Isolamento termico: costi, incentivi e benefici

La valutazione dei costi e del beneficio economico ottenuto con la riqualificazione energetica dell’involucro non è semplice e diretta. L’economicità di un intervento dipende dall’esito dell’analisi preliminare condotta sullo stato dell’edificio e dell’audit energetico. Vediamo qualche caso pratico. Dallo Speciale Tecnico di QualEnergia.it

ADV
image_pdfimage_print

Una casa isolata ha dispersioni termiche ridotte e, di conseguenza, anche le bollette per il riscaldamento e il condizionamento sono minori. I consumi energetici degli edifici si possono ridurre fino al 70-80% isolando le pareti esterne dell’edificio e le coperture.

(Clicca qui per chiedere un preventivo gratuito per l’isolamento di casa a quattro aziende diverse attive nella tua zona, tramite QualEnergia.it)

Fino al 31 dicembre 2015 per un intervento di isolamento o coibentazione sulla singola abitazione, sulle parti comuni degli edifici condominiali e su tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, si può usufruire delle detrazioni fiscali del 65% (in 10 rate annuali) per la spesa sostenuta. La detrazione è riconosciuta nella misura massima di 60.000 euro. Il tecnico che redige l’asseverazione deve sempre specificare il valore di trasmittanza originaria del componente su cui si interviene e asseverare che successivamente all’intervento la trasmittanza dei medesimi componenti sia inferiore o uguale ai valori prescritti. Per le sole pubbliche amministrazioni l’incentivo disponibile è il conto termico.

La valutazione dei costi e del beneficio economico ottenuto con la riqualificazione energetica dell’involucro non sempre è semplice e diretta. L’economicità e i vantaggi di un intervento dipendono molto dall’esito dell’analisi preliminare condotta sullo stato dell’edificio e dell’audit energetico. La necessità, obbligata, di alcuni interventi di manutenzione e ristrutturazione potrebbe far risultare molto conveniente il ricorso all’isolamento dell’involucro. A titolo esemplificativo si riportano alcuni casi:

  1. Se in un condominio o abitazione plurifamiliare occorre rifare la facciata di un edificio in quanto degradata e in cattivo stato conservativo, il costo di un isolamento a cappotto si riduce al costo del pannello isolante e al più al rifacimento delle soglie delle finestre, in quanto i costi relativi alle spese professionali per la pratica edilizia, ai ponteggi, e ai lavori di ritinteggiatura dovrebbero comunque essere sostenuti dalla committenza. Il costo del pannello dipende anche dal tipo di materiale isolante scelto: si parte dal più economico e diffuso come l’EPS, polistirene espanso, che si aggira intorno ai 6-8 €/mq per un pannello da 10 cm fino ai 15-20 €/mq per un pannello da 10 cm di sughero bruno. È chiaro che la scelta del materiale non dipende solo dalla componente economica, ma va valutato il materiale isolante più idoneo per le diverse applicazioni. Ciascun materiale presenta pro e contro e si presta a risolvere problemi specifici, che vanno analizzati di caso in caso.
  1. Se va rifatto il manto impermeabile di un tetto a causa di infiltrazioni è possibile prevedere l’inserimento di un materiale isolante che ne migliori le performance invernali ed estive.

Caso pratico

Cascina lombarda (zona climatica E) di circa 360 mq di superficie utile, attuale residenza singola su due livelli. Necessario il rifacimento del manto di copertura a causa di infiltrazioni. La superficie del tetto è di circa 330 mq, pari cioè ad un terzo della superficie disperdente totale. Basterebbe quindi inserire uno strato isolante per dimezzare le dispersioni del tetto e avere quindi una considerevole riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento.

Valutando i costi per la rimozione del manto di copertura esistente, per la sistemazione dell’impermeabilizzante, posa dell’isolante, ricollocazione del manto precedentemente rimosso, l’incidenza del costo dell’isolante sul costo totale dell’intervento è di circa un terzo, che però viene ammortizzato con il 65% della detrazione fiscale della spesa. Nello specifico caso è stato scelto un materiale naturale quale la fibra di legno, di 15 cm di spessore, ad elevato calore specifico e ad elevata densità che consente quindi di migliorare le prestazioni energetiche estive evitando di ricorrere all’ausilio di impianti.

  1. Se occorre rifare l’impianto di riscaldamento o sostituire il generatore di calore potrebbe essere utile e più conveniente analizzare le dispersioni termiche, capire come poterle ridurre in modo da scegliere la tipologia e le caratteristiche tecniche del nuovo sistema impiantistico in funzione dei fabbisogni energetici effettivi da colmare. In sintesi, vale la pena isolare prima le strutture e poi prevedere un impianto con potenza termica minore con il vantaggio che questo generatore non solo avrà un costo inferiore, ma soprattutto avrà minori costi di gestione con una conseguente riduzione della bolletta.

Caso pratico

Appartamento residenziale di superficie utile da 105 mq (zona climatica D), collocato al primo piano di un edificio plurifamiliare su un garage non riscaldato. È necessario il rifacimento totale dell’impianto termico: da una caldaia standard con radiatori ad una pompa di calore con pannelli radianti. Analizzando le dispersioni dell’involucro è evidente che la maggior superficie disperdente dell’appartamento è costituita proprio dal solaio su garage non riscaldato (visto che lateralmente l’appartamento confina con altri riscaldati). Quindi la mera sostituzione del generatore avrebbe richiesto una pompa di calore di potenza pari ad almeno 15 kW. Decidere invece di isolare il solaio su garage con pannelli isolanti di spessore di 10 cm all’intradosso del solaio permette di ridurre la potenza della pompa di calore a 7 kW, con un risparmio di circa 4.000 €.

Pertanto, l’intervento di isolamento è costato circa 2.500 € che, rispetto ai 4.000 € di differenza di costo tra le pompe di calore di potenza diversa, comporta un risparmio immeditato di 1.500 €, una durata maggiore dell’intervento e soprattutto una serie di benefici nel tempo in termini di costo della bolletta: riduzione della potenza impegnata con minori spese di allaccio e spese fisse nei consumi comunque minori.

Di fatto, gli interventi di riqualificazione dell’involucro, a fronte dell’investimento iniziale e del risparmio energetico ottenuto, hanno tempi di ritorno medio-lunghi se non si tiene conto dei possibili incentivi e agevolazioni fiscali, ma per una più equa valutazione è importante:

  • tener conto anche della durata dell’intervento, di gran lunga superiore alla durata di interventi sull’impianto; è infatti limitante porre come tempo di ritorno, da indicare nell’Attestato di Prestazione Energetica, 10 anni;
  • effettuare la valutazione dei costi e dei benefici con il calcolo del tempo di ritorno dell’investimento, al netto di quelle spese che comunque sarebbero state sostenute, in quanto interventi di manutenzione necessari.
  • L’articolo, aggiornato, è tratto dallo Speciale Tecnico “Soluzioni e tecnologie per un efficace isolamento dell’abitazione“, curato dall’arch. Daniela Petrone (ottobre 2013)

(Clicca qui per chiedere un preventivo gratuito per l’isolamento di casa a quattro aziende diverse attive nella tua zona, tramite QualEnergia.it)

ADV
×