Decreto rinnovabili non FV: via libera dalla Conferenza Unificata

Ora il decreto andrà in Commissione UE. Corsa contro il tempo: se non entrasse in vigore entro fine gennaio si sfiorerebbe il tetto di spesa, con un temporaneo stop agli incentivi, anche se con effetti scarsi dal punto di vista pratico, che però potrebbero incidere sulla fiducia degli investitori.

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La Conferenza Stato-Regioni ha finalmente dato l’ok allo schema di decreto con gli incentivi alla produzione elettrica da impianti a fonti rinnovabili non fotovoltaiche. Ad annunciare il rilascio del parere è il sottosegretario al MiSE, Simona Vicari.

(Aggiornamento 6 novembre: abbiamo pubblicato le richieste di modifica delle Regioni)

A questo punto il provvedimento, su cui si è già espressa l’Autorità per l’Energia, potrà essere sottoposto all’esame della Commissione Europea, prima del via libera definitivo.

Con il contatore degli incentivi che nei giorni scorsi ha fatto un notevole balzo in avanti, fermandosi a soli 33 milioni dal tetto dei 5,8 miliardi, l’attesa per il nuovo decreto è tanta. Raggiunto il limite di spesa annuale, infatti, si fermerebbe l’accesso agli incentivi, ma il decreto in fase di approvazione dovrebbe far camminare all’indietro il contatore di diverse centinaia di milioni, grazie ad un nuovo metodo di calcolo.

Per questo, come ci spiegava in una recente intervista l’analista Tommaso Barbetti di eLeMeNS, i tempi di entrata in vigore sono molto importanti. A fine gennaio 2016 – spiega lo stesso analista in un intervento pubblicato su Quotidiano Energia nei giorni corsi – con il metodo di calcolo attuale ci potrebbe essere una nuova impennata molto consistente dei costi, forse anche di 150 milioni di euro.

Se il nuovo decreto non sarà entrato in vigore per quella data il contatore sfonderà la soglia, e gli incentivi verranno sospesi. Se ciò accadesse le conseguenze pratiche in realtà sarebbero trascurabili: non si fermerebbero gli incentivi ma ci potrebbe essere un breve stop and go e si dovrebbe fare un piccolo aggiornamento al nuovo decreto. Ma le conseguenze più gravi potrebbero esserci dal punto di vista “psicologico-comunicativo”: se non informati adeguatamente gli investitori potrebbero andare nel panico qualora uscisse la nota del GSE in cui si comunica il raggiungimento del tetto.

C’è dunque da sperare che l’approvazione della Commissione UE arrivi in tempi brevi e non ci siano rilievi, aspetto comunque non scontato (si veda sempre l’intervista citata).

Nell’attesa vi lasciamo con la soddisfazione espressa dalla sottosegretaria Vicari nel comunicare il parere favorevole allo schema di decreto espresso dalla Conferenza Unificata. “Grazie al lavoro del Ministero dello Sviluppo Economico sono stati previsti per il biennio 2015-2016 circa 400 milioni di euro di incentivi all’anno per la produzione di energia rinnovabile nei settori idroelettrico, geotermico, solare termodinamico, eolico e delle biomasse”, ha dichiarato la rappresentante del MiSE.

“Con il via libera a questo decreto – continua la nota – ci metteremo subito al lavoro per disciplinare i meccanismi incentivanti relativi agli investimenti da effettuare dal 2017 in linea con le indicazioni dell’UE le quali prevedono che una percentuale di almeno il 27% della produzione di energia derivi da fonti rinnovabili. Ricordo che l’obiettivo del 17% al 2020, grazie alla nostra capacità di innovazione tecnologica e agli incentivi già operativi è stato raggiunto con largo anticipo”.

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