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Efficienza energetica e acustica: come scegliere i serramenti giusti

Sostituire porte e finestre può essere un'ottima occasione per tagliare la bolletta e migliorare il comfort abitativo con un intervento che, almeno fino a fine anno, gode della detrazione fiscale del 65%. Tipologie di infissi e di vetro, prezzi, prestazioni energetiche e potere fonoisolante: uno sguardo al mondo dei serramenti.

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Sostituire porte e finestre può essere un’ottima occasione anche per tagliare la bolletta del gas, oltre che per migliorare il comfort abitativo, ad esempio escludendo i rumori provenienti dall’esterno.

Se si scelgono serramenti moderni, con determinate prestazioni in quanto a isolamento termico, si ha inoltre diritto a usufruire dell’ecobonus, cioè della detrazione fiscale del 65%, salvo proroghe valida fino a fine anno.

Per avere diritto all’incentivo (vedi vademecum ENEA allegato in basso), l’intervento deve configurarsi come sostituzione o modifica di elementi già esistenti (e non come nuova installazione) e le nuove porte e finestre devono delimitare un volume riscaldato verso l’esterno o verso vani non riscaldati.

I nuovi serramenti devono poi avere un valore di trasmittanza termica (Uw), cioè la quantità di calore che vi passa attraverso, inferiore o uguale a determinati limiti che vanno dagli 1,6 W/m²K per la zona climatica più fredda, la F, ai 3,7 W/m²K della zona più calda, la A (qui mappa con zone climatiche e qui tabella 2 del D.M. 26 gennaio 2010 con i limiti di trasmittanza) .

Le soluzioni tecnologiche disponibili sono diverse e possono essere classificate in base al vetro utilizzato e al tipo di infisso. “In ordine crescente di costi, prestazioni energetiche e diffusione – ci spiega Marco Chiesa dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano – abbiamo il vetro tradizionale stratificato, doppio o triplo; il vetro a controllo solare, che consente di ridurre i carichi termici da radiazione solare e che può essere riflettente o selettivo; e il vetro basso emissivo, una soluzione ancora relativamente di nicchia che riduce gli scambi radiativi con l’esterno attraverso un sottile film metallico. Per quel che riguarda gli infissi: in ordine di costi crescenti, quelli in legno; in polivinilcloruro (PVC); e in metallo, essenzialmente alluminio”.

Le prestazioni energetiche migliori si hanno con i vetro basso emissivi e con gli infissi in legno, come si vede dalle tabelle sotto, prese dall’Energy Efficiency Report 2013 curato dall’E&S Group.

Interessante è avere anche un’idea dei costi e anche qui ci aiuta il lavoro del team del Politecnico, che indica dei range di prezzo indicativi per finestre da 80 x 120 cm.

Ma quanto può contribuire a tagliare la bolletta montare finestre con un buon isolamento termico? Scopriamo che questo intervento, nonostante sia tra i più popolari tra quelli incentivati con l’ecobonus, ha tempi di rientro dell’investimento molto più lunghi rispetto ad altri lavori incentivati: tenendo conto della detrazione il pay back time è in genere sui 20 anni contro i 6-9 che ad esempio si hanno installando un impianto solare termico.

Ad esempio per un’abitazione da 100 mq – è la stima che ci dà Chiesa – nella quale sostituiamo 20 ante (8 finestre e 2 porte finetre) con serramenti in legno e doppio vetro, 2 W/m²K di trasmittanza conto i 5 di una finestra tradizionale, a fronte di una spesa di circa 10mila euro (a monte della detrazione fiscale), avremo un risparmio di circa 2-300 euro all’anno.

“La sostituzione dei serramenti non va però considerata come un investimento a se stante o destinato unicamente a ridurre i consumi – aggiunge l’esperto – se vado a realizzarla assieme ad altri interventi può contribuire a promuovere l’immobile in quanto a classe energetica, aumentandone il valore, oltre a migliorare il comfort abitativo, ad esempio dal punto di vista dell’acustica”.

E proprio l’acustica merita un discorso a parte: le prestazioni di un serramento da questo punto di vista sono riassunte dal valore Rw, potere fonoisolante aereo. Più alta la cifra, espressa in decibel, migliore l’isolamento.

“I prodotti in commercio ora vanno dai 30 ai 46 dB, ma ce ne sono anche da 48 o da 50 dB – ci spiega Pietro Mariotto, presidente di Anfit, l’associazione nazionale per la tutela della finestra – mentre i serramenti a vetro singolo, che ormai non si possono più installare, hanno poteri fonoisolanti sui 24-26 dB.”

Le prestazioni acustiche dei serramenti, spiegano gli esperti, aumentano con lo spessore delle lastre di vetro, essendo il potere fonoisolante proporzionale alla massa, ma le prestazioni migliori si hanno in finestre con vetrocamere asimmetriche, cioè con due lastre di spessori diversi, e dipendono anche dal tipo di costruzione. “Un ruolo importantissimo lo ha poi la posa: un buon serramento se montato male non mantiene le promesse in quanto ad isolamento acustico”, spiega Mariotto.

Ma come capire quale potere fonoisolante dobbiamo chiedere ai serramenti che vogliamo montare? “Il serramentista non ha le competenze per darvi indicazioni da questo punto di vista, ci si deve rivolgere a un professionista specializzato in acustica, ad esempio consultando associazioni come Anit, il quale indicherà le prestazioni acustiche a livello di facciata che la vostra casa deve avere per garantirvi il giusto comfort.

Si tratta di una scelta delicata: mentre per l’isolamento termico un errore porta al massimo a bollette più care, per l’acustica scelte sbagliate portano a danni fisici, che in quanto tali possono avere conseguenze penali per l’installatore o progettista”, avverte il presidente di Anfit.

Il vademecum Enea su serramenti ed ecobonus (pdf)

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