La produzione da fotovoltaico in Europa nel giro di 15 anni si moltiplicherà per quattro e il solare al 2030 coprirà dal 10 al 14% della domanda elettrica del vecchio continente. In Paesi in cui il FV è già forte, come Italia e Germania, già nel 2025 questa fonte potrebbe arrivare a superare la domanda baseload, cioè il carico di base, e fornire più del 50% dell’energia nei picchi di domanda. Chiaramente il sistema elettrico e le utility dovranno adattarsi a questo sconvolgimento.

L’avvertimento arriva da un nuovo dossier della società di consulenza tedesca Roland Berger (allegato in basso), ed è solo l’ultimo di una lunga serie di report da think-tank dell’economia e della finanza che mettono in guardia sull’impatto “disruptive” che la fonte solare avrà nei prossimi anni sul mondo dell’energia.
Solo l’1% della potenza FV installata in Europa al momento, sottolinea lo studio, è delle compagnie elettriche tradizionali: il solare è per le utility fondamentalmente un concorrente che si mangerà una fetta rilevante della domanda.

Come anticipato e come si vede dal grafico sotto, il fotovoltaico in alcuni sistemi elettrici, tra cui quello italiano, avrà un ruolo da protagonista. Gli istogrammi a destra mostrano, per ogni Paese, il contributo della potenza da FV che si prevede sarà operativa a quell’anno (colonna gialla) in rapporto alla potenza totale (colonna), alla domanda baseload (trattino grigio scuro) e alla domanda di picco (trattino grigio chiaro): in Italia, ad esempio, si prevede che ci sia più potenza da FV rispetto a quella necessaria per il carico di base e abbastanza da coprire più di metà della domanda di picco.

Per il nostro Paese e qualche altro Roland Berger stima che, entro il 2030, il FV potrà soddisfare il 50% della domanda del residenziale e del commerciale. Le utility dovranno dunque rinunciare a business model basati sui volumi attuali della elettricità venduta. La strada quasi obbligata per le compagnie elettriche sarà quella di vendere flessibilità e servizi energetici.

“Si dovranno sviluppare soluzioni per assicurare la continuità della fornitura elettrica (vista la produzione intermittente del FV, ndr). Le utility, nel ridisegnare i loro modelli di business per adattarsi al nuovo stato delle cose, possono giocare un ruolo importante nel bilanciare domanda e offerta”, osservano gli analisti.

In particolare il ruolo delle centrali termoelettriche sarà quello di adattare velocemente la produzione ai cambiamenti di domanda e offerta: per farlo si dovrà passare a meccanismi di mercato che premino la potenza flessibile messa a disposizione anziché la mera produzione, serve cioè un capacity market, come quello che vari Paesi, tra cui il nostro, si stanno preparando ad adottare.

A spingere la crescita del fotovoltaico sarà il calo dei costi (vedi grafico sotto). Il report ricorda come, per il prezzo dei moduli, si sia passati dai 100 $/Wp del 1975 agli 0,60 del 2014. E i costi continueranno a calare, citando la stima di Deutsche Bank: del 40% del costo dei sistemi entro il 2017 .

L’LCOE, il costo di produzione tutto compreso, secondo Roland Berger, entro il 2030 scenderà fino a minimi di 56 $/MWh per i grandi parchi FV (valori peraltro poco distanti da quelli già raggiunti in alcuni progetti in Medio Oriente) e fino a 63 $/MWh per gli impianti residenziali (vedi grafico qui).

La grid parity, si sottolinea, in  diversi mercati c’è già. Cambiamenti normativi, come tasse e oneri sull’autoconsumo, potranno rallentare la competitività e scoraggiare l’adozione del FV, ma solo temporaneamente: con la discesa dei costi la penetrazione crescerà in maniera inarrestabile.

Il passo successivo sarà quello dell’adozione di sistemi di accumulo, per i quali, citando le stime dei principali analisti (vedi grafico qui), si prevede un rapido calo dei costi. Il prezzo attuale degli accumuli, riporta lo studio, è di circa 800 $/kWh, anche se, si fa notare, Tesla venderà la sua nuova batteria a 500 $/kWh, installazione e inverter compresi. Entro il 2025 Roland Berger prevede che si scenda fino a 200 $/kWh.

In una previsione, sostanzialmente allineata a quella di Deutsche Bank, la società di consulenza prevede che il costo aggiuntivo all’LCOE dato dall’integrazione delle batterie ad un impianto FV nel giro di 5 anni passi dagli attuali 0,14 $/kWh a 0,02 $/kWh. A quel punto il fotovoltaico con accumulo sarà in grid parity senza incentivi e questo non potrà che dare un’ulteriore forte accelerazione alla diffusione del solare.

Il report (pdf)