L’Europa bacchetta l’Italia sul recepimento delle norme sull’efficienza energetica

La Commissione ha avviato due procedure di infrazione contro l'Italia per il mancato recepimento di alcune norme contenute nelle direttive 2009/72/CE e 2009/73/CE (Terzo Pacchetto energia) e 2012/27/UE sull'efficienza energetica.

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Con una lettera a firma del commissario all’Energia Miguel Arias Canete, l’UE bacchetta l’Italia in merito ai ritardi e alle contraddizioni relative al recepimento delle norme europee sull’efficienza energetica. La Commissione ha avviato due procedure di infrazione contro l’Italia per il mancato recepimento di alcune norme contenute nelle direttive 2009/72/CE e 2009/73/CE (Terzo Pacchetto energia) e 2012/27/UE sull’efficienza energetica.

Le critiche rispetto al mancato o non corretto recepimento (vedi allegato in basso) vanno dagli audit per capire lo stato di salute energetico delle abitazioni ai sistemi di trasmissione dell’energia, fino alla tutela della corretta informazione dei cittadini sui consumi e i risparmi alla distribuzione di energia. Nel mirino anche le misure volte ad eliminare gli ostacoli di ordine regolamentare e non regolamentare all’efficienza energetica e le misure per agevolare, attraverso strumenti finanziari, gli interventi di efficienza energetica.

Sono 35 i punti problematici riscontrati dagli uffici della Commissione rispetto ai quali il Governo dovrà rispondere in 60 giorni. Tra le lacune contenute nel D.lgs 4 luglio 2014 n. 102 con cui il nostro Paese ha recepito la direttiva del 2012, in particolare, manca la definizione di audit energetico e non sono state recepite le norme concernenti la definizione di “gestore del sistema di trasmissione” e di “aggregatore”, la pubblicazione dei risparmi realizzati da ciascuna parte obbligata, la fornitura ai consumatori da parte degli operatori di informazione e consulenza in materia di efficienza, l’accesso trasparente e non discriminatorio al mercato dei servizi energetici, i contatori in grado di fornire informazioni sulla fatturazione precise e basate sul consumo effettivo, le misure e gli investimenti volti a introdurre nelle infrastrutture di rete miglioramenti di efficienza.

L’Italia non avrebbe poi recepito la direttiva nella parte concernente la cogenerazione ad alto rendimento: mancherebbe la possibilità di poter contribuire all’offerta di servizi di bilanciamenti ai Tso e Dso e l’obbligo per questi ultimi di garantire la trasmissione e distribuzione di elettricità da questa tecnologia e assicurarne l’accesso prioritario o garantito alla rete. Nel mirino di Bruxelles sono finite anche il mancato recepimento di alcune disposizioni relative al mercato dei servizi energetici e l’assenza delle modalità per dotare i clienti finali di contatori individuali che avrebbero dovuto essere introdotte dall’Autorità per l’Energia.

“Le critiche puntuali della Commissione Europea confermano quanto l’Italia debba fare per recuperare i ritardi rispetto alle regole europee in tema di efficienza”è commento di Legambiente, Kyoto Club e Coordinamento Free. “Eppure, tutti gli studi e  i rapporti dimostrano senza possibilità di smentita che i cittadini e le imprese italiane avrebbero vantaggi enormi se si puntasse decisamente in questa direzione, perché si ridurrebbero la spesa energetica e le importazioni, migliorerebbero le prestazioni ambientali e si creerebbe lavoro attraverso l’innovazione. Ci auguriamo che questo ennesimo avvertimento da parte di Bruxelles sia decisivo per far finalmente capire al Governo Renzi quanto sia nell’interesse dell’Italia scegliere la strada dell’efficienza energetica”.

La lettera di Canete (pdf)

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