Riportare in auge il pompaggio idroelettrico: un emendamento al Ddl Concorrenza

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I pompaggi dovrebbero riprendere il loro ruolo anche per per compensare le variazioni delle rinnovabili intermittenti, ma da oltre 12 anni il loro utilizzo si è ridotto drasticamente. Un emendamento al Ddl Concorrenza vuole spingere su questa soluzione di stoccaggio che ha molte potenzialità.

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Come sfruttare i sottoutilizzati impianti idroelettrici e i pompaggi? Da più parti si chiede di tornare a sfruttare di più questa soluzione di stoccaggio dell’energia elettrica oggi sempre meno utilizzata. Anche i consumi per pompaggi sono in calo costante; questi fanno riferimento all’energia elettrica impiegata per il sollevamento di acqua, a mezzo pompe, al solo scopo di utilizzarla successivamente per la produzione di energia elettrica.

Nel 2013 e 2014 (fonte: FIRE) l’uso dei pompaggi è stato inferiore a 2 TWh annui ( e quest’anno potrà essere anche più basso), contro gli 8 del 2002, anno record. Nel frattempo si sono aggiunti nuovi bacini di accumulo per potenza complessiva a 7,7 GW. Nel 2002 un impianto medio di pompaggio lavorava 1100 ore l’anno, ma nel 2014 il numero di ore era sceso a 250, con l’uso minimo, 200 ore, proprio dove si trova il 70% della potenza di pompaggio, al Nord, e l’uso maggiore dove ce n’è sono meno, nelle isole e al Sud, con 500 e 400 ore annue rispettivamente.

I pompaggi dovrebbero riprendere il loro ruolo soprattutto alla luce dell’incremento delle rinnovabili intermittenti, come solare fotovoltaico ed eolico, per compensarne le variazioni. Il livellamento orario del prezzo dell’energia rende oggi forse meno conveniente il loro uso, ma questo uso dovrebbe essere spinto al fine di una maggiore stabilità del sistema e un minore impatto ambientale (vedi anche L’eclissi … dei pompaggi idroelettrici).

A tal proposito un emendamento all’articolo 22 del Ddl Concorrenza è stato presentato da Davide Crippa, deputato del M5S e colleghi (vedi allegato in basso). In pratica un aggiunta all’art. 22, perché, come si spiega nella motivazione, questa “… rappresenta una delle linee di azione da dover intraprendere per poter garantire, al tempo stesso, la sicurezza del sistema e il miglioramento sempre più deciso degli impatti ambientali del sistema elettrico. Con le attuali tecnologie, i sistemi di pompaggio idroelettrici rappresentano ancora la soluzione più efficace ed efficiente di affrontare i problemi di flessibilità e di stoccaggio dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili non programmabili”.

Ricordiamo che gli impianti di pompaggio sono tutti privati e non a completa disposizione del gestore di rete e tra le diverse indicazioni presenti nell’emendamento segnaliamo quella che chiede di ridurre la concentrazione su pochi soggetti di questi impianti: “A decorrere dal 1° gennaio 2017 nessun soggetto potrà disporre, anche per tramite di società collegate e controllate direttamente o indirettamente, di oltre il 30% della potenza (capacità) nominale degli impianti con unità idroelettriche di produzione e pompaggio”.

Questo e numerosi altri emendamenti presentati al Ddl Concorrenza verranno discussi e votati la prossima settimana dalle commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera.

L’emendamento sui pompaggi (pdf)

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