La fattura energetica italiana scende di 10 mld di euro

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Il calo della fattura energetica nazionale del 2015 è legato all’andamento al ribasso delle quotazioni petrolifere ed è avvenuto nonostante una crescita del 3% dei consumi totali di energia rispetto al 2014. La fattura petrolifera cala di 8,7 miliardi di euro rispetto al 2014 (-35%). I dati dall'Unione Petrolifera.

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La stima della fattura energetica per l’Italia dell’anno in corso registrerà un calo di quasi 10 miliardi di euro, pari al 22% rispetto al 2014: 34,7 miliardi di euro contro i 44,6 miliardi del 2014. Il calo è legato all’andamento delle quotazioni petrolifere ed è avvenuto nonostante nel 2015 i consumi totali di energia italiani siano cresciuti del 3% (+4,8 milioni di tonnellate equivalenti petrolio- tep) rispetto al 2014, attestandosi a 165,4 milioni di tep (vedi i due grafici qui sotto).

Si tratta del primo segno positivo dal 2010, ottenuto grazie al miglioramento del contesto economico e a prezzi dell’energia più contenuti. Così ha riferito l’Unione Petrolifera, presentando il Pre Consuntivo petrolifero 2015 (pdf). Tuttavia rispetto al 2010, i consumi di energia oggi sono ancora inferiori di 17,2 milioni di tep (-9,3%).

Più in generale è tornato a crescere il contributo delle fonti fossili, soprattutto gas naturale, spiega Up, mentre le rinnovabili, in calo del 5,9%, hanno scontato non solo il ritorno della produzione idroelettrica sui valori medi dopo il record raggiunto nel 2014, ma anche della scarsa idraulicità del 2015.

Il petrolio si conferma la prima fonte di energia con una quota di quasi il 36%, seguito dal gas con il 33,3% e quindi dalle rinnovabili con il 17,5% (di cui l’idro rappresenta circa il 30%). Proprio i bassi prezzi del petrolio e il suo ruolo centrale nei consumi hanno consentito il risultato del 2015. Infatti la fattura petrolifera (saldo fra costo importazioni e ricavo esportazioni di greggio e prodotti) cala del 35% sul 2014, cioè di 8,7 miliardi di euro.

Il consumo di prodotti petroliferi fa segnare un +3,6% rispetto al 2014. In leggero recupero (+1,3%) anche i carburanti, in particolare gasolio, ma anche in questo caso con i livelli ancora inferiori del 18% rispetto al 2005, cioè circa 10 miliardi di litri in meno.

Rispetto al petrolio, nel 2015, stando a dati ancora provvisori, il consumo totale di prodotti petroliferi è stato di 59,6 milioni di tonnellate, con una crescita stimata, appunto, del 3,6% rispetto al 2014, che rappresenta un modesto incremento se confrontato con il calo degli ultimi 10 anni, pari a oltre 27 milioni di tonnellate (-31%). La ripresa dei consumi non va però enfatizzata, spiegano da Up: con le perdite accumulate in passato e il calo dei prezzi, il recupero poteva essere maggiore. Resta invariato lo scalino 2011-2014 di calo dei consumi (vedi grafico in alto).

Per il 2016, ipotizzando un prezzo del barile di greggio tra 45 e 55 dollari, e un cambio euro-dollaro tra 1,05 e 1,15, la forchetta della fattura petrolifera è tra 15,3 (valore più basso e cambio forte) e 20,5 miliardi (valore più alto e cambio debole), con le ipotesi che rispetto a oggi vanno da un calo di 900 milioni a un aumento di 4 miliardi di euro. Di conseguenza la fattura energetica oscillerà dai 34 ai 37, 5 miliardi (con la parità dollaro/euro, cambio a 1, il valore minimo della fattura petrolifera passerà da 15,3 a 17,6 miliardi, per il ruolo del cambio).

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