Riforma tariffa elettrica, altro esposto alla Commissione europea

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Dopo le associazioni ambientaliste e dei consumatori, anche eurodeputati e senatori del M5S presentano una segnalazione alla Commissione Europea sulla riforma della tariffa per i clienti domestici e sulla delibera sulle reti private: provvedimenti che contraddirebbero varie direttive UE.

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Continua la battaglia legale contro la riforma delle bollette elettriche sancita dall’Autorità per l’Energia. Dopo le associazioni ambientaliste e dei consumatori, anche gli eurodeputati Dario Tamburrano e David Borrelli e i senatori Gianni Girotto e Gianluca Castaldi, del M5S, hanno presentato ieri una segnalazione alla Commissione Europea.

Oltre a far pagare di più solo coloro che consumano di meno, la riforma della bolletta elettrica è infatti in rotta di collisione con numerose direttive europee, spiegano i quattro firmatari in un comunicato. Nel mirino anche le nuove regole sui sistemi di distribuzione chiusi, che impedirebbero di adempire all’obbligo di rinnovabili nei nuovi edifici.

“La riforma colpisce consumatori ed efficienza”

Come sappiamo, la nuova tariffa, a riforma completata, vedrà eliminata la progressività (per la quale chi consuma di più paga la bolletta proporzionalmente più cara) e  i costi di rete saranno spostati sulla parte fissa della bolletta, quella che non varia in base al consumo, rendendo il conto più salato per chi ha consumi bassi e  meno conveniente investire in tecnologie per il risparmio o l’autoproduzione, come il fotovoltaico o la cogenerazione.
“Si producono rincari iniqui, dato che essi colpiscono esclusivamente le famiglie con bassi consumi; i risparmi di coloro che hanno investito nell’efficienza energetica risultano praticamente azzerati; chi utilizza energia autoprodotta da fonti rinnovabili paga oneri praticamente uguali a quelli di chi invece preleva tutta l’energia elettrica dalla rete”, sintetizza il comunicato.

“Tutte e tre queste conseguenze contraddicono esplicitamente le regole dettate dalle direttive europee su energie rinnovabili ed efficienza energetica. Con questi provvedimenti, l’Autorità per l’Energia, sostenuta dal governo Renzi, mira a garantire i profitti dei grandi distributori di energia fra cui spicca l’Enel. Si comporta come un Robin Hood al contrario“, denunciano Tamburrano, Girotto, Borrelli e Castaldi. Aggiungono: “Ci aspettiamo che la Commissione Europea prenda i provvedimenti del caso”.

Le contraddizioni con la normativa europea

Secondo la segnalazione inviata alla Commissione, la riforma della tariffa varata dall’Aeegsi con la delibera 582/2015 sarebbe in contraddizione con la direttiva 2012/27/EU sull’efficienza energetica, con la 2010/31/EU sulla prestazione energetica nell’edilizia e con la 2009/28/EC sulle rinnovabili, ma andrebbe in senso contrario anche a quanto previsto da vari altri documenti comunitari di indirizzo.

Altro provvedimento dell’Autorità su cui si richiama l’attenzione dell’Esecutivo europeo è la delibera 539/2015 con le nuove regole sulle reti private e gli SDC. Come sappiamo le nuove regole di fatto vietano (a chi non è concessionario) di fare una rete che serve più utenze. Di fatto ad esempio non si può più fare un impianto fotovoltaico sul tetto di un edificio che serva più utenti finali, anche pagando gli oneri di sistema. Questo, secondo l’esposto dei 4 M5S sarebbe in contraddizione sia con la direttiva 2009/28/EC sulle rinnovabili che con la 2010/31/EU sulla prestazione energetica nell’edilizia, che impone l’obbligo di rinnovabili sui nuovi edifici.

Una lettura abbastanza simile a quella data a QualEnergia.it dall’avvocato Emilio Sani, che faceva notare come i cambiamenti in arrivo tradiscano lo spirito della fonte normativa europea, colpendo efficienza energetica, consumatori e fonti pulite, mentre tutelano i distributori elettrici.

Gli esposti delle associazioni a Commissione e AGCM

L’esposto dei senatori e degli europarlamentare M5S, come anticipato, segue quello delle associazioni consumeriste, ambientaliste e delle rinnovabili. Nel rivolgersi a Commissione Europea e Antitrust, Adusbef, Codici Associazione Consumatori, Greenpeace, ITALIA Solare, Kyoto Club, Legambiente e WWF, denunciavano come la riforma e le nuove regole sulle reti private “fissino al di fuori di ogni logica di concorrenza i ricavi dei distributori e vietano le reti elettriche private”.

Secondo le associazioni questo ha “un duplice effetto: eliminazione di ogni segnale di concorrenza e mercato nel settore della distribuzione elettrica; discriminazione del mercato della generazione distribuita e dell’efficienza energetica rispetto al mercato della generazione centralizzata di energia. Il tutto in palese controtendenza rispetto agli indirizzi della Comunità Europea che richiedono tariffe di distribuzione flessibili mirate a rendere più efficiente la rete e stimolare l’autoconsumo di energia e l’efficienza energetica”.

Come hanno già fatto anche le associazioni, un gruppo di senatori M5S, si informa nel comunicato ha anche deciso di presentare una denuncia all’AGCM.

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