Emissioni auto: per difendere le case si ammorbidiscono le regole

I produttori finora hanno barato? Ora potranno sforare legalmente i limiti di legge fino al 110%. I governi UE vanno in soccorso delle case automobilistiche sui nuovi test su strada per le emissioni di ossidi di azoto dei diesel Euro6. Un'occasione persa per promuovere tecnologie più sostenibili.

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Sulla scia dello scandalo Volkswagen, accusata di avere truccato le centraline per passare gli esami sugli standard ambientali, in molti speravano che si arrivassi a un giro di vite sulle emissioni delle auto e sui test per verificarle, imprimendo un’accelerazione verso veicoli meno inquinanti. La storia sembra invece avviarsi a una conclusione diversa: se le aziende sono “costrette” a barare per rispettare gli obblighi, questi si renderanno più flessibili anziché essere più severi con i produttori.

Il soccorso alle case automobilistiche

Davanti alle proposte della Commissione UE di migliorare i test sulle emissioni i governi degli Stati membri sembrano aver scelto di tutelare le case automobilistiche. Potrebbe essere riassunto così il senso della decisione presa dai 28 paesi sui nuovi test su strada per l’omologazione delle auto diesel Euro6. Dall’esame dei governi, infatti, la proposta della Commissione esce molto ammorbidita, a favore dell’industria.

Finora i test di omologazione sono stati effettuati prevalentemente in laboratorio, consentendo molte scappatoie e portando ad avere sul mercato auto che nel loro utilizzo reale hanno emissioni molto più alte di quelle che dichiarano (si veda QualEnergia.it). Ancora prima del caso Volkswagen, si era deciso di fare partire da gennaio 2016, nuovi test su strada seppure non vincolanti da subito e, in una prima fase, ancora associati a quelli in laboratori. I governi hanno deciso ieri di accettare la proposta dell’esecutivo europeo di renderli vincolanti a partire dal settembre 2017, ma hanno introdotto significative modifiche.

Si potrà sforare del 110%

Per i nuovi modelli i test saranno vincolanti dal settembre 2017, mentre per i nuovi veicoli dal 2019 e non dal 2018, come inzialmente fu proposto. Per consentire alle case di adeguarsi con gradualità ai nuovi test, più difficili da superare, la Commissione aveva proposto in una fase transitoria la possibilità di sforare del 60% il limite di emissioni di ossidi di azoto (80 milligrammi per km). Troppo poco per il comitato tecnico dei 28, che ha alzato la tolleranza al 110% fino a settembre 2017 per i nuovi modelli e fino a settembre 2019 per i nuovi veicoli. Da gennaio 2020 per i nuovi modelli ed entro gennaio 2021 per i nuovi veicoli invece le case non potranno sforare più del 50%.

A spingere per la flessibilità nei test, oltre ovviamente all’industria dell’auto, Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna. Nel comitato tecnico solo l’Olanda ha votato contro l’ammorbidimento, mentre la Repubblica Ceca si è astenuta. La Commissione ha accettato le modifiche, definendo i nuovi test “robusti”; eventuali correzioni potranno arrivare adesso dal Parlamento europeo.

Eppure le tecnologie già ci sono

Se ACEA – l’associazione dei europea dei produttori di auto – ha definito le nuove regole “robuste e realistiche”, gli ambientalisti parlano di capitolazione della tutela dell’ambiente e della salute di fronte agli interessi economici dell’industria. “I governi europei hanno deciso di premiare i truffatori” è ad esempio il commento di Jiri Jerabek, policy adviser su clima ed energia di Greenpeace all’UE.

Le emissioni di ossidi di azoto possono causare enfisemi, bronchiti, problemi cardiocircolatori e asma. Secondo il governo britannico sono responsabili di 23.500 morti premature ogni anno. Grave, dunque, che si scelga la linea della tolleranza, anche perché le tecnologie per tagliare sia le emissioni di NOx che di CO2 già esistono e sono adottate da alcuni produttori, denuncia un recente report della Ong International Council on Clean Transport (allegato in basso).

Il report ICCT “NOX control technologies for Euro 6 Diesel passenger cars. Market penetration and experimental performance assessment” (pdf)

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