Rinnovabili non FV: costo incentivi stabile, aspettando il decreto tampone

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L'aggiornamento al 31 dicembre del contatore del Gse segna un costo indicativo cumulato annuo pari a 5.390 milioni di euro, valore leggermente minore di quello registrato un mese fa.

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ll GSE informa che è stato aggiornato al 31 dicembre 2014 il Contatore del “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici. Il costo indicativo annuo risulta pari a circa 5,390 miliardi di euro: dunque nessuno scatto avanti rispetto all’ultimo aggiornamento, ma anzi una leggera revisione al ribasso dato che al 31 ottobre il contatore segnava quota 5,398 miliardi.

Mancano dunque 410 milioni al raggiungimento tetto che segnerebbe la fine dell’incentivazione, salvo novità normative che però, stando a dichiarazioni del MiSE, dovrebbero arrivare.

In base all’art. 3 del D.M. 6/7/2012, infatti, il “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” non potrà superare i 5,8 miliardi di euro annui. I 5,390 miliardi indicati dal contatore sono la stima dell’onere annuo potenziale (già impegnato anche se non ancora interamente sostenuto) degli incentivi riconosciuti agli impianti a fonti rinnovabili non fotovoltaici in attuazione dei vari provvedimenti di incentivazione statali che si sono succeduti negli anni.

Il timore degli operatori è che il tetto massimo di spesa dei 5,8 miliardi di € venga raggiunto prima che si liberino altre risorse nel corso del 2015 o che vengano prese altre misure. A rassicurarli rispetto a questa eventualità, potenzialmente nefasta per il mondo delle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, a novembre sono arrivate le parole del viceministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti.

Sugli incentivi alle rinnovabili elettriche – ha dichiarato il 7 novembre ad un convegno – “stiamo lavorando a una ridefinizione del tetto dei 5,8 miliardi, con un provvedimento tampone. Abbiamo bisogno di accompagnare le rinnovabili alla grid parity anche perché è importante consolidare le filiere che si stanno formando in Italia”.

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