Laudato si’ rappresenta un messaggio potente sui rischi ambientali e i drammi sociali del pianeta che passa attraverso la ridiscussione dell’attuale modello economico. Sarà interessante capire se riuscirà ad erodere certezze e a indurre cambiamenti nelle coscienze, nelle politiche.

Uno dei punti più incisivi dell’enciclica riguarda la necessità di rivedere i meccanismi di crescita per avviare con decisione soluzioni di economia circolare in grado di ridurre l’aggressione alle risorse. E fin qui siamo nel solco di una riflessione già in atto, ad esempio in Europa.

Ma Francesco va oltre e dice che “è arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti”.

L’interpretazione dell’enciclica come semplice sostegno della green economy pare dunque riduttiva. Nei paesi industrializzati si deve limitare l’uso di energia e materie prime e riorientare la produzione e l’uso di beni e merci, non solo per evitare catastrofi ambientali, ma anche per favorire lo sviluppo dei paesi più poveri.

E sarà proprio la difesa del clima, “bene comune”, a dare un’indicazione delle trasformazioni necessarie delineando un percorso virtuoso. Francesco sottolinea l’urgenza di eliminare i combustibili fossili, ma insiste anche sulla necessità di cambiare stili di vita. L’appello per ridurre le diseguaglianze incidendo sul sistema finanziario e delle multinazionali è quello che più difficilmente sarà colto. Ma è anche vero che l’umanità, obbligata per la prima volta a convivere con limiti autoimposti delle emissioni, dovrà rimettere in discussione certezze consolidate.

I messaggi sulla sobrietà, sulle scelte produttive e l’attenzione “per la nostra oppressa e devastata terra che geme” faranno riflettere. Forse più di quanto molti non pensano.

Un articolo di GIanni Silvestrini pubblicato su L’Unità del 16 luglio con il titolo “Il messaggio è chiaro: basta aggredire le risorse”