Uccelli e turbine: l’eolico piace anche alla Royal Society for the Protection of Birds

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Installata presso la sede della britannica Royal Society for the Protection of Birds una grande turbina eolica: "la vera minaccia per l'avifauna è il cambiamento climatico". Sono diversi gli studi che mostrano come l'eolico è relativamente innocuo per i volatili: edifici e traffico molto più pericolosi.

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Raggiunge un’altezza di 100 metri e nel corso di un anno produrrà tanta energia quanta quella consumata da 500 famiglie inglesi. È la turbina eolica installata presso la sede di Sandy (Bedfordshire, Regno Unito) della RSPB (Royal Society for the Protection of Birds), la maggiore organizzazione benefica britannica per la protezione dell’avifauna.

La turbina, realizzata da Enercon (0,8 MW di potenza e 53 m di diametro del rotore) e installata da Ecotricity, consentirà di evitare ogni anno circa 800 tonnellate di emissioni di anidride carbonica, generando una quantità di energia equivalente alla metà dell’elettricità consumata nei 127 siti gestiti da RSPB nel Regno Unito. RSPB ha collaborato per ben tre anni con Ecotricity effettuando ricerche di carattere faunistico e ambientale per determinare la posizione ottimale della turbina eolica. L’energia prodotta verrà consumata da RSPB a prezzo scontato e l’elettricità in eccesso sarà a disposizione di Ecotricity per essere venduta.

Un tema delicato

Ovviamente, l’energia eolica è un tema delicato per un’organizzazione come RSPB, che però più volte in passato si è espressa in favore di questa fonte energetica, sostenendo che sono i cambiamenti climatici a rappresentare la più grande minaccia per gli uccelli e la fauna selvatica. L’organizzazione è stata coinvolta nello sviluppo di centinaia progetti eolici al fine di tenere in considerazione le attività di nidificazione degli uccelli, i flussi migratori e le traiettorie di volo. «In tutto il mondo possiamo  vedere come i cambiamenti climatici stiano già interessando la fauna selvatica e i siti in cui vivono, così come stiano provocando danni alle nostre case e all’economia – ha affermato il direttore delle attività di conservazione di RSPB Martin Harper -. Nel Regno Unito abbiamo un potenziale eolico enorme, sufficiente per soddisfare una porzione significativa, se non tutta, della nostra domanda di elettricità. L’energia eolica è una tecnologia collaudata e affidabile, che riduce le emissioni di gas serra. Ma le turbine devono essere installate in zone in cui siano in sintonia con l’ambiente naturale».

Gli studi sull’impatto dell’eolico sull’avifauna

Da numerose ricerche scientifiche risulta quanto i tassi di mortalità avifaunistica dovuti agli impatti con le turbine eoliche siano molto inferiori rispetto ad altre cause: traffico veicolare, gatti, linee dell’alta tensione e, soprattutto, impatti con le finestre degli edifici. Lo studio “Bird–building collisions in the United States: Estimates of annual mortality and species vulnerability” (in allegato in basso) stima che solo negli Stati Uniti muoiono tra i 365 milioni e i 988 milioni di uccelli ogni anno a causa di collisioni con edifici e case, tanto che diverse città e Stati americani stanno adottato standard di costruzione che promuovano la sicurezza degli uccelli.

La ricerca del WWF “A Climate Risk Report. Bird Species and Climate Change. The Global Status Report” (pdf in allegato in basso), sulla base di più di 200 lavori scientifici, constata gli ingenti impatti dei cambiamenti climatici sull’avifauna in ogni parte del globo, evidenziando come gli scienziati hanno trovato popolazioni in declino fino al 90% o con insuccesso riproduttivo totale e senza precedenti. A causa dei cambiamenti climatici oggi 985 specie di volatili sono in via di estinzione.

L’energia dal vento non fa male neanche alle persone

Uno studio realizzato dal Department of Biological Engineering del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston e pubblicato sulla rivista Journal of Environmental and Occupational Medicine (link in basso) è arrivato alla conclusione che abitare vicino a un impianto eolico non provoca danni alla salute. La ricerca, commissionata da Ewea (European Wind Energy Association) e Canwea (Canadian Wind Energy Association), ha analizzato nella forma di “peer-review” (revisione paritaria) numerosi articoli scientifici e studi epidemiologici condotti in Europa e negli Stati Uniti sugli effetti sulla salute umana del rumore prodotto dalle pale e dalle componenti meccaniche interne alla navicella.

Gli scienziati del MIT hanno appurato che non esiste nessuna correlazione tra le emissioni acustiche delle turbine (inclusi gli infrasuoni e suoni a bassa frequenza) e patologie come stress psicologico, disturbi del sonno o epilessia. La ricerca ha appurato che i disturbi maggiori si verificano nel corso della costruzione degli impianti, ma altre tecnologie (soprattutto legate a petrolio e gas) suscitano maggiori critiche da parte della popolazione coinvolta. Lo studio è stato realizzato da sei co-autori, membri di un team multidisciplinare con competenze in medicina ambientale, epidemiologia, acustica, otorinolaringoiatria, psicologia clinica e salute pubblica.

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