Legge di Stabilità, Ance: “detrazioni Iva su acquisto case efficienti”

  • 6 Novembre 2015

L'associazione dei costruttori propone una detrazione del 50% dell’Iva pagata sugli acquisti di case nuove in classe energetica A e B effettuati fino al 2018; esenzione dall’IMU, dalla TASI o dalla futura “local tax” per l’acquirente di immobili non adibiti ad abitazione principale; revisione della tassazione sul 'rent to buy'.

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È necessario utilizzare la leva fiscale per incidere fin da subito sulla capacità di investimento nel settore immobiliare sostenendo l’offerta di abitazioni di qualità e superando le sperequazioni esistenti che, nei fatti, privilegiano le compravendite di immobili usati, spesso inadeguati ed energivori. Questa è una delle principali richieste dell’ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili – presentate durante un’audizione, il 2 novembre scorso, presso le Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato in seduta congiunta, nell’ambito dell’esame dei documenti di manovra economica 2016-2018, e in particolare, della Legge di stabilità 2016 (vedi allegato in basso).

Nello specifico per incentivare il mercato indirizzando la domanda verso l’acquisto di abitazioni di nuova generazione l’ANCE propone al Governo di introdurre una detrazione del 50% dell’IVA pagata sugli acquisti di case nuove in classe energetica A e B, effettuati fino al 2018.

Tale misura avrebbe secondo i costruttori il vantaggio di favorire l’avvio di un concreto rinnovamento dello stock abitativo esistente e al tempo stesso permetterebbe di correggere quel paradosso per cui è fiscalmente più conveniente acquistare un immobile energivoro piuttosto che un’abitazione “green” da un’impresa di costruzione. La proposta elaborata prevede per l’acquirente di immobili non adibiti ad abitazione principale anche l’esenzione triennale dall’IMU, dalla TASI o dalla futura “local tax”.

Se poi l’impresa venditrice si rendesse disponibile ad acquistare in permuta l’abitazione usata del compratore, dovrebbe essere a questa garantito un regime di tassazione agevolata, con applicazione all’atto d’acquisto delle imposte in misura fissa. L’agevolazione sarebbe, in ogni caso, subordinata alla riqualificazione, anche energetica dell’immobile.

Il provvedimento richiesto dall’ANCE andrebbe a completare l’azione sul settore immobiliare già prevista dalla bozza della Legge di Stabilità che vorrebbe basare la ripresa dell’economia italiana, tra l’altro, su tre interventi di grande interesse per il settore delle costruzioni:

  • il rilancio degli investimenti pubblici;
  • l’eliminazione dell’imposizione patrimoniale sulla prima casa;
  • la conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e interventi di efficientamento energetico degli edifici.

Ma nonostante l’ANCE valuti positivamente gli interventi a sostegno del settore contenuti nell’attuale versione della Legge di Stabilità 2016 – come la cancellazione del Patto di Stabilità e il contestuale passaggio al cosidetto ‘pareggio di bilancio’ – secondo l’associazione le misure adottate non possono ritenersi ancora sufficienti per garantire un effettivo rilancio del mercato immobiliare, né tantomeno per superare le attuali distorsioni del sistema impositivo locale.

In un’ottica di rigenerazione urbana, infatti, pur apprezzando la proroga dei bonus, l’ANCE continua a chiedere la definitiva stabilizzazione degli incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica, nella misura potenziata, soprattutto per gli interventi più incisivi sotto il profilo statico ed energetico.

“Indispensabile – proseguono i costruttori – la razionalizzazione del prelievo locale sugli immobili (la futura local tax), obiettivo che ingiustificatamente continua ad essere rinviato dal Governo. Così come la riforma del catasto, che ad oggi ha subito uno stop a tempo indeterminato”.

“Sul punto l’ANCE da tempo chiede che sia introdotta un’imposta unica patrimoniale (IMU o TASI), stabile almeno per 3 anni e integralmente destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi (“service tax”). Nel DdL, invece, resta ancora la doppia imposizione IMU/TASI, per gli immobili diversi dalla “prima casa”, che, tra l’altro, complica anche la gestione amministrativa dell’immobile.

Inoltre – proseguono i costruttori – i beni prodotti dalle imprese costruttrici e rimasti invenduti devono essere esclusi da ogni forma di prelievo di natura patrimoniale. In questo senso, l’aver fissato nel DdL il tetto all’aliquota massima TASI sui fabbricati invenduti (tra 1 e 2,5 per mille), seppur valutato dall’ANCE come un segno d’attenzione verso la tematica, non supera l’iniquità di un prelievo patrimoniale su beni destinati alla vendita, che dovrebbe essere del tutto eliminata.

“Un’ultima osservazione è riservata al “rent to buy”, che è uno strumento da incentivare, perché consente anche ai giovani di accedere gradualmente alla proprietà della casa. Per alcune di queste formule contrattuali, che stanno suscitando sempre maggior interesse, l’unico vero ostacolo è rappresentato dalla tassazione”.

“L’acquirente, infatti, già al momento della firma del contratto è costretto ad anticipare tutte le imposte dovute sul trasferimento della proprietà, che però giuridicamente avverrà solo dopo diversi anni. Sarebbe, quindi, equo – afferma l’ANCE – posticipare il pagamento delle tasse solo al momento del vero trasferimento di proprietà”.

Documento ANCE consegnato agli atti delle Commissioni con il dettaglio delle osservazioni e proposte in materia economico-finanziaria, fiscale, di lavori pubblici e di lavoro (pdf)

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