Solare termodinamico in Italia: “235 MW cantierizzati già nel 2015”

  • 4 Novembre 2014

Nel 2015 - informa ANEST, l'associazione italiana del solare termodinamico - saranno cantierizzati non meno di 235 MW di impianti CSP, con un investimento complessivo valutato nell’ordine di 1,5 miliardi di euro e con ritorni importanti in termini occupazionali. "Il solare programmabile può fare molto per gli obiettivi 2030".

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Visti i nuovi obiettivi UE al 2030 sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sullo sviluppo delle rinnovabili, ANEST ritiene che il solare termodinamico (CSP) potrà avere in Italia un ruolo primario per il loro raggiungimento. “Nel nostro Paese – si legge in una nota a firma del presidente dell’associazione Gianluigi Angelantoni –  fino ad oggi si è investito tantissimo su fotovoltaico ed eolico (con generosi incentivi in particolare per i primi Conti Energia) che però sono fonti intermittenti e, come tali, non permettono lo ‘spegnimento’ degli impianti a fonti fossili, necessari per il baseload nella produzione di energia elettrica. Il CSP invece, essendo una tecnologia solare programmabile, potrebbe effettivamente far fare al nostro Paese un salto di qualità nello sviluppo delle rinnovabili nell’ottica del raggiungimento dei nuovi obiettivi europei”.

“Attualmente – prosegue il comunicato – oltre agli impianti dimostrativi di Massa Martana e Priolo, sono operativi piccoli impianti o impianti accoppiati ad altre fonti rinnovabili. Di quest’ultima tipologia ne è un esempio l’impianto di Rende in Calabria che associa il CSP a un centrale a biomasse”.

Nei mesi scorsi sono state sviluppate iniziative nei confronti delle Regioni coinvolte (Basilicata, Sardegna, Sicilia) per far percepire l’importanza e la ricaduta locale degli investimenti derivanti dalla realizzazione degli impianti, e le risposte sono state positive. Questo ha portato al fatto che alcuni impianti sono oggi in dirittura di arrivo nel loro iter autorizzativo e vedranno la cantierizzazione nei primi mesi del 2015 e la loro messa in rete entro il 2017. Tali progetti si trovano in Sardegna, 2 impianti da 50 MW, in Sicilia, 7 impianti per una potenza complessiva di 85 MW circa, e in Basilicata, 1 impianto da 50 MW.

Pertanto, informa ANEST, nel 2015 saranno cantierizzati non meno di 235 MW, con un investimento complessivo valutato nell’ordine di 1,5 miliardi di euro, e con ritorni importanti in termini occupazionali. Per esempio un impianto da 50 MW occupa circa 1.500 persone nei due anni necessari alla sua costruzione – con ricadute territoriali facilmente immaginabili – e oltre 50 persone assunte nella fase di esercizio (almeno 25 anni), oltre l’indotto. Molti di loro saranno giovani.

Parallelamente sono in fase progettuale e di iter autorizzativo altri impianti, per la maggior parte localizzati nelle medesime regioni – per un’ovvia questione di DNI – che potrebbero contribuire per ulteriori 100 MW circa. Per raggiungere entro il 2020 gli obiettivi fissati dal nostro Paese (600 MW di installato) sarebbe quindi necessario avviare progetti per poco più di 150 MW. Un traguardo raggiungibile secondo ANEST, che si sente moderatamente ottimista. Infatti, da più parti ci sono indicazioni di come il CSP potrebbe avere un ruolo primario nel dotare il nostro Paese di una tecnologia nuova in grado di rivoluzionare, proprio grazie allo storage, il parco energetico nazionale.

ANEST ritiene inoltre che, una volta avviati nei prossimi mesi i cantieri, sarà possibile dare una risposta agli investitori internazionali per ritenere il CSP una tecnologia affidabile nel nostro Paese, a valle delle lungaggini che ci sono state in questi ultimi anni. Non bisogna dimenticare infatti che le problematiche a livello autorizzativo e di accettabilità sociale dell’ultimo periodo sono riconducibili al fatto che la tecnologia è nuova per l’Italia. Questo fatto ha posto in essere alcuni aspetti comuni a questo genere di situazioni: da un lato i tecnici che dovevano analizzare i progetti non ne conoscevano i dettagli, e dall’altra il fatto, confermato in tutte le situazioni analoghe, del rigetto in prima istanza da parte della maggior parte dei soggetti di qualsiasi novità interessi il proprio territorio. Vedere invece gli impianti costruiti o in fase di costruzione sarà sicuramente un elemento determinante per superare in futuro questi ostacoli.

(da comunicato ANEST)

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