Rinnovabili ed efficienza energetica, dall’attacco subìto alla riscossa?

Approccio punitivo e incertezza sono stati nel 2014 il leitmotive dell'azione governativa nei confronti dei settori delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Anche la nuova Commissione europea sembra remare contro politiche ambientali più avanzate. Il 2015, nonostante tutto, potrebbe però diventare l'anno del rilancio di questi settori. L'editoriale di Gianni Silvestrini.

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Ci lasciamo alle spalle un 2014 caratterizzato da interventi che hanno colpito il mondo delle rinnovabili secondo una logica punitiva priva di ogni razionalità.

Il decreto “spalma-incentiviha generato quasi mille ricorsi riuscendo nel capolavoro di includere nella protesta, tra gli altri, EnelGreenPower, controllata dal Tesoro, le piccole e medie imprese aderenti a Confapi (per le quali era stato formulato il provvedimento) e quelle che fanno riferimento a Confagricoltura.

Per non parlare del comparto dell’eolico e degli impianti a biomassa che vivono nel limbo dell’incertezza della fine degli incentivi, o del pasticcio delle procedure di assoggettabilità ora estese anche per l’autorizzazione dei piccoli impianti, che ha spiazzato Regioni e produttori.

L’ultima chicca si è avuta con l’aumento dell’Iva sul pellet dal 10 al 22% destinata a colpire oltre due milioni di famiglie e a mettere in difficoltà 42.000 lavoratori e un’industria dell’impiantistica che esporta oltre il 35% della produzione in Europa e Nord America.

Nel settore dell’edilizia, infine, si aspetta dal 30 aprile il documento sulla “Roadmap 2020-30” che dovrebbe indicare gli obiettivi e le modalità con cui accelerare la drastica riduzione dei consumi del parco edilizio esistente.

Ma le sorprese maggiori sono venute da Bruxelles, da sempre un punto di riferimento per paesi come il nostro, raramente apripista sul versante energetico ambientale. Così, la decisione della scorsa settimana del nuovo presidente della Commissione, Juncker, di mettere da parte il programma sull’Economia Circolare è stato vissuto come un colpo basso. Una decisione veramente difficile da capire visto che avrebbe creato due milioni di posti di lavoro al 2030, contribuendo inoltre a ridurre del 20% le importazioni di materie prime con un risparmio annuo di 630 miliardi € alla fine del prossimo decennio. La Commissione ha risposto all’ondata di proteste con la rassicurazione che nel 2015 verrà presentata una proposta “migliorata”. Una promessa accolta con molto scetticismo.

Analoga eliminazione ha colpito il Clean Air Package che avrebbe imposto nuovi obiettivi di qualità dell’aria degli Stati membri, riducendo mortalità e malattie connesse con l’inquinamento dell’aria.

E’ chiaro che si sono mosse con forza lobby industriali che, facendo leva sulle difficoltà economiche, sono riuscite a far passare una logica esattamente contraria a quella che consentirebbe di rilanciare lo sviluppo.  Insomma, già rimpiangiamo Barroso …

Visto questo panorama, cosa dobbiamo aspettarci dal 2015? Malgrado il contesto non brillante, le prospettive potrebbero essere interessanti. Intanto, ricordiamo che il prossimo anno sarà segnato da una serie di appuntamenti che culmineranno a dicembre con la conferenza di Parigi sul clima. L’attenzione dei Governi sulle politiche di riduzione delle emissioni di gas serra quindi necessariamente crescerà.

In Italia, con il completamento di una serie di adempimenti normativi, si apriranno diverse opportunità per i settori delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Partiamo dal fotovoltaico che potrebbe vedere una ripresa del mercato grazie alle detrazioni fiscali, all’applicazione dei SEU e all’ottimizzazione del funzionamento degli impianti esistenti. Partiranno anche gli abbinamenti fotovoltaico più accumulo, che fra qualche anno rappresenteranno la norma delle installazioni.  Le tecnologie degli inverter troveranno nuovi spazi e si creerà un mercato per le batterie, grazie anche al calo dei prezzi degli ultimi anni.

Le altre produzioni elettriche da rinnovabili troveranno un loro assestamento, grazie a nuovi incentivi che, come ha assicurato il Viceministro De Vincenti nell’incontro con il Coordinamento Free tenutosi lo scorso venerdì, dovrebbero essere annunciati a gennaio. Le installazioni eoliche raddoppieranno rispetto ai bassi valori del 2014.

Passando al “Conto termico”, che è stato opportunamente semplificato, si accentuerà  l’accelerazione delle richieste che si era già manifestata negli ultimi mesi.

Una volta definiti gli ultimi passaggi normativi, si avvierà anche la produzione di biometano creando un circuito virtuoso in grado di ridurre nei prossimi anni la dipendenza dalle importazioni di gas e di dare nuove prospettive al settore agricolo in difficoltà.

E veniamo alla riqualificazione energetica dell’edilizia per la quale sono state confermate le detrazioni fiscali. Gli interventi in questo comparto dovranno vedere una profonda trasformazione. Si dovrà passare, infatti, dalle misure su singoli appartamenti con riduzioni dei consumi dell’ordine del 20%, alla riqualificazione profonda di interi edifici che consenta di tagliare del 60-80% i consumi di climatizzazione.

Per fare questo salto occorreranno nuovi strumenti per coinvolgere i capitali privati, utilizzando fra l’altro il “fondo nazionale per l’efficienza” che diventerà operativo nei prossimi mesi. Il Green Building Council Italia ha avanzato una proposta di revisione dell’art. 8 del Decreto 28 dicembre 2012 sui titoli di efficienza energetica, pensato per i “grandi progetti” delle industrie. Opportunamente adattati, i Titoli potrebbero essere utilizzati per attrarre risorse private come i fondi di investimento e far decollare la riqualificazione di gruppi di edifici o di interi quartieri.

I titoli di efficienza continueranno, peraltro, ad essere un importante stimolo, con un obiettivo che nel 2015 si alzerà del 15% arrivando a 7,75 Mtep. E ci sono poi le risorse europee della programmazione 2014-20. Le regioni dovranno garantire che una percentuale fissa delle risorse Fondo Europeo di Sviluppo Rurale e il Fondo di coesione venga investita per l’efficienza energetica e le rinnovabili.

Anche in Europa, ci dobbiamo aspettare una maggiore attenzione, con l’ala della Commissione più sensibile a queste tematiche intenzionata a farsi sentire.
Insomma, malgrado le difficoltà, il prossimo anno potrebbe vedere un’espansione delle attività “green” in funzione anticiclica in questa fase di crisi.

Ma occorrerà che tutti i comparti delle rinnovabili e dell’efficienza rafforzino la collaborazione che si è avviata, in modo da riuscire ad incidere sulle scelte governative e invertire un’impostazione finora non particolarmente brillante sul versante energetico e ambientale.

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