Il fondo usato per pagare gli incentivi passa al Ministero per l’Economia?

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La Cassa conguaglio per il settore elettrico, il fondo alimentato dalle bollette che viene usato, tra le altre cose, per erogare gli incentivi alle rinnovabili, passerà sotto il controllo del Ministero dell'Economia. Lo prevede un emendamento al Ddl Stabilità in discussione alla Commissione Bilancio della Camera.

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(Vedi aggiornamento 18 novembre)

Le risorse della Cassa conguaglio per il settore elettrico (Ccse) – il fondo alimentato dalle bollette che viene usato, tra le altre cose, per erogare gli incentivi alle rinnovabili – passerà sotto il controllo del Ministero dell’Economia. Lo prevede un emendamento al Ddl Stabilità in discussione alla Commissione Bilancio della Camera. L’emendamento in questione (allegato in basso), il numero 34.2, che rientra tra i “segnalati”, sposta appunto le risorse della Ccse nel sistema di tesoreria unica per enti ed organismi pubblici previsto dalla legge 29 ottobre 1984 n. 720, gestito dal MEF.

La Cassa, al momento un ente pubblico sottoposto alla vigilanza dell’Autorità per l’Energia e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è una specie di bancomat del settore energetico: raccoglie gli oneri dalle bollette e li stanzia per le varie voci di spesa, dagli incentivi alla rinnovabili, ai fondi per il decomissioning del nucleare, all’erogazione dei bonus sociali fino a tutte le altre voci come i conguagli per le società elettriche delle isole minori  e altre ancora.

L’operazione, aumentando di circa 14 miliardi di euro le risorse nel perimetro del bilancio dello Stato, dovrebbe garantire un risparmio sul debito pubblico. 

L’emendamento (pdf)

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