Quando l’efficienza energetica fa bene alle casse dei Comuni

  • 2 Luglio 2015

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Realtà con caratteristiche diverse che si stanno muovendo in una direzione comune: come Narni, in Umbria, che ha ridotto di due terzi i consumi per l'illuminazione pubblica (56 kWh per abitante nel 2012) o Milano che, passando all'illuminazione al led, risparmierà 13 milioni di euro sulla bolletta entro il 2016. Il premio A+CoM.

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Si scrive efficientamento, si legge risparmio, energetico e in bolletta. Dati alla mano – fonte IV Rapporto ENEA Efficienza Energetica – grazie agli ecobonus oltre 2 milioni di famiglie hanno investito 22 miliardi di euro per riqualificare energeticamente le proprie abitazioni dal 2007 al 2013, con un risparmio di 7,55 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, pari a oltre 2 miliardi di euro di minori importazioni di gas naturale e petrolio. Un dato importante, riferito ai consumi familiari, che però rende bene l’idea di quale potrebbe essere il risparmio per le casse pubbliche (e, di riflesso, per le tasche di cittadini) se un equivalente percorso venisse intrapreso decisamente anche dalle amministrazioni locali.

Anche per questo, l’edizione 2015 del premio A+CoM – promosso da Alleanza per il Clima e Kyoto Club per valorizzare i Paes, Piani d’azione per l’energia sostenibile più innovativi e qualificati, c’è tempo fino al 27 agosto per partecipare – andrà a premiare non solo le progettualità, ma anche le migliori azioni realizzate dai Comuni per attuare i Paes approvati negli anni passati. Per verificare, insomma, se gli interventi previsti per rendere sempre più energeticamente efficienti le città siano sono stati posti in essere, e con quali risultati.

Per fare due esempi diversi, per dimensioni e caratteristiche ambientali, in Umbria il Comune di Narni (20mila abitanti in provincia di Terni) ha ridotto i propri consumi per l’illuminazione pubblica, passando dai 159 kWh consumati per abitante del 2010 (ben oltre la media italiana, che era di 105 kWh/abitante) ai 56 kWh per abitante del 2012 (ultimo dato al momento disponibile).

Milano, avendo recentemente sostituito il 100% degli impianti pubblici con luci a minor consumo energetico, è passato dagli 87 kWh pro capite con le luci pubbliche tradizionali ai 42kWh con le luci al led. Con un risparmio di quasi il 52% di energia che si tradurrà, da qui ai prossimi tre anni, in un risparmio di 13 milioni di euro sulla bolletta, che passerà dai 42 milioni del 2014 ai 29 milioni del 2016 (fonte ecodallecitta.it).

Una sensibilità crescente nei Comuni italiani, come testimonia l’ultimo rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente, che attesta che impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili sono presenti ormai in tutti le 8.047 municipalità italiane, con una progressione costante negli ultimi dieci anni. Un trend positivo che va di pari passo con il crescente numero di Enti locali che si stanno dotando di un proprio Paes – 383 i Piani approvati nel 2014 – segno che è sempre più diffusa tra gli amministratori la consapevolezza che solo attraverso un Piano d’azione ben calibrato e strutturato si possano dare risposte efficaci alle problematiche energetiche del proprio territorio e – questione non secondaria – intercettare i finanziamenti europei e ministeriali.

In tal senso A+CoM 2015, promosso da Alleanza per il Clima onlus (sostenitore del Patto dei Sindaci – Covenant of Mayors – comunità di enti locali europei che ha deciso di intraprendere politiche territoriali condivise per raggiungere l’obiettivo 20-20-20), in collaborazione con Kyoto Club e con il patrocinio della Fondazione Cariplo, può considerarsi un test per gli Enti locali che, con il proprio Paes, vogliano provare ad attingere ai finanziamenti di Roma o Bruxelles.

Solo pochi mesi fa, ad esempio, con il DM del 14 aprile 2015 il Governo ha stanziato 350 milioni di euro per finanziamenti a tasso agevolato a favore delle scuole pubbliche che effettuano interventi di efficientamento energetico degli immobili scolastici. Tra i criteri minimi richiesti per l’accesso ai finanziamenti, vi è l’obbligo di aumentare l’efficienza energetica dell’edificio di almeno due classi energetiche, il che presuppone aver effettuato un audit energetico degli edifici e avere stabilito e quantificato in termini di risultati un elenco di interventi possibili. E il discorso può allargarsi ai finanziamenti europei per l’efficienza, di cui possono beneficiare anche direttamente le amministrazioni, soprattutto se tali interventi sono inseriti all’interno di strategie locali ambiziose e ben definite.

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