Rifiuti radioattivi, per gli esperti del decommissioning il DM sulla classificazione è incompleto

  • 8 Settembre 2015

CATEGORIE:

In una nota stampa Massimo Scalia, tra i personaggi di maggior rilievo dell'ambientalismo scientifico in Italia, torna a evidenziare i punti critici del DM sulla classificazione dei rifiuti radioattivi evidenziati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle scorie nucleari.

ADV
image_pdfimage_print

“Stupiti per la scarsa attenzione dedicata dai media alla questione, dobbiamo ribadire quanto abbiamo già osservato sulle norme per i rifiuti radioattivi”. Cosí in una nota stampa Massimo Scalia – tra i personaggi di maggior rilievo dell’ambientalismo scientifico in Italia, anche autore insieme a Gianni Mattioli del libro pubblicato nel 2010 ‘Nucleare a chi conviene?‘ – torna a evidenziare i punti critici del DM sulla classificazione dei rifiuti radioattivi evidenziati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle scorie nucleari.

In merito al DM sulla classificazione dei rifiuti radioatttivi la Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, che ha ricevuto la bozza della classificazione predisposta dall’ISPRA solo il 30 luglio, aveva evidenziato alcuni punti critici e in particolare sottolineava la conflittualità della bozza con buona parte del D.Lgs 31 del 2010, che è il dispositivo legislativo che sta regolando la localizzazione in corso del deposito nazionale per i rifiuti.

“Questa ‘sciatteria istituzionale’ – scriveva la Commissione – è riscontrabile anche nel modo semiclandestino con cui si è pervenuti alla bozza, con l’esclusione poi di alcuni interlocutori importanti, come l’Istituto Superiore di Sanità; proprio il contrario rispetto all’ampio meccanismo di consultazione che caratterizzò 30 anni fa l’emanazione dei precedenti criteri, la GT.26”.

Inoltre, “il Governo – argomentava la Commissione – ha invertito i tempi dei provvedimenti da adottare, con scarsa logica e dubbi effetti. Dopo la gaffe sull’ISIN, la nuova agenzia per la sicurezza nucleare, per la cui presidenza aveva proposto una persona priva dei requisiti e per di più indagata, il Governo ha proceduto all’emanazione della nuova classificazione dei rifiuti radioattivi; ma è proprio l’ISIN, che ancora non c’è, che dovrebbe emanare le guide tecniche per la migliore definizione dei confini tra le varie categorie di rifiuti e, soprattutto, per le modalità e i requisiti di gestione”.

“In questo scombinato e poco trasparente modo di procedere sono state fatte in fretta e furia delle modifiche al DM per scongiurare il pericolo che la nuova classificazione determinasse ambiguità rispetto al conferimento al deposito nazionale, ma il decreto è ancora un prodotto incompleto”, concludeva la Commissione scientifica.

ADV
×