Dallo spalma-incentivi 52 milioni in meno rispetto al previsto

Tra le misure del pacchetto Taglia-bollette a pagare più del previsto è stata la norma per fermare le speculazioni dei termoelettrici sul mercato elettrico siciliano. I tagli retroattivi contro le fonti rinnovabili invece hanno portato un beneficio minore rispetto alle attese del Governo. La risposta dell'esecutivo ad una interrogazione parlamentare.

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Sicuramente la memoria del pacchetto cosiddetto Taglia-bollette contenuto nel decreto Competitività – n.91/2014 coordinato con la legge di conversione 11 agosto 2014, n. 116 – in molti operatori delle rinnovabili è ancora viva. Tra le varie misure per ridurre la spesa elettrica di famiglie e soprattutto delle piccole e medie imprese entrate in vigore con il provvedimento, ce ne sono diverse viste come punitive dal mondo delle fonti pulite come lo Spalma-incentivi obbligatorio per il fotovoltaico e volontario per le altre rinnovabili elettriche (al vaglio della Corte Costituzionale), l’obbligo del pagamento degli oneri di sistema anche su parte dell’energia autoconsumata in alcuni impiantio o la dilazione del pagamento degli incentivi da parte del GSE.

Questi “sacrifici” fatti dai produttori di energia verde hanno almeno contribuito a rendere meno pesante la bolletta di famiglie e imprese? Alla domanda, posta in forma ovviamente più articolata in un’interrogazione parlamentare dal deputato M5S Davide Crippa, ha risposto nei giorni scorsi la sottosegretaria all’Economia Paola De Micheli (vedi allegato in basso).

Lo Spalma-incentivi – emerge – ha dato 52 milioni di euro in meno di quel che ci si aspettava, mentre a pagare più del previsto è stata la norma sul mercato elettrico siciliano che, ricordiamo, introducendo un regime, di fatto, amministrato per gli impianti “essenziali”, ha fermato le speculazioni del termoelettrico, facendo calare di netto il prezzo del MWh in quella zona di mercato.

Citando dati MiSE, l’esponente del Governo ha spiegato in particolare che la rimodulazione degli incentivi ai grandi impianti fotovoltaici ha fatto registrare finora 395 milioni di euro di risparmi annui in bolletta, 25 milioni in meno rispetto ai 420 milioni preventivati. La rimodulazione volontaria sulle rinnovabili non FV ha invece ottenuto risultati inferiori alle stime per 27 milioni di euro, per il totale appunto di 52 milioni.

La sottosegretaria, come detto, ha sottolineato poi che “un effetto positivo, pari a circa 150 milioni di euro, precedentemente non conteggiato nelle stime, è stato inoltre quantificato a seguito degli interventi regolatori sulla zona di mercato della Sicilia”.

Conformi alle aspettative, invece, gli introiti delle altre misure: l’estensione della platea dei soggetti al pagamento degli oneri di sistema, stimato in 70 milioni; il pagamento degli oneri del GSE per lo svolgimento delle attività di gestione, verifica e controllo sui beneficiari degli incentivi, per 30 milioni; la cancellazione dello sconto per i dipendenti del settore elettrico, per circa 23 milioni.

Confermati anche gli 80 milioni di euro per il 2015 relativi alla rimodulazione del sistema tariffario elettrico riservato alle Ferrovie dello Stato. “A decorrere dal 2016, il risparmio a regime dell’intervento normativo si dovrebbe attestare intorno ai 70 milioni di euro”, ha riportato De Micheli. Infine, tornano i conti sui risparmi conseguenti ad altre misure previste: la revisione del servizio di interrompibilità del carico elettrico, la mancata risoluzione delle convenzioni Cip 6, la riduzione dei benefici al Vaticano, mentre “non è stato possibile intervenire in riduzione della riserva di importazione a favore della Repubblica di San Marino in ragione di un accordo previgente tra i due Stati”.

L’interrogazione del deputato Crippa e la risposta della sottosegetaria De Micheli (pdf)

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