Firmato il decreto rinnovabili non fotovoltaiche

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Dopo una lunga attesa il decreto è stato firmato dai ministeri e inviato alla Conferenza Stato-Regioni che lo dovrebbe esaminare nella seduta del 7 ottobre. Ad una prima lettura non risultano modifiche sostanziali rispetto all'ultima bozza: invariati i contingenti, anche quello controverso riservato agli ex-zuccherifici. Il testo e le tabelle con le nuove tariffe.

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Il nuovo schema di decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico ha finalmente un testo ufficiale, firmato dai ministeri coinvolti, Sviluppo economico, Ambiente e Politiche Agricole e che è stato inviato alla Conferenza Stato-Regioni. L’obiettivo sarebbe quello di discuterlo alla seduta del 7 ottobre, dopo di che il provvedimento potrà essere notificato formalmente alla Commissione Europea.

A una prima lettura nel testo non sembrano esserci modifiche sostanziali rispetto a quelle introdotte nella bozza circolata a inizio estate. Pubblicheremo al più presto un’analisi dettagliata del decreto.

L’accesso ai meccanismi di incentivazione avverrà sempre attraverso aste (per gli impianti più grandi) e registri. Si conferma la ripartizione dei contingenti: per quel che riguarda le aste 800 MW per l’eolico onshore, 30 MW per l’eolico offshore, 20 MW per la geotermia, 110 MW per il solare termodinamico. Per quel che riguarda i registri i contingenti sono di 60 MW per l’eolico a terra, 80 MW per l’idroelettrico, 30 MW per la geotermia, 90 MW per le biomasse, 6 MW per gli impianti a moto ondoso e 10 MW per il solare termodinamico. Immutato a 120,5 MW il controverso contingente per gli ex zuccherifici.

Qui sotto la tabella con le nuove tariffe (cliccare per ingrandire).

Sia nelle tabelle sopra che nel testo, che alleghiamo sotto, alcune caselle (quella sul contingente sulle biomasse e sulle tariffe per piccoli impianti a biomasse a biogas) risultano oscurate: un problema dovuto alla scansione che ci hanno fatto avere (nell’originale quelle cifre erano evidenziate in verde scuro). Il contingente per le biomasse, come detto, è 90 MW, la tariffa per gli impianti a biogas alimentati a sottoprodotti <300 kW è di 233 €/MWh e quella per gli impianti a biomasse alimentati a sottoprodotti delle stesse taglie è di 246 €/MWh

Come sappiamo, il decreto mantiene il tetto incentivi dei 5,8 miliardi di euro l’anno; 30 giorni dopo il raggiungimento di questa soglia il provvedimento cesserà la sua efficacia. In ogni caso smetterà di produrre effetti con la fine del 2016.

L’ultimo aggiornamento del contatore GSE segnava 64 milioni di euro al raggiungimento del tetto dei 5,8 miliardi. Il nuovo decreto però introduce una nuova metodologia per conteggiare le risorse impegnate nell’incentivazione che farà camminare molto più lentamente il contatore, allontanando il limite di spesa. Oggi, infatti, il contatore si basa su una somma del costo potenziale degli incentivi, con il nuovo metodo invece il costo degli impianti vincitori di aste e registri non verrà più attribuito alla data di svolgimento del registro, ma alla (presunta) data di entrata in esercizio.

Grazie al nuovo metodo di calcolo e alle risorse impegnate che si libereranno (impianti che termineranno il periodo incentivato con vecchi meccanismi quali certificati verdi e Cip6), nella maggior parte degli scenari sviluppati dagli analisti di eLeMeNS il picco di spesa del contatore non supererebbe il limite di 5,8 miliardi, facendo giungere il decreto alla naturale scadenza di fine 2016 e garantendo lo svolgimento delle due sessioni di aste e registri.

Testo dello schema di decreto inviato alla Conferenza Stato-Regioni (pdf)

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