In California un progetto pilota italiano di smart grid integrata

  • 29 Aprile 2016

Sarà realizzato alla Berkeley University of California il primo progetto di smart-grid integrata che mette in collegamento pannelli solari, inverter, batterie, elettrodomestici e persino gli iPhone. Si punta ad autoconsumo, continuità elettrica in caso di black-out e ad abbassare i costi di picco della domanda. Perché non in Italia?

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Verrà realizzato nell’area universitaria della Berkeley University of California il primo progetto di smart-grid integrata che mette in collegamento pannelli solari, inverter, batterie, elettrodomestici e persino gli iPhone.

Il progetto pilota è stato ideato dell’azienda EoT Energy of Things, creata ad hoc per il mercato americano delle smart grid dalla società trentina Energy srl, nata a sua volta dentro Progetto Manifattura a Rovereto (TN), l’hub della green economy.

Il progetto verrà realizzato per lo studentato di ‘Lions Hall’, un moderno edificio in Durant Avenue a pochi passi dall’alma mater di premi Nobel come Glenn Seaborg (chimica) e Steven Chu (fisica).

Hudson McDonald, il noto manager di proprietà immobiliari californiano, ha scelto il modello smart proposto da EoT-Energy ot Things per aumentare i risparmi energetici sulle sue proprietà. L’obiettivo è creare un edificio “punta di diamante”, per testare le performance e replicarle su tutto il portafoglio immobiliare.

“Ha iniziato con Lions Hall per testare i risparmi e si spera possa estenderli al resto delle sue proprietà – spiega Davide Tinazzi, amministratore delegato di EoT, in un comunicato diffuso da Progetto Manifattura – e magari anche estendere la collaborazione con l’Università di Berkley”.

Il progetto

A Lions Hall verrà adottato un sistema smart grid di fotovoltaico più accumulo, su un impianto da 30 kWp, con una capacità di accumulo di 60 kWh. Il sistema dovrebbe far risparmiare circa 11.600 dollari, garantendo fin dal primo anno un ritorno sull’investimento garantito dell’8%, al netto di incentivi o tasse.

Il sistema favorisce l’autoconsumo e garantisce la continuità elettrica in caso di black-out. Inoltre, grazie all’effetto peak shaving (ovvero un abbassamento del valore di picco quando i consumi elettrici sono più alti) con questa soluzione si risparmiano centinaia di dollari.

Questo sistema di smart grid permette inoltre alla rete pubblica di utilizzare le batterie del privato, stoccando energia elettrica, quando si verifica un eccesso di produzione o prelevandola durante un momento di picco di domanda.

“I vantaggi di EoT – spiega l’amministratore delegato dell’azienda – hanno attirato l’attenzione per la flessibilità del sistema, la capacità di realizzare mini-smart-grid complesse con pezzi già commercialmente disponibili”.

“La parte di innovazione e dell’ingegnerizzazione dei componenti SW/HW è il nostro valore aggiunto – aggiunge Tinazzi – Il sistema completo può essere consegnato in un unico involucro, tipo container, chiavi in mano e plug & play. Basta quindi girare la chiave e il sistema fa risparmiare migliaia di dollari. Aiutando l’ambiente e la sicurezza energetica. Il nostro sistema infatti permette di evitare collassi e picchi nel sistema, molto comuni in California. Se tutti gli edifici fossero così avremmo già raggiunto oggi gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2050″, conclude Tinazzi.

Perché non in Italia?

“Questa è una vera rivoluzione di sistema, che in Italia potrebbe cambiare decisamente la gestione della rete, grazie al crescente apporto delle rinnovabili”, spiega Tinazzi. Che ha inoltre ribadito che nel nostro Paese serve un cambio di marcia su questi temi.

“Siamo sul mercato californiano – argomenta l’amministratore delegato EoT – perché ha un chiaro assetto normativo, si garantiscono le prestazioni e il governo sostiene le tecnologie smart-grid, con incentivi specifici”.

“In Italia – prosegue – l’assetto normativo lascia sempre spazio ad interpretazioni che permettono l’accesso al mercato anche a prodotti che di smart e innovativo hanno poco, creando confusione tra gli utenti e andando a sporcare il mercato dei sistemi di accumulo con batterie al litio, che è in fase di avvio e che può ridare linfa al mondo delle rinnovabili”.

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