Il crollo del barile non ferma le rinnovabili: altro record nel 2015

Nonostante il calo dei prezzi di petrolio, gas e carbone e altri fattori rallentanti, nel 2015 le fonti energetiche rinnovabili hanno fatto registrare un nuovo record: quasi 329 miliardi di dollari di investimenti. Metà della nuova potenza elettrica mondiale è venuta da eolico e fotovoltaico. I nuovi dati di Bloomberg New Energy Finance.

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Il crollo del prezzo del barile e i cali delle altre commodity fossili non hanno fermato l’avanzata delle rinnovabili. Nel 2015 gli investimenti in fonti pulite hanno fatto registrare un nuovo record con metà della nuova potenza elettrica mondiale è venuta eolico e fotovoltaico. A mostralo sono i nuovi dati diffusi da Bloomberg New Energy Finance (BNEF) nel suo report sul 2015.

Nell’anno da poco concluso nei settori delle rinnovabili si sono investiti 328,9 miliardi di dollari, registrando una crescita del 4% rispetto ai 315,9 miliardi di dollari del 2014, che significa il superamento del record precedente, stabilito nel 2011 con circa 318 miliardi di dollari (vedi grafico).

Oltre il crollo dei prezzi delle fossili e altri ostacoli

Nel 2015 gli investimenti in fonti rinnovabili sono stati 6 volte quelli del 2004 è la crescita è continuata nonostante 4 fattori che l’hanno frenata: il crollo dei prezzi delle energie fossili, la riduzione dei costi del fotovoltaico, che fa scendere gli investimenti a parità di installato, la ripresa del dollaro e il rallentamento dell’economia europea.

Secondo il presidente di Bnef, Michael Liebreich, è “una risposta netta” a tutti coloro che si aspettavano che gli investimenti nel settore avrebbero subito una battuta d’arresto di fronte a una maggiore convenienza dei combustibili fossili. Nei 18 mesi precedenti alla fine del 2015, si fa notare, il prezzo del barile di petrolio sul Brent è sceso del 67%, quello del carbone sull’hub dell’Europa nord occidentale, del 35%, quello del gas naturale sull’Henry Hub, negli Usa, è calato del 48%.

Le rinnovabili d’altra parte – spiega Liebreich – hanno dalla loro vari punti di forza: sono sempre più competitive, e scelte ora anche in molti paesi di sviluppo perché si possono rendere operative in tempi molto rapidi e riducono l’esposizione di queste nazioni alla volatilità dei prezzi delle fossili. “È molto difficile che queste tendenze si invertano, anche alla luce dell’accordo sul clima raggiunto a dicembre a Parigi.”

La nuova potenza da eolico e fotovoltaico

Nel 2015 le fonti pulite hanno fatto segnare un nuovo record anche in termini di potenza installata. Sia l’eolico che il FV nel 2015 sono cresciuti del 30% rispetto al 2014: 64 GW di nuova potenza da eolico e 57 GW da fotovoltaico. Assieme, con 121 GW di nuovi impianti, solare ed eolico hanno pesato per la metà di tutta la nuova potenza elettrica installata l’anno scorso.

Il grosso degli investimenti in rinnovabili, 199 miliardi di dollari (+4% rispetto al 2014), si legge, è andato a progetti utility scale come parchi eolici e fotovoltaici, impianti a biomassa o waste-to-energy e piccole centrali idro (gli impianti idro superiori ai 50 MW, chiarisce Bnef, non sono inclusi in questa analisi ma sono stimati intorno ai 43 miliardi $ a livello globale).

Da segnalare che smart grid e accumuli utility-scale hanno visto un incremento della spesa dell’11% rispetto al 2014, attestandosi sui 20 miliardi di dollari a livello globale.

In crescita del 12% anche gli investimenti per i progetti di piccola taglia, soprattutto fotovoltaico su tetto, che hanno raggiunto quota 67,4 miliardi di dollari, con il Giappone in testa seguito a stretto giro da Stati Uniti e Cina.

I grandi progetti

Il 2015 ha visto la realizzazione di vari grandi progetti eolici offshore. Nel Mare del Nord: Race Bank 580 MW per un investimento di 2,9 mld $, Galloper 336 MW per 2,3 miliardi di dollari, Veja Mate 402 MW per 2,1 mld$; al largo delle coste cinesi, Longyuan Haian Jiangjiasha e Datang & Jiangsu Binhai, entrambi da 300MW per 850 milioni ciascuno. Mentre per quanto riguarda l’onshore la classifica è guidata dal portfolio da 1,6 GW di Nafin Mexico (la banca di sviluppo nazionale) per un valore totale di circa 2,2 miliardi di dollari.

Tra i grandi progetti nel solare, da segnalare il Silver State South in Nevada, 294 MW di FV per 744 milioni di dollari nel fotovoltaico e Noor in Marocco, 350 MW di solare termodinamico, per 1,8 miliardi di dollari.

Per le biomasse l’investimento più ingente è quello nell’impianto da 330 MW di Klabin Ortiguera in Brasile, con 921 milioni di dollari, mentre nel geotermico c’è il progetto Guris Efeler in Turchia (170 MW per 717 mln $).

I mercati nel mondo

Guardando ai vari mercati, la Cina si conferma in testa in quanto a investimenti, con 110 miliardi di dollari (+17% rispetto al 2014), seguita dagli Usa con 56 miliardi di dollari (+8%).

In controtendenza l’Europa (grafico sotto) che ha visto un calo del 18% rispetto all’anno precedente con una spesa di 58,5 miliardi di dollari, la cifra più bassa dal 2006. Unica eccezione al crollo generalizzato (Germania -42%, Francia -53%) è il mercato britannico, in crescita del 24% con investimenti per 23,4 miliardi di dollari.

Anche il Brasile ha la quota di investimenti in calo del 10%, mentre in India la spesa per le rinnovabili è salita del 23%. Sempre più importanti i nuovi mercati come Messico (+116%), Cile, Sudafrica e Marocco che hanno investito cumulativamente diverse decine di miliardi di dollari.

Africa e Medioriente, conclude Bnef, sono le due regioni con un grande potenziale per lo sviluppo delle energie pulite: nel 2015 insieme hanno totalizzato 13,4 miliardi di dollari, +54% rispetto al 2014, grazie alla combinazione di una forte crescita demografica (e della relativa domanda di elettricità) e della grande disponibilità di sole e vento.

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