Impianti fotovoltaici tra 6 e 20 kW: ecco cos’è la scadenza del 30 aprile

Chi ha un impianto fotovoltaico tra 6 e 20 kW installato prima del 31 marzo 2012 entro il 30 aprile deve adeguarlo ai sensi della Delibera 243/2013 AEEG. Si tratta di un intervento una tantum di taratura dell'inverter per adeguarlo alle nuove norme. Per il proprietario dell'impianto una spesa che normalmente si aggira sui 300-500 euro.

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A casa di molti proprietari di impianti fotovoltaici tra 6 e 20 kW di potenza stanno arrivando degli avvisi che possono mettere in confusione: il GSE invita chi non l’ha già fatto ad adeguare l’impianto, entro il 30 aprile, ai sensi della Delibera 243/2013 dell’Autorità per l’energia (una scadenza che avevamo già ricordato). In caso di mancato adeguamento nei tempi prescritti si perderà il diritto agli incentivi quali conto energia, scambio sul posto o ritiro dedicato.

La delibera citata (in allegato in basso) definisce le tempistiche e le modalità per l’adeguamento ad alcune prescrizioni dell’Allegato A70 al Codice di rete di Terna, che serve a garantire maggiore stabilità e sicurezza agli impianti con potenze superiori a 6 kW, allacciati entro il 31 marzo 2012. Per semplificare si tratta di modifiche alla taratura dell’inverter e/o installazione di un dispositivo di interfaccia esterno.

L’adeguamento in oggetto, precisiamo visto che qualche lettore ce l’ha chiesto, dovrà essere fatto una volta per tutte e non è un intervento periodico come ad esempio quelli previsti per le caldaie.

Per gli impianti più grandi i termini sono già scaduti, a giugno 2014, quelli sotto i 6 kW sono esonerati dagli obblighi, mentre, appunto, la scadenza per quelli tra i 6 e i 20 kW installati prima di fine marzo 2012 è il prossimo 30 aprile.

È dunque importante che ogni proprietario di impianto FV di queste taglie installato prima del 31 marzo 2012 contatti il proprio installatore per procedere per tempo all’adeguamento. L’intervento normalmente non è tra quelli coperti dalla garanzia, dipendendo da modifiche normative che installatori e produttori non potevano prevedere.

Se chi ha installato l’impianto nel frattempo ha cessato l’attività ci si dovrà rivolgere a qualche altro professionista, che si dovrà occupare sia della parte tecnica che di quella burocratica. I costi dell’operazione, stando ai tecnici sentiti, in media vanno dai 300 ai 500 euro a seconda della complessità dell’operazione, che dipende anche dalla marca dell’inverter.

A seguito dell’adeguamento dell’impianto, il produttore di energia, cioè il proprietario dell’impianto, deve sottoscrivere il “nuovo regolamento di esercizio” allegando una dichiarazione sostitutiva di atto notorio redatta, ai sensi del D.P.R. 445/00, da un responsabile tecnico di impresa installatrice abilitata o da un professionista iscritto all’albo professionale secondo le rispettive competenze.

La delibera 243-2013 (pdf)

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