Fotovoltaico, “il 2015 sarà l’anno del decollo dei SEU”

Il quadro normativo per fare fotovoltaico in Italia è finalmente stabile: le regole su SEU e autoconsumo sono ottimi presupposti per una crescita di impianti di media taglia, mentre il residenziale dovrebbe tenere grazie alla conferma delle detrazioni fiscali. Ne parliamo con Tommaso Barbetti, analista della società di consulenza eLeMeNs.

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C’è grande confusione su dati del fotovoltaico italiano, non si sa bene quanto si sia installato nel 2014: si parla, basandosi su dati filtrati dal sistema Gaudì di Terna, di circa 385 MW, mentre IHS, sentita da QualEnergia.it ci ha dato una stima ricavata dagli ordinativi di circa 800 MW. E nel 2015 come andrà? Il quadro normativo è finalmente più stabile: le regole su SEU e autoconsumo sono buoni presupposti per una crescita di queste installazioni, mentre il residenziale dovrebbe tenere grazie alla conferma delle detrazioni fiscali. Ne parliamo con Tommaso Barbetti, analista della società di consulenza eLeMeNs.

Barbetti, iniziamo dall’anno appena concluso: come è andato il fotovoltaico italiano nel 2014?

Bisogna premettere che il dibattito sui numeri dell’installato è ancora aperto: i dati ufficiali arrivano sempre in ritardo, per cui per avere un valore certo dovremo aspettare ancora. Dai dati usciti da Terna, non so se in via ufficiale, si parla di 388 MW di installato nel 2014. Un risultato nettamente inferiore a quello degli anni precedenti. Non è una prestazione eccellente, ma considerando che non ci sono più gli incentivi potremmo definire i quasi 400 MW un risultato da mercato maturo: non ci si può aspettare un volume da 2 GW all’anno.

Quale tipo di impianti si sono installati?

Le installazioni del 2014 si sono suddivise essenzialmente un due tronconi. Poco meno del 50% sono impianti sotto ai 6 kW, con ogni probabilità realizzati grazie alle detrazioni fiscali del 50%. Un secondo segmento, di poco più del 50%, sono impianti sopra ai 6 kW con una certa concentrazione attorno al cluster dei 20-30 kW: questi sostanzialmente sono impianti realizzati con i SEU.

Gli analisti di IHS, che abbiamo sentito in questi giorni via mail, stimano basandosi sugli ordinativi che in Italia nel 2014 si siano installati 800 MW, un dato doppio rispetto a quello circolato. Di chi dobbiamo fidarci?

Fare una stima basandosi sugli ordinativi può anche funzionare come metodologia, ma è complesso e ha dei margini di incertezza. Se fossi costretto a scegliere tra questa stima e il dato del Gaudì Terna sugli allacciamenti mi fiderei di più del dato di Terna

Alcuni mesi fa avevate diffuso la stima che nel 2013 si sono installati 730 MW di impianti non incentivati. Ipotizzando che si confermi che nel 2014 si sonsiano installati meno di 400 MW, come si può spiegare questo crollo?

Innanzitutto va precisato che anche sull’installato non incentivato del 2013 circolano due dati molto diversi. Come detto, noi, basandoci su dati Terna abbiamo stimato si siano installati 730 MW non incentivati. Il recente rapporto del GSE, invece, parla di meno della metà: 300-350 MW di impianti non incentivati. Se il dato giusto per il 2013 fosse quello del GSE, i primi dati sull’installato 2014 sembrerebbero coerenti con quelli dell’anno precedente. Noi però riteniamo che sia il dato Terna quello più affidabile sul 2013, perché si basa sugli effettivi allacciamenti. A questo punto spiegare un quasi dimezzamento del mercato non incentivato tra 2013 e 2014 diventa difficile. Una possibile e parziale spiegazione è che il 2013, anche a livello di forniture e tessuto di aziende, probabilmente ha vissuto ancora sull’onda lunga del conto energia. Altro fattore che potrebbe aver influito è che, mentre nel 2013 si facevano SEU in maniera prevalentemente inconsapevole, nel 2014 si è parlato molto del tema e per gran parte dell’anno si è vissuti in una pesante incertezza. Le prime stesure del pacchetto Taglia-bollette, infatti, prevedevano un futuro aumento non quantificabile degli oneri sull’autoconsumo, che avrebbero reso impraticabile questo modo di fare fotovoltaico.

La versione finale del pacchetto Taglia-bollette contenuto nel decreto Competitività, così come convertito in legge, ha poi risolto la questione, togliendo questa incertezza e stabilendo che l’esenzione dal pagamento degli oneri sull’energia consumata sia ridotta in maniera molto contenuta, graduale, prevedibile e non retroattiva. Come valuta la normativa per come si è definita?

Ora il quadro normativo per i SEU è ottimo. Dà un orizzonte di stabilità che sembrava difficile prevedere un anno fa. Resta però un rischio sotterraneo, di una possibile futura modifica della struttura tariffaria della bolletta, che distribuisca in maniera diversa costi fissi e costi variabili.

Come prevede evolverà il mercato nel 2015?

Il segmento residenziale, vista la proroga delle detrazioni fiscali, dovrebbe mantenere un volume di installazioni sostanzialmente stabile: di circa 150-200 MW nell’anno (35-45mila impianti, ndr). Ci aspettiamo invece una decisa crescita del segmento SEU: c’è grande interesse e con il nuovo quadro normativo favorevole il mercato potrebbe partire, anche perché il fotovoltaico in autoconsumo sta attirando l’attenzione anche di grandi operatori dell’energia convenzionale. La tendenza per le utility è quella di fornire servizi energetici integrati e non solo la vendita di energia. E il fotovoltaico in autoconsumo può essere uno di questi servizi: alcune utility ci stanno solo pensando, altre si stanno già attrezzando.

Se lei fosse un operatore del fotovoltaico, alla porta di quali potenziali clienti busserebbe per proporre di realizzare un SEU?

Innanzitutto escluderei i soggetti troppo piccoli, presso i quali è difficile applicare economie di scala; escluderei poi anche quelli molto grandi perché sono pochi e perché gli energivori pagano già l’energia elettrica scontata. In generale servono clienti che paghino molto l’energia elettrica e presso i quali si possa fare coincidere il più possibile la curva dei consumi con quella della produzione dell’impianto fotovoltaico. Un esempio di situazioni interessanti per i SEU sono i supermercati. Anche gli ospedali si possono prestare, anche se lì resta l’ostacolo dell’utenza, che nei SEU deve essere unica, mentre all’interno di una struttura ospedaliera spesso ci sono soggetti diversi, come il bar, la mensa, ecc.

Immagino che bisogni anche essere sicuri che il cliente nel tempo continui a consumare e a pagare: fare un SEU sul tetto di un’azienda che poi chiude sarebbe un pessimo affare. Le banche hanno iniziato ad offrire un aiuto valido per il fotovoltaico nei SEU?

Per la scelta del cliente è certamente fondamentale analizzare, oltre al profilo dei consumi, anche il profilo aziendale: in pratica ‘ci si sposa’ con un utente, per cui bisogna valutare il suo merito creditizio. Alcune delle principali banche si stanno timidamente schiudendo al tema e si stanno attrezzando. Qui però va considerato che strumenti di finanza dedicata come il project finance diventano più difficili da applicare. Si torna nella logica tradizionale del merito creditizio. Bisogna andare a vedere se il cliente con la sua attività core sarà poi in grado di pagare il finanziamento.

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