Solarnia, petizione per l’isola virtuale 100% rinnovabile che vuole diventare realtà

  • 18 Luglio 2015

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Solarnia, l'isola 100% rinnovabile e senza trivelle. Non è un'utopia, ma un progetto concreto che va trasformato in realtà con l'utilizzo di solare, eolico ed efficienza energetica. Una campagna di Greenpeace con una petizione aperta a tutti.

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In queste settimane il Ministero per lo Sviluppo Economico sta scrivendo un decreto per modificare il sistema di produzione di energia sulle isole.

Greenpeace vuole dimostrare che su questa strada bisogna prendere una direzione chiara: “Basta petrolio: è il momento di sole, vento e efficienza energetica. Trasforma in realtà l’isola dei tuoi sogni“. Questo lo slogan di una petizione lanciata dall’associazione ambientalista per Solarnia, l’isola ideale del sole.

Un argomento che QualEnergia.it ha più volte affrontato (articoli su isole minori), affinhcé le isole minori italiane possano essere un vero laboratorio di un sistema energetico 100% a fonti rinnovabili, anche se oggi ancora usano vecchi generatori a gasolio per produrre energia elettrica.

Ecco cosa è scritto nella presentazione della petizione di Greenpeace:

Solarnia non è un’isola reale, o almeno non ancora, ma nemmeno un’utopia. Diverse isole già oggi soddisfano il proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili (come El Hierro, alle Canarie), e altre hanno scelto la stessa strada (le Hawaii avranno elettricità 100% rinnovabile al 2035).

Mentre il mondo va nella direzione delle rinnovabili e dell’efficienza, l’Italia rischia di perdere il treno dello sviluppo sostenibile e di mettere in crisi il turismo anche per la decisione del governo di trivellare i nostri mari alla ricerca di combustibili fossili, in particolare petrolio e gas. Lo stesso petrolio che una ventina di piccole isole italiane non connesse alla rete elettrica nazionale – fra cui Favignana, Lampedusa, Pantelleria, Ponza, Tremiti, Giglio e altre – ancora usano per produrre quasi tutta la loro energia mediante vecchi generatori diesel, costosi e inquinanti.

I fumi di questi generatori inquinano l’aria di troppi paradisi delle nostre vacanze e il trasporto di idrocarburi è un altro rischio che si aggiunge alle trivelle che minacciano questi mari meravigliosi. Ma la cosa più assurda è che l’energia prodotta su queste isole con il petrolio viene pagata in bolletta da tutti noi con oltre 60 milioni di euro l’anno. Noi vogliamo che questi soldi non siano sprecati per finanziare un sistema basato sul petrolio, che oggi rischia di trasformare il Mediterraneo in un mare di trivelle, ma usati per realizzare un modello energetico verde e sostenibile.

Sole, vento ed efficienza energetica sarebbero una svolta non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia e l’occupazione.

Per firmare la petizione

 

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