Verso l’elettrificazione efficiente spinta e l’abbandono dei fossili

La forte penetrazione delle rinnovabili in questo secolo ha totalmente alterato gli scenari elettrici e, più complessivamente, quelli energetici. L’uso efficiente dell’energia resta il primo obiettivo, ma la diffusione delle rinnovabili ha cambiato la sensibilità sulle modalità d’uso dell’elettricità e determinerà sempre più le scelte future.

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Come cambiano i tempi … Ricordo un acceso dibattito tenutosi all’Università di Palermo alla fine degli anni Settanta con la partecipazione di Felice Ippolito, uno degli alfieri del nucleare in Italia. Si ventilava allora l’ipotesi di costruire una centrale atomica in Sicilia e in questo contesto erano state presentate dall’Enel delle proiezioni di crescita della domanda decisamente sovradimensionate, un approccio comune peraltro anche per le stime nazionali. Per la fine degli anni Ottanta si prevedevano infatti consumi del 60% più elevati rispetto alla domanda che poi si è verificata. Il mio intervento in quel dibattito era invece centrato sulle possibilità offerte dalla progressiva eliminazione degli usi elettrici impropri e dall’adozione di elettrodomestici più efficienti che rendevano inutile la realizzazione della centrale nucleare.

Questa era allora la linea dominante nel mondo dell’ambientalismo scientifico, in Italia come negli Usa (si leggano nel cap. 3 di “2 °C. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia” le battaglie vincenti del fisico Arthur Rosenfeld per evitare la realizzazione di centrali nucleari in California). Per quanto riguarda il solare e l’eolico si intuiva avrebbero avuto un ruolo importante, ma allora erano ancora tecnologie marginali.

Tutto è cambiato con la loro irruzione in questo secolo che ha totalmente alterato gli scenari elettrici e come vedremo, più complessivamente quelli energetici. L’uso efficiente dell’energia rimane sempre il primo obiettivo da raggiungere, ma la tumultuosa diffusione delle fonti rinnovabili ha cambiato la sensibilità e le politiche sulle modalità d’uso dell’elettricità e determinerà sempre più le scelte future.

Entro una decina di anni in diversi paesi europei (e non solo) più della metà della produzione elettrica sarà verde, con la prospettiva di avvicinarsi al 100% al 2050.

In un contesto in cui l’emergenza climatica è destinata ad esercitare un ruolo centrale nella definizione delle strategie energetiche, l’elettrificazione spinta diventa il nuovo obiettivo. Dovendo ridurre il consumo dei combustibili fossili, il nuovo mix di generazione elettrica suggerisce, infatti, di promuovere tutti i possibili usi elettrici efficienti. E non è solo il riscaldamento globale a richiedere questa accelerazione. Le morti per inquinamento legate alla combustione e l’invivibilità delle città asiatiche impongono un cambio di vettore energetico. Ma più in generale, i disastri ambientali e sociali legati all’estrazione dei combustibili fossili, i conflitti determinati dal possesso di queste risorse spingono per un loro rapido abbandono grazie all’elettrificazione verde.

Prendiamo i trasporti. I biocarburanti di seconda o terza generazione potranno dare un contributo, ma la vera svolta in termini di riduzione delle emissioni climalteranti potrà avvenire solo con la diffusione su larga scala della mobilità elettrica. Lo stesso si può dire anche per la climatizzazione edilizia con la diffusione di pompe di calore efficienti. Considerato che la sfida climatica dipenderà dalle scelte dei prossimi 15 anni, andrà accelerata la generazione elettrica da rinnovabili, dovrà decollare la mobilità elettrica e si dovrà avviare la riqualificazione spinta del parco edilizio.

Insomma, la partita sul versante ambientale e sociale, dell’equità e della salute è centrata sul rapido abbandono dei fossili. Oggi, grazie a rinnovabili ed efficienza energetica, questo scenario diventa concreto e questo spiega l’importanza di movimenti come “Divest Fossil”.

 

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