I prezzi dei moduli fotovoltaici continueranno a calare del 10% l’anno

I risultati di uno studio della Oxford University sui modelli di previsione dei costi delle tecnologie estesi anche sul FV. Le tecnologie solari saranno presto competitive con le fonti convenzionali più economiche come il carbone e copriranno già nel 2027 il 20% del fabbisogno energetico mondiale.

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Il costo dei moduli fotovoltaici continuerà a scendere del 10% all’anno, spingendo il solare – sia termico che FV –  a soddisfare entro il 2027 il 20% della domanda mondiale di energia. Calo dei prezzi e penetrazione della tecnologia saranno, quindi, molto più rapidi di quanto previsto da altri studi: lo scenario “Hi-Ren” della International Energy Agency, il più ottimistico sulle rinnovabili tra quelli della IEA, ad esempio, stima che il fotovoltaico arrivi al 2050 a coprire il 16% della domanda elettrica. Questa nuova previsione è di uno nuovo studio (allegato in basso) della Oxford University e pubblicato su Research Policy.

Uno studio su modelli matematici

La ricerca, condotta dai matematici J. Doyne Farmer e François Lafond, in realtà non ha come oggetto principale il FV, ma analizza in generale i modelli utili a prevedere l’evoluzione dei costi delle tecnologie per poi applicarli al solare.

Farmer e Lafond studiano l’evoluzione storica dei costi di 53 diverse tecnologie, basandosi sulla legge di Moore, che spiega come i costi tendano a calare in maniera esponenziale con tassi diversi a seconda della tecnologia. Con il metodo affinato in questo modo ipotizzano un andamento dei costi del FV a partire dai dati storici degli ultimi 33 anni.

Riduzione dei prezzi più rapido delle altre tecnologie

La previsione che ne risulta è, come detto, che il calo dei prezzi dei moduli FV continui a calare ad un tasso annuo del 10%, portando il costo dell’energia prodotta con il sole a scendere molto più in fretta rispetto a quello del kWh da fonti convenzionali.

Come si vede dal grafico qui sotto, il kWh da solare sarà presto più economico di quello da carbone e sicuramente sarà molto più basso di quello generato dalla nuova centrale nucleare britannica che si vorrebbe costruire a Hinkley Point.

Hinkley Point C ancora in forse

Come abbiamo più volte scritto, pur di far costruire il nuovo reattore nucleare, il governo di Londra ha garantito al progetto un incentivo altissimo: per 35 anni l’energia prodotta verrà pagata ad uno strike price di 92,5 sterline a MWh (prezzo 2012), cioè circa il doppio del valore di mercato attuale. Eppure al momento il progetto di Hinkley Point C resta ancora in forse: è di queste ore la notizia che la decisione di investimento di EDF, attesa per oggi, non sarà presa prima di metà febbraio.

Il solare abbinato agli accumuli – ricordiamo per inciso – fornirebbe la stessa quantità di elettricità della centrale nucleare Epr da 3.200 MW con la metà dei sussidi, stanno ai conti fatti da un’associazione dell’industria fotovoltaica britannica.

Lo studio “How predictable is technological progress?”, di J. Doyne Farmer e François Lafond (pdf)

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