Pompe calore geotermiche, in arrivo decreto per semplificazione autorizzativa

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Un decreto stabilirà i casi in cui si dovrà applicare la procedura abilitativa semplificata e le prescrizioni per l'installazione di impianti geotermici a bassa entalpia. Il timore degli operatori è di ritrovarsi, invece, con disposizioni che rendano più complessa la loro realizzazione.

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Sono passati sette anni dal decreto legge 99/2009, ma per il Governo ancora non è chiaro come fare richiesta di autorizzazione per installare un impianto geotermico a bassa entalpia.

Stiamo parlando di un impianto di climatizzazione degli edifici che può sostituire completamente un sistema tradizionale, sfruttando lo scambio termico con il sottosuolo superficiale, per mezzo di una pompa di calore, utilizzando fluidi estratti dal sottosuolo con una temperatura inferiore a 90 °C, grazie ad una sonda verticale o con collettori orizzontali (QualEnergia.it, Pompa di calore geotermica, quando e quanto conviene?).

Ora sembrerebbe che il MiSE stia predisponendo in tempi brevi uno schema di decreto, così come indicato dal decreto legislativo n. 28 del 2011, che andrà a stabilire i casi in cui si applica la procedura abilitativa semplificata e le prescrizioni per la posa in opera di questi impianti. A tal fine il Ministro dello Sviluppo Economico ha istituito un gruppo di lavoro che ha delineato un testo base con i principi per tale decreto.

È quanto ha dichiarato il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, lo scorso 12 gennaio 2016 in merito all’interrogazione n. 3-01653 del senatore del Pd Francesco Scalia e di altri, risalente al 12 febbraio 2015, proprio sugli impianti di produzione di calore da risorse geotermiche.

Affinché si possa rispondere ai più alti standard tecnologici esistenti – ha detto il sottosegretario – si è esaminata nel dettaglio la rispondenza, rispetto alle finalità del decreto, della normativa tecnica elaborata dall’UNI, l’Ente italiano di normazione, (vedi sotto) nella quale, in particolare, vengono definiti i criteri per l’installazione, il dimensionamento e la progettazione dei sistemi geotermici a pompa di calore oltre che i requisiti ambientali.

  • UNI 11466:2012 – Sistemi geotermici a pompa di calore: Requisiti per il dimensionamento e la progettazione.
  • UNI 11467:2012 – Sistemi geotermici a pompa di calore: Requisiti per l’installazione
  • UNI 11468:2012 – Sistemi geotermici a pompa di calore: Aspetti ambientali
  • UNI 11517:2013 – Sistemi geotermici a pompa di calore: Requisiti per la qualificazione delle imprese che realizzano scambiatori geotermici
  • UNITS 11487:2013 – Sistemi geotermici a pompa di calore: Requisiti per l’installazione di impianti ad espansione diretta

Il prossimo decreto costituirebbe, secondo il sottosegretario, un’occasione per procedere al riordino normativo sugli impianti geotermici a bassa entalpia e ciò richiederà anche un confronto con i provvedimenti già emanati in materia dalle Regioni.

Molti operatori tuttavia auspicano che questo prossimo provvedimento non renda invece più complicato l’iter autorizzativo, come spesso accade in Italia quando si va a mettere mano a certe normative. In effetti già ora per gli impianti a circuito chiuso (quelli che non vanno a incidere sulla falda) la procedura autorizzativa è affidata ad una semplice Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).

Secondo alcune stime, una pompa di calore geotermica da 10 kW, adatta a soddisfare il riscaldamento invernale di un appartamento di 120 metri quadri a Milano, consente un risparmio annuo dei costi del 40% rispetto al gas metano, del 50% rispetto al Gpl, del 66% rispetto al gasolio. Maggiore è la convenienza se l’impianto viene utilizzano anche per il condizionamento estivo. I costi sono sicuramente più elevati, ma si potrà usufruire anche quest’anno della detrazione fiscale del 65% e ovviamente anche il conto termico (è utilizzabile a livello domestico anche la tariffa D1).

Secondo i dati dell’European Environment Agency (EEA), nel 2013 le pompe di calore hanno prodotto nei 28 Paesi dell’UE una energia pari a 7,40 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (MTep), pari a circa il 9% del contributo totale per riscaldamento e raffrescamento delle fonti rinnovabili. La crescita annuale media dell’energia prodotta dalle pompe di calore tra il 2005 e il 2013 nell’EU-28 è stata del 16%. Germania, Francia, Svizzera e Svezia sono i mercati più importanti in Europa. Molto maturo anche il mercato nord americano. Nell’area Asia-Pacifico il mercato delle pompe di calore geotermiche crescerà notevolmente nei prossimi anni, soprattutto in Cina.

Si stima che nel mondo siano installate oltre un milione di pompe di calore geotermico a bassa entalpia, per oltre 13 GW di potenza. Forse, ma il dato non è certo, in Italia ce ne sarebbero operative quasi 15mila, per il fabbisogno di circa 50mila nuclei familiari.

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