Programma Apollo, ma ora per accelerare nel mondo la competitività delle rinnovabili

Un gruppo di economisti britannici tra cui Lord Stern e il delegato per i negoziati sul clima, David King, lancia il 'Global Apollo Program', per coordinare a livello mondiale gli sforzi della ricerca e far sì che entro 10 anni l'elettricità da rinnovabili costi meno di quella da carbone.

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Come la ricerca è riuscita a mandare l’uomo sulla Luna, così nel giro di 10 anni può rendere le rinnovabili nettamente più competitive rispetto alle più “economiche” tra le fonti fossili: per farlo serve solo il giusto sforzo, che non dovrebbe essere inferiore a quello che durante la guerra fredda si è destinato alla corsa allo spazio.

È questo lo spirito che anima il Global Apollo Program, un’iniziativa lanciata ieri da noti economisti britannici tra cui Lord Nicholas Stern e il delegato britannico per i negoziati sul clima, David King (vedi allegato in basso). Per la ricerca su rinnovabili e sistemi di accumulo – è questo l’appello – devono essere stanziati, a livello mondiale, aiuti pubblici paragonabili a quelli messi in campo per la missione Apollo che portò gli astronauti americani sul satellite della Terra. Si parla di almeno 15 miliardi di sterline all’anno di investimenti pubblici in R&D, cioè circa 23 miliardi di dollari all’anno.

La stima di Lord Richard Layard, economista tra i promotori dell’iniziativa, è che a livello mondiale ora solo il 2% del totale dei finanziamenti pubblici alla ricerca sia rivolto a risolvere quello che è il problema più grande dei nostri tempi, cioè il global warming. Il Global Apollo Program punta a raddoppiare questa percentuale.

Per farlo si propone che tutti i Paesi aderenti all’iniziativa destinino alla ricerca nell’energia pulita almeno lo 0,02% del Pil. Le varie nazioni che parteciperanno siederanno in un comitato direttivo che indirizzerà e coordinerà i programmi di ricerca per massimizzarne l’efficacia. Non ci sarebbe comunque un fondo centralizzato, ma i diversi Stati manterrebbero il controllo su come i loro soldi saranno spesi.

Secondo King, che come detto è l’uomo di riferimento del Regno Unito nei negoziati internazionali sul clima, sono già molti i Paesi interessati ad aderire al Global Apollo Program: oltre alla Gran Bretagna, Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Messico ed Emirati Arabi. Del piano si è già parlato tra i ministri dell’energia dei G7 e il tema sarà nell’ordine del giorno del prossimo vertice dei sette grandi, che si terrà il Germania domenica prossima, il 7 giugno.

Per riuscire a rendere le rinnovabili competitive, si spiega, bisognerà investire molto anche sui sistemi di accumulo e sulle reti intelligenti, mentre il nuovo programma non prevede fondi aggiuntivi per efficienza energetica, nucleare e cattura della CO2 che, si spiega, “godono già di un ingente sforzo in ricerca”.

L’obiettivo cui il nuovo programma Apollo punta è, come accennato, rendere entro 10 anni il costo della generazione dell’elettricità da rinnovabili inferiore a quello del carbone. In certi contesti, come abbiamo riportato più volte, questo traguardo è già stato raggiunto oggi: si pensi agli impianti FV in Medioriente che produrranno a 6 centesimi di dollaro a kWh.

Peraltro, come ha ricordato Lord Stern nel presentare l’iniziativa, il costo attuale della generazione da carbone è basso solo perché quasi tutti i costi climatici, ambientali e sanitari vengono scaricati sulla collettività. Anche per via di questa “esenzione”, calcola il Fondo Monetario Internazionale, le fossili ricevono oggi aiuti pubblici per 5.300 miliardi di dollari all’anno.

Insomma, la Luna di questo nuovo programma Apollo è decisamente più vicina di quanto lo era quella vera per gli astronauti degli anni ’60: per raggiungerla basterebbe togliere alle fossili l’ingiusto vantaggio di cui godono (un kWh da carbone costerebbe il triplo se includesse i costi che provoca). Ma di certo una spinta decisa alla ricerca è essenziale per la decarbonizzazione del sistema energetico, che è necessaria ad affrontare la transizione energetica e dunque la sfida del clima che cambia.

Il documento del Global Apollo Program (pdf)

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