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Progressività addio: le proposte dell’Autorità per la riforma delle tariffe elettriche

Con un documento di consultazione l'Autorità per l'Energia fa le sue proposte sulla riforma della tariffa elettrica per i clienti domestici. Obiettivo principale: superare, come disposto dal decreto 102/2014, la progressività per la quale chi ha consumi minori paga in proporzione di meno. La riforma partirà dal gennaio 2016 e sarà completa entro il 2018. Il dco e una sua sintesi.

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La progressività sarà eliminata a beneficio di chi ha consumi elettrici più alti, mentre molto probabilmente ci sarà uno spostamento parziale di costi di rete e oneri di sistema dalla parte variabile della bolletta, proporzionale ai kWh prelevati, a quella fissa, che varia in base alla potenza impegnata. Sono questi i due cambiamenti principali alla bolletta elettrica delineati nel documento di consultazione pubblicato ieri, con il quale l’Aeegsi fa le sue proposte sulla riforma della tariffa elettrica per i clienti domestici (dco 34/2015/R/eel, vedi allegati in basso).

La riforma dovrebbe attuare quanto in parte previsto dal decreto 102/2014 che ha recepito la Direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica. In particolare il decreto dispone che l’Autorità ridisegni le tariffe “con l’obiettivo di superare la struttura progressiva rispetto ai consumi e adeguare le predette componenti ai costi del relativo servizio, secondo criteri di gradualità”.

Oltre al citato superamento della progressività, che ora prevede tariffe più care al crescere dei consumi, l’Autorità propone di rivedere le soglie di potenza installata in base alla quale cambiano i costi fissi, di riconsiderare la distinzione residenti-non residenti e di riformare il bonus sociale. Oltre a questo, il Regolatore vuole abbandonare l’approccio di valutazione degli impatti tariffari sui clienti domestici tramite l’utilizzo di un unico “utente tipo”, ritenuto inadeguato, per sostituirlo con un utilizzo di un “grappolo” di benchmark con caratteristiche diversificate in termini tariffari e di consumo.

Venendo al sodo, l’Autorità propone quattro opzioni per la nuova struttura tariffaria: T0, T1, T2 e T3.

  • L’opzione T0 prevede l’applicazione della tariffa D1, che è non progressiva, “in forma trinomia” (cioè, come avviene ora, divisa in un corrispettivo fisso per punto di prelievo, un corrispettivo unitario di potenza e uno per l’energia), e con oneri generali applicati “in forma monomia”, cioè, come avviene ora, proporzionali all’energia prelevata;
  • L’opzione T1 prevede l’applicazione di una nuova tariffa di rete, strutturata ancora in forma trinomia come la D1, ma con un corrispettivo per potenza impegnata in grado di coprire i costi delle reti di distribuzione e gli oneri generali fatti pagare in forma binomia, cioè proporzionali non solo all’energia prelevata, ma anche alla potenza impegnata, con un gettito equamente ripartito tra potenza e energia;
  • L‘opzione T2, che sembra essere la preferita dal Regolatore, ricalca la T1, ma prevede corrispettivi di potenza impegnata per gli oneri generali differenziati tra clienti residenti e non residenti;
  • L’opzione T3, prevede una tariffa sempre uguale a quella descritta nell’opzione T1, ma prevede di applicare gli oneri generali in forma binomia diversa dalla precedente, cioè di applicare un corrispettivo per punto di prelievo ai soli clienti non residenti senza invece applicare un corrispettivo in base alla potenza.

La rinnovata tariffa si dovrebbe applicare a nuovi benchmark di clientela. Il dco propone 6 tipologie, riassunte nella tabella sotto:

Rispetto all’attuale tariffa, l’applicazione dell’opzione T2 (quella preferibile per l’Aeegsi) porterebbe risparmi molto consistenti per il nucleo numeroso non residente e per la famiglia con alti consumi, magari perché dotata di pompe di calore e auto elettrica: rispettivamente 188 e 618 € annui; e aggravi compresi tra 5 e 129 euro per tutte le altre (vedi tabella sotto).

Intuitivamente, tutte le opzioni previste sono peggiorative per chi tenta di diminuire i prelievi dalla rete autoproducendo energia. I bassi consumi sarebbero, infatti, sempre penalizzati rispetto alla situazione attuale e, in tutte le opzioni, salvo la T0, parte degli oneri di rete e di sistema è spostata dalla componente variabile a quella fissa. Resta da valutare se questo impatto sarà o meno trascurabile per il business plan di un impianto fotovoltaico residenziale in autoconsumo.

Oltre che sulle tariffe, ci sono novità anche sul fronte della potenza impegnata: l’Autorità propone, tra le altre cose, livelli intermedi rispetto a quelli attuali, nonché la riduzione o l’eliminazione del contributo di 50 € + Iva a carico del cliente in caso di modifica.

La riforma proposta sarà attuata in maniera graduale: l’idea è di partire dal 1° gennaio 2016 con il superamento della progressività, mantenendo per due anni la differenziazione ‘residenti-non residenti’ (per eliminarla successivamente sul fronte costi di rete e mantenerla eventualmente per gli oneri di sistema, come da proposta T2). L’intera riforma sarà a regime dal 1° gennaio 2018. Tali scadenze potrebbero però essere riviste a seconda dell’opzione scelta. Maggiori indicazioni si avranno in occasione della seconda consultazione prevista dall’Autorità nel luglio 2015.

É possibile inviare commenti e osservazioni agli orientamenti del documento per la consultazione entro il 16 marzo 2015 utilizzando l’apposito modulo disponibile sul sito dell’Autorità.

Dco 34/2015/R/eel (pdf)

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