CSP, in Italia progetti per 1,2 miliardi. Ma quanti ce la faranno col nuovo decreto rinnovabili?

Nel nostro Paese ci sono 17 progetti, dei quali due già autorizzati. Se sviluppati garantiranno una potenza di 361,3 MW e 1.080 GWh l'anno di elettricità. Ma il ristretto contingente incentivabile proposto nell'ultima bozza del decreto rinnovabili renderà le aste molto competitive.

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Il solare termico a concentrazione (CSP) è una soluzione molto interessante, perché questi impianti, vere e proprie centrali termoelettriche alimentate dal calore del sole, permettono di avere un’elettricità relativamente dispacciabile, coprendo anche i consumi di fasce orarie in cui il fotovoltaico non riesce ad arrivare. L’Italia peraltro è all’avanguardia in questa tecnologia, grazie all’eredità del progetto ENEA Solare Termodinamico Archimede, allora guidato dal Nobel Carlo Rubbia (si veda l’impianto che si sta realizzando sull’altopiano tibetano con tecnologia made in Italy).

La buona notizia è che nel nostro Paese ci sono 17 progetti per altrettanti impianti solari termodinamici, che se sviluppati garantiranno entro il 2017 una potenza di 361,3 MW e investimenti per 1,2 miliardi di euro. Quella cattiva è che molti dei progetti in itinere rischiano di non essere mai realizzati, perché il nuovo decreto sulle rinnovabili, stando alle ultime bozze circolate, concede relativamente poco spazio a questa tecnologia, rendendo le aste molto competitive, cosa che metterà a dura prova i business plan.

Il censimento sui progetti arriva dal barometro annuale di EurObserver, in base al quale risulta al momento in costruzione un solo impianto, quello Fresnel da 1.180 kW che Archimede avvierà a Melilli (Siracusa) prima della fine del 2015. Quest’anno, si legge nel report (allegato in basso), potrebbero però partire i lavori per altri 10 impianti per una capacità totale di 280 MW.

Due di questi sono già autorizzati: Solecaldo di MF Energy e Bilancia 1 di Trinacria Solar Power. Il primo è un impianto Fresnel da 41 MW, che dovrebbe produrre 116 GWh di elettricità l’anno, a partire dal dicembre 2016, il secondo è più piccolo – 4 MW per 9,5 GWh – e dovrebbe iniziare a produrre da settembre 2016.

Tre degli altri progetti in programma sono in Sardegna, con specchi a parabola: Flumini Mannu (55 MW), Gonnosfanadiga (55 MW) e San Quirico (10,8 MW). Altre realizzazioni importanti sono la torre da 50 MW che si realizzerà a Mazzara, in Sicilia, e l’impianto con specchi a parabola da 50 MW di Banzi, in Basilicata.

In totale sarebbero appunto 17 gli impianti in progetto per i prossimi anni, dicono i dati di ANEST, l’associazione italiana del solare termodinamico, citata come fonte nel report (vedi tabella). Ben 13 di queste ‘centrali elettriche’, che necessitano di alti livelli di radiazione solare diretta, dovrebbero sorgere in Sicilia, 3 in Sardegna e una in Basilicata.

Nel complesso si avrebbero 361,3 MW per una produzione di 1.080 GWh l’anno. La realizzazione di tutti questi impianti, si stima, muoverebbe investimenti per 1,2 miliardi di euro.

Quanto è probabile che questo scenario si realizzi, stando alle ultime bozze del nuovo decreto sulle rinnovabili elettriche? “Le tariffe incentivanti fissate come base d’asta non sono male per i business plan – spiega a QualEnergia.it Augusto Maccari, esperto di ANEST – il problema è il contingente di potenza incentivabile molto contenuto, che renderà particolarmente competitive le aste e l’obbligo di capitalizzazione per partecipare alle gare, troppo impegnativo per una tecnologia ancora costosa come il CSP”.

La bozza di decreto più recente, infatti, stabilisce che in due anni siano incentivati 110 MW di potenza da solare termodinamico, “quasi un solo impianto ad asta”, commenta Maccari. Per partecipare alla gara poi si deve impegnare, come garanzia, il 10% dei costi di progetto, “per una tecnologia come il CSP, in cui un impianto costa 250-350 milioni, si tratta di stanziare 25-35 milioni, un esborso decisamente gravoso”, aggiunge.

Il report EurObserver (pdf)

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