Petrolio, oversupply prevista anche nel 2016

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I prezzi bassi stanno spingendo i consumi, ma, a causa delle previsioni pessimistiche sulla crescita economica e del probabile ingresso sul mercato della produzione iraniana, secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia l'eccesso di offerta rispetto alla domanda è destinato a durare per il prossimo anno.

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“Il petrolio a 50 dollari al barile è un driver potente per riequilibrare il mercato mondiale del greggio, ma la questione è solo capire quando questo equilibrio sarà restaurato. Il mondo sta usando più petrolio e la produzione più costosa – soprattutto da Paesi non OPEC – è spinta fuori mercato. Ma per l’anno prossimo si prevede un rallentamento della crescita della domanda che, assieme all’arrivo sul mercato delle riserve iraniane, farà permanere la situazione di oversupply anche nel 2016“. È questo il messaggio principale che arriva dall’ultimo Oil Market Report diffuso ieri dalla International Energy Agency (IEA) (link in basso).

Al momento, rileva la IEA, i prezzi bassi stanno spingendo i consumi – anche grazie all’appetito di grandi economie come Usa e Cina – garantendo un tasso di crescita della domanda a quota +1,8 milioni di barili/giorno, il livello più alto degli ultimi 5 anni a questa parte e che ha così fermato il crollo dei prezzi (vedi grafico sotto).

Tuttavia con le previsioni sulla crescita economica riviste al ribasso (il Fondo Monetario Internazionale ha appena limato dello 0,2% la stima per il 2015-2016) le prospettive per l’incremento dei consumi petroliferi del prossimo anno appaiono più deboli, con un tasso di crescita in discesa di 600.000 b/g, per un incremento di 1,2 mln b/g (vedi grafico)

Intanto, come detto, le estrazioni dai Paesi non OPEC rallentano, anche se in compenso aumentano leggermente quelle dai membri del cartello, grazie ad un record della produzione irachena, mantenendo così l’output complessivo a settembre a 96,6 mln b/g. Nonostante produzioni da record da Brasile e Russia ad agosto e settembre, infatti, il brusco rallentamento dell’output americano (+300.000 b/g rispetto al +1,6 mln b/g del primo trimestre) ha ridotto la crescita tendenziale dell’output non-OPEC a 700.000 b/g rispetto al +2,7 mln b/g del dicembre 2014. A fronte di un taglio degli investimenti upstream globali superiore al 20%, secondo l’agenzia l’anno prossimo le estrazioni non OPEC arretreranno di 500.000 b/g.

A compensare questo calo di produzione dovrebbe però arrivare il petrolio di Teheran, che si appresta a presentare il 22-24 febbraio a Londra i nuovi contratti per le compagnie petrolifere, con l’obiettivo di risollevare le estrazioni dagli attuali 2,9 mln b/g a quota 3,6 mln b/g. Il risultato dovrebbe essere un eccesso di domanda persistente anche nel 2016, come mostra il grafico sotto.

A fare la differenza nelle dinamiche di mercato 2016 – sottolinea la IEA – sarà la velocità con cui gli extra-barili iraniani riusciranno a raggiungere il mercato. Altro fattore in gioco sono le rinnovate tensioni geopolitiche dopo l’intervento russo in Siria, il cui effetto però secondo la IEA dovrebbe essere attutito dalla condizione di oversupply.

Il nuovo Oil Market Report della IEA

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