L’inquinamento in Cina raccontato in un cortometraggio

  • 23 Gennaio 2015

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Il regista cinese Jia Zhangke racconta in un cortometraggio, dal titolo "Smog Journeys", gli effetti dell'inquinamento atmosferico locale sulla salute e sulla vita quotidiana delle famiglie cinesi. Il video è stato commissionato e diffuso da Greenpeace.

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Greenpeace ha diffuso il cortometraggio, “Smog Journeys“, realizzato da Jia Zhangke, uno dei registi cinesi più famosi al mondo, già vincitore del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2006. Nel corto gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute e sulla vita quotidiana delle famiglie cinesi e un invito alla Cina a risolvere questa crisi.

Il video racconta le storie parallele di due famiglie, una di minatori e una di designer di moda, residenti rispettivamente nella provincia di Hebei e di Pechino, due delle aree caratterizzate da un maggiore tasso di inquinamento da PM2.5. Solo nel 2012 nella provincia di Hebei, che confina con l’area metropolitana di Pechino, sono stati consumati 313 milioni di tonnellate di carbone, la maggior causa di smog.

Come certificano i dati diffusi da Greenpeace, che ha commissionato il film, oltre il 90% delle 190 città prese in esame supera i limiti consentiti relativamente alla concentrazione media annuale dei livelli di particolato ultrafine (Pm 2.5) nell’aria. “Ho voluto realizzare un film che potesse aprire gli occhi alla gente, senza spaventarla. Quello dello smog è un problema che tutti i cittadini del Paese hanno bisogno di affrontare, comprendere e risolvere nei prossimi anni”, ha spiegato Jia Zhangke. 

Secondo le statistiche del Ministero cinese per la protezione ambientale, riferisce Greenpeace, le città situate nei pressi del delta dei fiume Yangtze, del delta del fiume Pearl e nell’area che comprende Pechino – Tientsin e Hebei – sono soggette ad oltre 100 giorni di foschia all’anno, con una concentrazione di PM 2.5 che supera dalle due alle quattro volte i livelli indicati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nella sola Pechino, nel 2010, all’inquinamento da PM2.5 potrebbero essere attribuite 2.349 morti.

A fine 2013, i leader cinesi hanno ideato un piano nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria nel Paese. “Greenpeace chiede al governo cinese maggior rispetto dei piani di azione nazionali e locali, che prevedono la chiusura delle industrie più sporche, la riduzione del consumo locale di carbone, lo sviluppo delle energie rinnovabili e l’attuazione di politiche più efficaci per la protezione delle popolazioni vulnerabili durante i giorni di pesante inquinamento”, ha detto Yan Li, responsabile della campagna Clima ed Energia di Greenpeace East Asia.

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