Renzi dagli Usa loda le rinnovabili “ma fossili indispensabili ancora a lungo”

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In visita alla centrale FV + termodinamico + geotermia di Enel in Nevada, il premier mostra il suo orgoglio per il successo italiano nell'energia pulita, ma ricorda che “un mondo che va avanti solo a rinnovabili per il momento è solo un sogno”. Le critiche degli ambientalisti.

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“Le rinnovabili vedono l’Italia tra i leader mondiali e ne siamo orgogliosi. Ma dobbiamo avere consapevolezza che un mondo che va avanti solo a rinnovabili per il momento è solo un sogno. Dobbiamo ridurre la dipendenza dai fossili e le emissioni, come abbiamo fatto negli ultimi 25 anni (in Italia -23% di emissioni CO2). Ma il petrolio e gas naturale serviranno ancora a lungo: non sprecare ciò che abbiamo è il primo comandamento per tutti noi”.

Contengono un chiaro riferimento al referendum del 17 aprile le parole del premier Matteo Renzi, oggi in Nevada accompagnato dagli a.d. di Enel Francesco Starace ed Enel GP Francesco Venturini per visitare “la centrale di energie rinnovabili più innovativa del mondo”, ossia l’impianto ibrido di Stillwater, prima iniziativa di questo tipo al mondo che abbina un parco fotovoltaico da 26,4 MW (realizzato nel 2012), una centrale solare termodinamica da 2 MW (costruita nel 2014) e un polo geotermico a media entalpia da 33 MW.

“Con il CEO Francesco Starace raccogliamo i frutti di un lavoro lungo anni che ha visto l’azienda italiana (ENEL, ndr) diventare una delle principali compagnie del mondo per il geotermico, per il solare fotovoltaico, per il solare termico”, si legge nei pensieri postati da Renzi su Facebook. “Il futuro dell’energia è innanzitutto la tecnologia: investire sulla ricerca, non aver paura del futuro e della scienza. Cose che Enel fa egregiamente, anche a livello globale. Chi teme la ricerca e l’innovazione è destinato a vivere nella paura. E perdere tutte le sfide del domani”, prosegue il presidente del Consiglio.

Dichiarazioni che Greenpeace non lascia passare “impunite”: “Renzi ha una gran faccia tosta a parlare di rinnovabili. Mentre invita gli italiani a disertare un referendum nazionale, schierandosi dalla parte dei petrolieri, non manca di vantarsi dei traguardi di un settore che il suo governo sta invece mettendo in ginocchio”, dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.

“Nel 2012 – continua – in Italia erano entrati in esercizio quasi 150mila nuovi impianti fotovoltaici: nel primo anno dell’era Renzi sono stati appena 722. L’anno scorso nel solo settore eolico si sono persi 4000 posti di lavoro”.

Secondo il rapporto “Rinnovabili nel mirino” recentemente pubblicato dall’associazione, il governo Renzi è riuscito a ostacolare le energie rinnovabili in tutti i modi: cambiando in corsa contratti già sottoscritti con lo “Spalma incentivi”, modificando la tariffa elettrica per frenare il risparmio energetico e finendo per causare un aumento delle nostre bollette, bloccando i piccoli impianti domestici, specialmente quelli fotovoltaici.

Nel frattempo, denuncia Greenpeace, gli incentivi ai combustibili fossili aumentano. Come riporta il Fondo Monetario Internazionale, nel 2014 l’Italia ha regalato alle fonti sporche 13,2 miliardi di dollari, un dato addirittura in crescita rispetto ai 12,8 miliardi del 2013. “In Germania confermano incentivi per le fonti rinnovabili per oltre 23 miliardi, in Italia le penalizziamo con incentivi che non superano gli 11 miliardi”, si sottolinea.

“Renzi – conclude Boraschi – è chiaramente dalla parte delle lobby fossili, non inganni gli italiani. È insopportabile che si faccia vanto persino dei nostri primati sulle rinnovabili, quando ci sono migliaia e migliaia di lavoratori del settore che hanno perso l’impiego a causa delle sue politiche anti-rinnovabili. La verità è che a Renzi le rinnovabili piacciono solo quando si fanno all’estero: in Italia disturbano gli interessi delle lobby fossili”.

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