Il termalismo di Viterbo e la nuova microgeotermia innovativa

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Affiancare la nuova micro geotermia innovativa allo storico termalismo di una città da sempre in simbiosi con il calore della terra, Viterbo. E' stato il tema di un recente convegno: uso termico della risorsa attraverso scambiatori di calore in grado di effettuare recuperi termici direttamente nei fossi dove oggi si riversano fluidi termali anche fino a 70 °C.

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Viterbo è una città legata alle proprie risorse geotermiche del sottosuolo. Oggi avrebbe l’opportunità di affiancarle alle nuove tecnologie geotermiche, agendo anche sugli sprechi di questo fondamentale e primario settore per la città, riducendo drasticamente la proprio bolletta energetica. Il tema è stato discusso in un convegno, lo scorso 14 settembre nella città laziale, dal titolo “Il cuore caldo di Viterbo. Come ridurre le bollette con la buona geotermia in pace con il termalismo”, organizzato dall’Associazione Giga-FREE che ha come suo obiettivo lo sviluppo di una geotermia sostenibile, in collaborazione con gli Ordini Professionali di Ingegneri ed Architetti della provincia di Viterbo.

Si è parlato di piccole utilizzazioni geotermiche, quelle regolate dall’articolo 10 della Legge 22 del 201,0 ottenute mediante l’esecuzione di pozzi di profondità fino a 400 metri per ricerca, estrazione e utilizzazione di fluidi geotermici o acque calde, comprese quelle sgorganti da sorgenti per potenza termica complessiva non superiore a 2.000 kW termici, anche per eventuale produzione di energia elettrica con impianti a ciclo binario ad emissione nulla.

Le nuove grandi opportunità offerte dalle nuove tecnologie geotermiche, come hanno spiegato Fabio Roggiolani e Sauro Secci del GIGA, sono appunto legate all’uso termico diretto della risorsa, attraverso scambiatori di calore in grado di effettuare recuperi termici direttamente nei fossi dove oggi si riversano fluidi termali anche fino a 70 °C, sia attraverso impianti di micro generazione a ciclo binario e a reiniezione totale controllata dei fluidi; tecnologie oggi in grado di valorizzare fluidi con temperature anche inferiori agli 80 °C e minime portate per produzione di energia elettrica e termica. La tecnologia proietterebbe finalmente anche la geotermia in quel nuovo modello energetico distribuito disegnato da fonti rinnovabili come fotovoltaico ed eolico.

I contributi dal mondo delle tecnologie geotermiche sono arrivati anche oltre, con il Professor Giuliano Gabbani, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, che ha presentato il progetto dello “scambiatore geotermico in pozzo”, portato avanti dall’ateneo fiorentino in collaborazione con un’azienda toscana di riferimento nel settore degli acciai speciali (EcoAcciai). Si è detto che sarebbe per la geotermia “la chiusura del cerchio”, visto che il progetto intende eliminare alla radice la principale problematica geotermica, costituita dalla interazione dei fluidi geotermici con il sottosuolo.

Il nuovo scambiatore, che nei prossimi mesi avrà una installazione pilota in una ex miniera di Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, utilizzando specifici fluidi termoconvettori, è in grado di andare a prelevare il contenuto entalpico della risorsa geotermica direttamente nel sottosuolo, senza mobilitarla, aprendo così una nuovo rivoluzionario capitolo per la geotermia.

Anche il professor Claudio Margottini, esperto e profondo conoscitore delle risorse geotermiche dell’area viterbese, dopo una precisa ricognizione sulle stesse, ha evidenziato le grandi opportunità offerte dalle nuove tecnologie presentate, impensabili appena pochi anni fa e oggi capaci di dare un volto nuovo a Viterbo, in profonda e piena sintonia con quel termalismo che da sempre è l’emblema della città.

Il Direttore delle terme viterbesi di Bullicame e Bagnaccio, ha rimarcato la sua sostanziale apertura alle nuove pratiche geotermiche virtuose, inserite però in un contesto valutativo e di inserimento che veda comunque la preminenza delle attività termali. Ha inoltre individuato nella modellazione del sistema idrotermale del sito viterbese, messo a punto e già disponibile, l’elemento di partenza per una integrazione con le piccole utilizzazioni geotermiche e la piena disponibilità ad andare avanti con gli altri soggetti interessati.

In una nuova proposta di legge regionale, che potrebbe vedere la luce entro fine anno, è previsto il registro degli impianti, la realizzazione di una cartografia per la bassa entalpia e una zonizzazione delle aree idonee e la predisposizione di procedure semplificate per le piccole utilizzazioni geotermiche.

Per informazioni sulle relazioni presentate al convegno contattare: Associazione Giga (email: [email protected]) – Fabio Roggiolani: [email protected]

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