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Rinnovabili e microcogenerazione, le semplificazioni che servono

La generazione distribuita da fonti pulite è frenata da una burocrazia farraginosa, da autorizzazioni lente e da vari vuoti normativi. Piccoli impianti a rinnovabili, SEU, microcogeneratori, biometano: sono diversi i settori in cui poche semplificazioni potrebbero fare molto. Le proposte di Assorinnovabili al Parlamento.

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L’inerzia delle amministrazioni contribuisce a creare incertezza negli operatori, impedendo l’efficace pianificazione dello sviluppo di nuove iniziative energetiche. La farraginosità e la lentezza dei procedimenti autorizzativi alla costruzione ed esercizio degli impianti a fonti rinnovabili ostacolano la crescita del settore e ne aumentano i costi di finanziamento.

Son queste alcune delle premesse da cui parte Assorinnovabili nell’illustrare le sue Proposte di semplificazione per il settore delle rinnovabili e della microcogenerazione” (vedi allegato in basso), presentate al Parlamento la settimana scorsa. In generale, spiega il documento, bisogna semplificare e accelerare i procedimenti autorizzativi e favorire l’adozione di norme regionali omogenee.

Ad esempio – per ridurre gli ostacoli burocratici – si propone che la domanda per il rilascio di titoli abilitativi alla costruzione ed esercizio degli impianti, e i relativi documenti a corredo, debbano essere presentati in unica copia su supporto esclusivamente informatico e che le amministrazioni debbano essere coinvolte nel procedimento solo ed esclusivamente se obbligate a esprimersi e si invita a introdurre un indennizzo per il mero ritardo nel rilascio dell’autorizzazione.

Le pratiche di connessione alla rete per i piccoli impianti, si lamenta, sono eccessivamente onerose: occorre semplificare regole di connessione sotto i 50/100 kW e semplificare il Regolamento di Esercizio nella parte tecnica relativa al benestare all’esercizio da parte del Gestore di Rete.

Tema caldo quello dei SEU, i Sistemi Efficienti di Utenza che “rischiano di non trovare la massima diffusione raccomandata dalla Commissione Europea, a causa della disciplina attuativa del d.lgs. che ne rende complicata, gravosa e, in certi casi, impossibile l’installazione”. In particolare per Assorinnovabili bisogna rivedere la definizione di “unità di consumo” fornita dall’AEEGSI che come abbiamo scritto più volte esclude dalla platea molte situazioni quali ospedali, aeroporti e centri commerciali: la definizione secondo l’associazione andrebbe riscritta per permettere di ottenere la qualifica “anche nelle ipotesi in cui il cliente finale sia costituito da realtà composite nelle quali siano presenti più unità immobiliari, finalizzate a fornire il medesimo servizio”.

Altro comparto da liberare da inutili laccioli, la cogenerazione “ad oggi è ostacolata da un quadro autorizzativo inadeguato e inutilmente complicato”. Tra le misure di semplificazione suggerite: eliminare la denuncia di officina elettrica per i microcogeneratori fino a 50 kW; riconoscere in modo esplicito, anche a questa tipologia d’installazioni, il beneficio delle detrazioni fiscali all’Irpef o dall’Ires.

Nel documento si parla poi di biometano: dopo oltre 4 anni dalla pubblicazione del D.Lgs n. 28/2011, che ha fissato i principi per l’incentivazione del biometano, l’immissione in rete non è ancora possibile nel nostro Paese, si denuncia. Urgente per l’associazione completare il quadro regolatorio di riferimento adottando norme sulla qualità del gas equilibrate e non discriminatorie.

Le “Proposte di semplificazione per il settore delle rinnovabili e della microcogenerazione” di Assorinnovabili (pdf)

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