Il fotovoltaico supera l’1% della domanda elettrica mondiale e in Italia è al 7,5%

I dati dell'IEA PVPS, il programma sul solare dell'Agenzia internazionale per l'energia, presentati nel suo report annuale. Nel documento anche un capitolo dedicato al fotovoltaico in Italia: siamo il Paese con più solare nel mix elettrico; il contesto è buono per i piccoli impianti, ma i produttori di moduli e inverter devono guardare all'estero.

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Il fotovoltaico continua a crescere e nel 2014 ha fornito oltre l’1% dell’elettricità mondiale. Intanto l’Italia si conferma la nazione dove il solare pesa di più, con il 7,5% del fabbisogno elettrico coperto dal FV. Lo annuncia l’IEA PVPS, il programma sul solare dell’Agenzia internazionale per l’energia presentando il suo report annuale (allegato in basso).

Per Stefan Noak, direttore dell’IEA PVPS, quello dell’1% “può sembrare un piccolo numero, ma rappresenta uno sviluppo portentoso rispetto a quanto avvenuto negli ultimi anni, una crescita che ha superato tutte le previsioni, da quelle della IEA a quelle di Greenpeace”.

Nel 2014, si legge nel documento, sono stati installati altri 40 GW di potenza da FV, portando il totale a 180 GW. “Assieme a questa importante crescita del mercato, il FV ha guadagnato in competitività ed è diventato una delle opzioni più economiche tra le rinnovabili, con LCOE che nei migliori casi scendono sotto gli 0,06 US$/kWh”, si legge nella prefazione di Nowak. Come abbiamo riportato, infatti, a ottobre 2014 a Dubai è stata vinta un’asta per 100 MW di potenza  proponendo un prezzo 5,98 centesimi di dollaro a kWh, mentre la settimana scorsa in Giordania, un’asta per 4 parchi da 50 MW è stata vinta con un offerta a 6,13 c$/kWh.

Il report, oltre a fornire un resoconto delle attività dell’agenzia, mostra i trend in atto nel mondo del fotovoltaico, il principale dei quali è la crescita dei mercati emergenti, specie quelli asiatici, e il calo di quelli europei. Nel 2012 l’Europa contribuiva per il 59% delle nuove installazioni, nel 2014 invece il 60% della nuova potenza è stato installato in Asia e solo il 18% nel vecchio continente.

Cina, Giappone e Stati Uniti, sono nell’ordine i mercati più importanti con, rispettivamente, 10,6, 9,7 e 6,2 GW di nuova potenza connessa in rete nel 2014. Ma sono ormai molti, e presenti in diverse aree, i mercati che stanno diventando rilevanti: ben 9 Paesi nel 2014 hanno installato quasi 1 GW e oltre.

Il documento IEA presenta poi alcuni capitoli dedicati alle varie nazioni. Siamo andati a sfogliare quello dedicato all’Italia, curato da Salvatore Castello dell’ENEA, Savatore Guastella e Fabrizio Paletta, di RSE e Francesca Tilli del GSE.

Le pagine dedicate all’Italia (pag. 67 e seguenti) descrivono un contesto normativo relativamente favorevole ai piccoli impianti in autoconsumo, grazie a detrazioni fiscali, normativa SEU, certificati bianchi e nuove regole per gli accumuli.

Nel 2014 in Italia sono stati installati 385 MW, che hanno portato il totale a 18,45 GW, dei quali 8,6 sono impianti a terra, circa 9,8 su edificio (tra integrati e non) e 30 MW sono di fotovoltaico a concentrazione (mentre altri circa 13 MW, non compresi nel totale, sono relativi a installazioni off-grid).

Ne nostro Paese, si ricorda, il FV produce 23,3 TWh di elettricità, pari al 7,5% del fabbisogno elettrico nazionale (309 TWh), mentre ad agosto 2014 il contributo del FV è arrivato addirittura al 12% della domanda e in alcune ore di giugno dell’anno scorso la potenza fornita dal solare è stata pari a quella dell’intero carico del sistema elettrico nazionale.

Guardando alla filiera, la produzione di celle ha subito una brusca frenata nel 2014 per il fermo di importanti aziende nazionali, mentre la capacità produttiva per i moduli è rimasta stabile a circa 800 MW/anno, grazie all’attività di aziende come 3 Sun (azienda di Enel Green Power con sede in Sicilia) e la nuova arrivata MegaCell, che può produrre 80 MW/anno dei suoi nuovi moduli bifacciali. Molto più forte il nostro Paese è sugli inverter, con 8 aziende che assieme hanno una capacità produttiva di 7 GW.

Quel che è certo, sottolineano gli esperti, è che date le aspettative sul mercato interno –  “0,5-1 GW  all’anno” – l’internazionalizzazione per il settore è un obbligo. Una strada che presenta più difficoltà per chi fa moduli, mentre è già stata intrapresa con discreto successo da chi produce inverter e dagli EPC, che oltre ad andare a realizzare impianti all’estero, si sono convertiti all’O&M sul parco esistente.

Il report IEA PVPS (pdf)

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