Così l’eolico farà risparmiare centinaia di miliardi

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La crescente competitività dell'eolico potrà portare questa tecnologia a giocare un ruolo molto importante nel mix elettrico dei prossimi decenni. Come mostra uno studio del DoE, la sua penetrazione in dosi massicce nelgli Usa, non solo è gestibile, ma potrà dare vantaggi economici sia a livello di sistema elettrico sia per il clima e l'ambiente.

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L’eolico in molte situazioni è già competitivo con le fonti convenzionali. Nei prossimi decenni raggiungerà quote decisamente rilevanti nel mix elettrico di molti Paesi e ciò porterà rilevanti benefici economici. Negli Stati Uniti, ad esempio, le ultime previsioni del DoE stimano che il contributo del vento alla domanda elettrica salirà dal 4,5% attuale al 35% entro il 2050. Oltre a non causare particolari problemi di integrazione nel sistema elettrico, un tale sviluppo farà risparmiare, rispetto ad uno scenario in cui la penetrazione dell’eolico si stabilizzi, quasi 150 miliardi di dollari in costi per il sistema elettrico, 400 miliardi di $ per minori emissioni di CO2, 108 mld in inquinamento atmosferico e consentirà la creazione di 600mila posti di lavoro in più.

A spiegarlo è un nuovo studio del Department of Energy sul potenziale dell’eolico negli Usa, “Wind Vision, a new era for wind energy in the US” (allegato in basso). Il DoE ipotizza 3 scenari, il Baseline, decisamente improbabile, nel quale la potenza eolica statunitense resta costante a 61 GW; il Business-as-Usual Scenario, che assume che proseguano i trend attuali; e lo Study, definito come “un’evoluzione plausibile”, che assume forti riduzioni dei costi della tecnologia, alti costi delle fossili e il proseguimento delle politiche di supporto.

Nello scenario Study la quota del vento nel mix statunitense raddoppia nel giro di 5 anni, arrivando al 10% al 2020; poi sale al 20% al 2030 e arriva al 2050 al 35%. Come si vede dal grafico, questo scenario non si discosta molto dal più conservativo Business-as-Usual Scenario.

Come si vede sotto da quest’altro grafico, lo scenario Study non prevede una crescita significativa delle nuove installazioni rispetto agli anni passati, mentre dal 2030 in avanti ipotizza un ruolo importante del repowering dei vecchi impianti.

Tutto ciò, come detto, sarà possibile grazie alla crescente competitività di questa tecnologia. Il costo LCOE del MWh (cioè tutto compreso nell’arco della sua durata di vita), in siti con buona ventosità, dal 2008 al 2013 è sceso di circa un terzo, passando da 71 a 45 $/MWh. Il DoE nello scenario Study prevede un’ulteriore riduzione del 24% entro il 2020, del 33% al 2030 e del 37% al 2050.

La penetrazione dell’eolico, secondo l’analisi, porterà notevoli vantaggi per il sistema elettrico, anche al netto della sfida che l’aleatorietà della sua produzione porta per il sistema. La variabilità dell’eolico, infatti, secondo il DoE “ha impatti minimi e gestibili per la stabilità della rete e i relativi costi”. In particolare lo scenario di sviluppo previsto farà crescere i costi elettrici dell’1% fino al 2030, per poi arrivare a ridurli del 2% al 2050, con un risparmio cumulato di 149 miliardi di dollari.

Per la crescita prevista, affermano i ricercatori, non ci sarebbe bisogno che l’espansione della rete acceleri rispetto ai livelli recenti. Inoltre, il consumo di acqua del settore elettrico al 2050 calerebbe del 23%. La sua resilienza alla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili salirebbe del 20%.

La penetrazione dell’eolico avrebbe poi effetti positivi per i consumatori, facendo abbassare i prezzi del gas: un beneficio da 2,3 centesimi di dollaro per kWh di vento, che porterebbero a 280 miliardi di $ di risparmio nel periodo considerato.

A questo si aggiungerebbero altri vantaggi per clima, salute e ambiente (vedi grafico). Solo dalle emissioni di CO2 evitate verrebbero 3,2 c$ per ogni kWh da eolico, per 400 mld $ nel periodo considerato. Altri 108 miliardi verrebbero dal risparmio sui danni prodotti dall’inquinamento atmosferico (0,9 c$/kWh).

Dal punto di vista degli impatti ambientali, una penetrazione fino al 35% della domanda sarebbe possibile occupando l’1,5% del territorio degli Usa, terreni sui quali comunque si potrebbe continuare a coltivare. Nel conto ci sono poi circa 1 miliardo all’anno di affitti e diritti sui siti, 3 miliardi all’anno di tasse e 600mila posti di lavoro.

Lo studio “Wind Vision, a new era for wind energy in the US” (pdf)

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