Trivelle: il Governo salva il progetto Ombrina Mare?

  • 7 Gennaio 2016

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Il Governo, sospendendo la concessione al progetto Ombrina Mare prima dell'entrata in vigore della legge di Stabilità 2016, lo salva dal limite delle 12 miglia appena reintrodotto, denuncia il Coordinamento No-Triv. All'ultimo minuto anche un altro permesso salvato dal limite. In arrivo la diffida al MiSE per chiedere chiarezza.

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Con la Legge di Stabilità 2016, è stato reintrodotto il divieto di esercitare attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle zone di mare poste entro 12 miglia dalle linee di costa lungo l’intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, facendo salvi i titoli già rilasciati “per la durata di vita utile del giacimento”.

Governo e Parlamento hanno impedito, bocciando un subemendamento No Triv, che fosse espressamente previsto il rigetto delle istanze per ricerca o coltivazione che interferivano con le aree interdette. In realtà con le modifiche normative introdotte nella Legge di Stabilità 2016, il Governo “ha eluso il referendum No Triv e raggirato le Regioni“. La denuncia arriva dal Coordinamento No Triv che accusa l’esecutivo di voler salvare, con un escamotage, il controverso progetto ‘Ombrina Mare’, la piattaforma che si vorrebbe realizzare davanti alla costa abruzzese.

Prorogata la sospensione del permesso di ricerca a Ombrina Mare

“La tesi sostenuta fin da principio dal Coordinamento Nazionale No Triv – afferma Enzo Di Salvatore autore dei quesiti del Referendum – trova immediato riscontro 24 ore prima della prima dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Idrocarburi (BUIG) del 31/12/2015, del decreto n. 175 del 22 dicembre 2015, con cui il Ministero dello Sviluppo Economico proroga la sospensione del permesso di ricerca «B.R269.GC», noto come Ombrina Mare, della Società Rockhopper Italia S.p.A.” (vedi allegato in basso, ndr).

Nel Bollettino, a pag. 10, si legge infatti quanto segue: “La sospensione del decorso temporale del permesso di ricerca “B.R269.GC”, di cui è titolare la società ROCKHOPPER ITALIA S.p.A. (c.f. n. 08344911006), con sede in Roma, via Cornelia, 498 (c.a.p. 00166), è PROROGATA a decorrere dal 1° gennaio 2016 e fino alla data dell’eventuale conferimento della concessione di coltivazione di idrocarburi a mare di cui all’istanza “d 30 B.C-.MD” e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2016».

Progetto messo in sicurezza dal limite delle 12 miglia

“Il Governo quindi – prosegue Di Salvatore – ha messo in sicurezza il titolo di ricerca, sospendendone il decorso temporale e scongiurandone l’originaria scadenza fissata al 31 dicembre 2015, senza escludere il rilascio della concessione di coltivazione, che potrà avvenire comunque non oltre il 31 dicembre 2016″.

“Il ricorso al TAR Lazio da parte della Rockhopper Exploration non ci sorprende – conclude Di Salvatore – del resto la scelta della compagnia scaturisce dall’inerzia del MiSE che non ha né accolto né rigettato l’istanza, ma sospeso incomprensibilmente il permesso di ricerca – che è cosa diversa dal rilasciare un’ulteriore proroga – e, più a monte, dal non aver voluto tener conto in Conferenza Servizi dell’approvazione della Legge della Regione Abruzzo che vieta ogni attività petrolifera nella fascia delle 12 miglia marine dalle linee di costa e dalle aree protette.”

In arrivo una diffida per ottenere chiarezza

“Risultano smentite come da nostre previsioni – afferma Enrico Gagliano, esperto di questioni energetiche del Coordinamento nazionale No Triv – le dichiarazioni rese dal Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, nel corso del dibattito che ha preceduto il voto sulla Legge di Stabilità alla Camera, sia le rassicurazioni che il Viceministro Claudio De Vincenti avrebbe fornito ad alcuni Presidenti di Regione.”

Per superare le ambiguità interpretative contenute nelle modifiche apportate dalla Legge di Stabilità 2016, il Coordinamento Nazionale No Triv nelle prossime ore diffiderà formalmente il MiSE a pubblicare sul prossimo B.U.I.G. il decreto di rigetto non solo dell’istanza di concessione di coltivazione Ombrina Mare, ma di tutte le istanze di ricerca e coltivazione interessate dal ripristino del divieto di ogni attività petrolifera nelle zone vietate dalla Legge di Stabilità.

Un nuovo permesso di ricerca concesso un giorno prima dell’entrata in vigore del limite

In aggiunta sempre sul BUIG del 31/12/2015 è stato pubblicato un Decreto di conferimento di un nuovo permesso di ricerca «B.R274.EL» alla Società Petroceltic Italia S.r.l.

“Questa è la seconda prova dell’intenzione del Governo di eludere il Referendum No Triv e di continuare a perseguire obiettivi ‘fossili’ all’interno della Strategia Energetica Nazionale – incalza Gagliano – il Governo ha rilasciato un nuovo titolo un giorno prima dell’entrata in vigore delle nuove norme contenute nella Legge di Stabilità.”

Il Piano Aree e il referendum eluso

Inoltre il quesito referendario n. 2, eluso dal Governo mediante l’abrogazione del Piano delle Aree, avrebbe consentito alle Regioni interessate (Puglia, Molise e Abruzzo) di pronunciarsi in modo vincolante su quali aree, entro e oltre il limite della 12 miglia marine, sarebbe stata interdetta qualsiasi attività legata alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, e, quindi, anche sull’area interessata dall’istanza d 494 B.R-. EL, prossima alle Isole Tremiti.

“Altri noti precedenti inducono alla massima cautela – riprende Enzo Di Salvatore – come molti ricorderanno, infatti, numerose concessioni di titoli abilitativi in acque vietate dal Decreto Prestigiacomo avrebbe dovuto chiudersi definitivamente con il rigetto da parte del MiSE”.

Conclude Di Salvatore: “Le cose si trascinarono al contrario nell’oblio più totale per oltre due anni e la maggior parte dei procedimenti che interessavano in tutto o in parte le zone vietate riprese la marcia a seguito dell’approvazione dell’art. 35, comma 1, del Decreto Sviluppo, noto come Sblocca Italia”. A distanza di circa sei anni dall’entrata in vigore del Decreto Prestigiacomo, tra preavvisi di rigetto, controdeduzioni, istanze di riperimetrazioni, osservazioni e mancati rigetti, sono giunte fino a noi ben 19 istanze interferenti con le aree interdette ai sensi della Legge di Stabilità 2016. Sarebbero state 20 se non fosse intervenuto il rilascio all’ultimo minuto del permesso di ricerca B.R274.EL. alla Società Petroceltic Italia S.r.l.

Bollettino Ufficiale Idrocarburi (BUIG) del 31/12/2015 (pdf)

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