Contatore rinnovabili: “con nuovo metodo di calcolo tetto di 5,8 miliardi non prima di fine 2016”

Con il nuovo metodo di calcolo nel decreto in arrivo si allontana il raggiungimento del limite di spesa oltre il quale cesseranno gli incentivi: secondo eLeMeNS il tetto dei 5,8 miliardi di euro non sarà raggiunto prima della fine del 2016, facendo arrivare il sistema incentivante alla sua naturale scadenza.

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Un’impennata a gennaio, un brusco crollo a febbraio-marzo, una nuova risalita ad aprile e, infine, un’altra discesa del costo a maggio, un valore pubblicato la scorsa settimana. Cosa succede al contatore degli incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche? E soprattutto, quando verrà raggiunto il tetto dei 5,8 miliardi di spesa, mantenuto anche nel nuovo decreto in arrivo?

A queste domande risponde Tommaso Barbetti, analista di eLeMeNS, in un intervento pubblicato su Quotidiano Energia. Iniziamo dalla spiegazione dei saliscendi degli ultimi mesi.

In termini generali – spiega Barbetti – oggi il trend del contatore è decrescente. “Il costo degli incentivi è infatti in diminuzione per via dell’uscita dall’incentivazione degli impianti con i certificati verdi e – secondariamente – per la mancata ammissione agli incentivi di un numero nettamente al di sopra delle attese di impianti già vincitori dei registri: il costo degli impianti sotto-soglia entrati in esercizio è tale da non compromettere minimamente tale percorso.” Se ad aprile si è visto un aumento del costo – aggiunge – ciò è avvenuto solo per via del ricalcolo delle producibilità da parte del Gse degli impianti aventi accesso alle tariffe onnicomprensive.

E per il futuro? Tenendo conto dei nuovi impianti, per un potenziale di oltre 1.200 MW, che potrebbero entrare in esercizio con gli incentivi del nuovo decreto in arrivo (che mantiene il tetto invariato a 5,8 miliardi) – mostrano le stime pubblicate da eLeMeNS nel suo Look Out trimestrale – e mantenendo il sistema di contabilità attuale, il contatore raggiungerebbe il limite di spesa nei primi giorni dell’anno 2016.

Il nuovo decreto però – stando alle bozze in circolazione – introduce una nuova metodologia per contare le risorse impegnate nell’incentivazione, metodologia che farà camminare molto più lento il contatore, allontanando il tetto.

Oggi il contatore si basa su una somma del costo potenziale degli incentivi, ma con il nuovo metodo il costo degli impianti vincitori di aste e registri non verrà più attribuito alla data di svolgimento del registro ma alla (presunta) data di entrata in esercizio delle iniziative.

Un esempio: “attualmente pesano sul registro oltre 450 milioni di costo relativi ad impianti che, pur avendo ottenuto il diritto all’incentivazione con aste e registri, non sono ancora stati realizzati: con il nuovo contatore tale costo verrà attribuito al futuro – con il Gse che ipotizzerà per ciascun impianto una data presunta di entrata in esercizio. Pertanto, dal momento in cui tale modifica diventerà operativa, il contatore calerà subito di 450 milioni, con questa somma che sarà così spalmata sul futuro. Tale logica si applicherà anche agli impianti che vinceranno le aste e registri previsti dal nuovo decreto: nessuna attribuzione di costo immediata, ma spesa spalmata sul futuro”.

Grazie al nuovo metodo di calcolo, spiega l’analista, “nella maggior parte degli scenari sviluppati da eLeMeNS nel suo LookOut, il picco di spesa del contatore non supererebbe il limite di 5,8 miliardi, facendo giungere il decreto alla naturale scadenza di fine 2016 e garantendo lo svolgimento delle due sessioni di aste e registri.”

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