Emissioni auto, controlli e omologazione: presentata la riforma delle regole UE

La Commissione Europea ha presentato la sua proposta per la riforma delle norme sull'omologazione e la vigilanza del mercato dei veicoli a motore. Si cercano di correggere i grandi difetti del sistema attuale, ma per qualcuno le nuove regole sono troppo morbide.

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A valle dello scandalo Dieselgate, continua il cammino dell’UE verso norme più stringenti sulle emissioni delle auto. Oggi la Commissione ha presentato la sua proposta per la riforma del quadro di omologazione UE.

In base all’attuale normativa è responsabilità esclusiva delle autorità nazionali certificare che un veicolo soddisfi tutti i requisiti per l’immissione sul mercato e sorvegliare che i costruttori ottemperino alla legislazione dell’UE. Il nuovo progetto di regolamento mantiene il principio del riconoscimento reciproco ma cerca di correggere i molti difetti del sistema attuale.

Prove più indipendenti e test più affidabili

Le proposte odierne – informa una nota dell’esecutivo europeo – renderanno più indipendenti le prove sui veicoli e aumenteranno il controllo sui veicoli già in circolazione. Una maggiore sorveglianza da parte dell’UE rafforzerà l’intero sistema.

La Commissione aveva già avviato una revisione del quadro di omologazione UE per i veicoli a motore prima che trapelassero le rivelazioni inerenti a Volkswagen, ma in seguito all’episodio ha riconosciuto la necessità di una riforma più incisiva intesa a prevenire ulteriori casi di non conformità.

Su queste pagine avevamo parlato spesso dell’inadeguatezza dei test sulle emissioni auto. La proposta odierna di regolamento vorrebbe introdurre controlli delle emissione più affidabili, tramite prove sulle emissioni misurate in condizioni di guida reali. Anche se, come abbiamo scritto, le intenzioni iniziali sono state sensibilmente annacquate nell’iter che ha portato a questo punto.

I tre obiettivi della riforma

La proposta di regolamento – spiega la nota ufficiale – persegue tre obiettivi:

  • aumentare l’indipendenza e la qualità delle prove per l’immissione dei veicoli sul mercato. La Commissione propone di modificare il sistema di remunerazione per evitare legami finanziari tra servizi tecnici e costruttori che potrebbero determinare conflitti di interessi e compromettere l’indipendenza dei controlli. La proposta prevede anche criteri di prestazione più rigorosi per tali servizi tecnici, i quali dovrebbero essere sottoposti a audit periodici indipendenti per l’ottenimento e il mantenimento della designazione. Le autorità nazionali di omologazione saranno oggetto di valutazioni inter pares al fine di garantire che le norme pertinenti siano attuate e applicate rigorosamente in tutta l’UE;
  • introdurre un efficace sistema di vigilanza del mercato per verificare la conformità dei veicoli già in circolazione. Mentre le norme vigenti si occupano principalmente di controlli ex ante, in futuro gli Stati membri e la Commissione effettueranno verifiche a campione sui veicoli già presenti sul mercato.
  • rafforzare il sistema di omologazione con una maggiore sorveglianza da parte dell’UE. La Commissione avrà il potere di sospendere, limitare o ritirare la designazione di servizi tecnici scarsamente efficienti e troppo negligenti nell’applicazione delle norme. In futuro la Commissione sarà in grado di effettuare prove di verifica ex post (tramite il Centro comune di ricerca) e, se necessario, avviare procedure di richiamo. Permettendo alla Commissione di imporre sanzioni pecuniarie, la proposta mira a dissuadere i costruttori poco corretti e i servizi tecnici scarsamente efficienti dall’immettere o ammettere sul mercato veicoli non conformi. La Commissione presiederà inoltre un forum sull’applicazione che definirà insieme agli Stati membri strategie comuni per la verifica della conformità e organizzerà audit congiunti dei servizi tecnici e valutazioni inter pares delle autorità di omologazione.

Niente trucchi e test in condizioni reali

Nella proposta della Commissione l’attuale divieto d’uso di impianti di manipolazione, che le autorità nazionali hanno l’obbligo di monitorare e far rispettare, viene non solo perpetuato, ma inasprito ulteriormente. In base al progetto di regolamento, il costruttore dovrà fornire l’accesso ai protocolli software del veicolo.

Questa misura integra il pacchetto sulle emissioni in condizioni di guida reali, che ostacolerà l’elusione dei requisiti in tema di emissioni e prevede l’obbligo per i costruttori di rendere pubblica la propria strategia di riduzione delle emissioni, come avviene negli Stati Uniti.

Le prossime tappe

Il progetto di regolamento sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per l’adozione. Una volta adottato, sarà direttamente applicabile. Esso abrogherà e sostituirà la direttiva 2007/46/CE.

Il 2 febbraio il Parlamento europeo voterà sulla proposta di revisione dell’RDE (Real-world Driving Emissions), il pacchetto sulle emissioni in condizioni di guida reali.

Le critiche di Legambiente

Sul tema interviene anche Legambiente con un comunicato, in particolare sulla proposta di revisione dell’RDE (Real-world Driving Emissions) avanzata dal Comitato tecnico dei veicoli a motore (CMTV), che permetterebbe di aumentare gli attuali limiti di emissioni inquinanti degli autoveicoli diesel, stabiliti della legge europea.

In vista del voto, come detto previsto per il 2 febbraio, l’associazione lancia un appello agli europarlamentari affinché respingano tale revisione.

Legambiente denuncia infatti il “trucco” normativo che il CMTV ha presentato al giudizio del Parlamento europeo: vengono concesse difformità nelle prove che aumentano in modo significativo le emissioni di NOx per le auto diesel in condizioni di guida reali rispetto a quanto stabilito nel diritto dell’Unione europea nel 2007, del 110% dal 2017 e del 50% a partire dal 2020. Un modo per autorizzare l’incremento di emissioni dai diesel. “Negli Stati Uniti i diesel illegali sono oggetto di diffide e sanzioni, in Europa di sanatorie e condoni”, si denuncia.

Per altre informazioni, dal sito della Commissione:

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