Creare micro reti di distribuzione dell’energia con il calore generato con biomassa locale, sostenere le fonti rinnovabili, investire nelle infrastrutture e prevenire il dissesto idrogeologico. Sono questi gli obiettivi principali delle misure su cui punta il Piano di sviluppo rurale delle Marche (Psr) 2014-2020 approvato dal Consiglio regionale il 15 settembre scorso. Il vice presidente e assessore all’Agricoltura, Anna Casini, sta presentando a sindaci e amministratori regionali le misure approvate per raccogliere indicazioni e suggerimenti per rendere i prossimi bandi più aderenti alle esigenze dei territori, in modo da impiegare nel migliore dei modi tutte le risorse a disposizione.
La regione Marche è tra le prime – insieme a Emilia Romagna, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Lombardia, Umbria e Molise – ad avere a disposizione i fondi Feasr (Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale) per il proprio territorio: si tratta di 538 milioni di euro da utilizzare entro il 2020.
Questi fondi verranno distribuiti nei vari bandi Psr secondo questi criteri:
- oltre 211 milioni di € sono indirizzati alla competitività delle aziende agricole e alle filiere alimentari
- quasi 218 milioni di € alla tutela delle risorse ambientali e degli ecosistemi, a promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, alla prevenzione e la gestione dei rischi
- quasi 95 milioni di € all’inclusione sociale e allo sviluppo economico delle aree rurali.
Di particolare rilievo il sostegno al ricambio generazionale, con un premio che va dai 50.000 ai 70.000 euro assegnato ai giovani che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola, cui viene offerta anche l’opportunità di accedere, in via privilegiata, a un “pacchetto” di altre misure. L’agricoltura biologica può contare invece su 80 milioni di euro.
Particolare attenzione nell’ambito della tutela dell’ambiente, è riservata anche alla salvaguardia del suolo e alla prevenzione del dissesto idrogeologico e delle alluvioni, con l’attivazione di interventi integrati su scala territoriale, denominati “accordi agroambientali d’area”. Da segnalare, infine, le risorse destinate allo sviluppo della banda ultra larga: 22 milioni di euro destinati ai comuni delle aree rurali in digital divide.
Già da fine ottobre entreranno in vigore le misure di maggiore interesse per le imprese agricole, in particolare la misura a sostegno dell’insediamento dei giovani in agricoltura, quella a sostegno dell’agricoltura biologica e la misura che sostiene gli investimenti aziendali.