnologie non sarebbe comunque sufficiente per mantenere l’aumento della temperatura sotto 1.5 °C.

Come dimostrato chiaramente nel rapporto Ecofys, infatti, il bilancio globale del carbonio e il tempo che ci rimane a disposizione per ridurre le emissioni di gas serra non consentono una semplice sostituzione dei vecchi impianti a carbone con nuove centrali a carbone dotate di questa tecnologia, anche se più efficienti di quelle vecchie.

Il vertice del G7 di Ise-Shima in Giappone, che si terrà dal 26 al 28 maggio prossimi, offrirà l’opportunità alle principali economie avanzate del mondo di dare l’esempio e allineare le proprie politiche agli obiettivi di COP21.

Per questo, ai Paesi del G7, il WWF chiede di:

  • porre immediatamente fine a ogni tipo di finanziamento pubblico volto allo sviluppo tecnologico di nuovi impianti a carbone;
  • applicare rigorosamente l’Oecd sector understanding on export credits for coal-fired electricity, vale a dire vietare o eliminare gradualmente il sostegno pubblico per le centrali elettriche a carbone a tutti i tipi di sostegno all’esportazione;
  • impegnarsi pubblicamente a eliminare le centrali a carbone nei propri Paesi, in vista dell’obiettivo globale della decarbonizzazione; una strada già intrapresa con successo nel Regno Unito che, a dispetto della sua lunga tradizione nell’industria del carbone, sta procedendo alla chiusura di ben cinque centrali a carbone (su dieci totali) entro il 2016.
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