Legambiente: le brutte sorprese del nuovo decreto sulle rinnovabili elettriche

  • 22 Maggio 2015

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Soldi agli inceneritori e alle mega centrali a biomasse, da una parte, e tagli drastici degli incentivi, fino al 40%, per piccoli impianti a fonti rinnovabili, dall'altra. Secondo Legambiente la bozza di decreto sulle rinnovabili elettriche non FV è come “un green act al contrario”. Un attacco alla generazione distribuita di energia pulita.

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Tagli fino al 40% agli incentivi per l’eolico destinati ai piccoli impianti e del 24% per il mini idroelettrico. Stop per l’eolico offshore in Italia. Al contrario, nessun taglio agli incentivi per i rifiuti da bruciare negli inceneritori, che potranno beneficiare di tariffe più alte rispetto a quelle previste per l’eolico. Addirittura per le biomasse bruciate nei vecchi zuccherifici sono previsti 135 MW di nuovi impianti con tariffe garantite per 20 anni e una spesa complessiva di 5 miliardi di euro da pagare in bolletta.

Il testo del nuovo decreto sugli incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche, inviato dal Ministero dello Sviluppo Economico alla Conferenza Stato Regioni per il parere, prima dell’approvazione definitiva, prevede diverse sorprese negative.

“Un green act al contrario – commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Il futuro delle rinnovabili è nella generazione distribuita, che questo decreto penalizza, e nello stop agli incentivi per mega impianti a biomasse e inceneritori, che invece vengono generosamente foraggiati. Ci auguriamo davvero che il governo Renzi non voglia approvare, dopo lo spalma-incentivi che ha penalizzato il solare fotovoltaico e lo Sblocca Italia che ha rilanciato le trivellazioni di petrolio e gas, un ennesimo provvedimento nel settore energetico che risponde solo alle richieste di alcune lobby e va contro gli interessi dei cittadini e dell’ambiente”.

Il decreto prevede che il sistema degli incentivi resti in vigore fino al 31 dicembre 2016, salvo lo sforamento del tetto di 5,8 miliardi di euro di spesa in bolletta. Legambiente sottolinea come le richieste che provenivano dal settore delle rinnovabili, presentate nelle scorse settimane dal Coordinamento Free durante gli incontri con il governo, siano state del tutto inascoltate.

Inoltre, in questa fase, la richiesta delle imprese delle rinnovabili non è di avere più incentivi ma, al contrario, di cancellarli per gli impianti che non sono alimentati da fonti rinnovabili, come gli inceneritori e i mega impianti a biomasse, e di introdurre semplificazioni nella direzione dell’autoproduzione da energie pulite per imprese e cittadini.

 

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