Quella dell’Africa Sub-sahariana è una situazione paradossale anche quando si parla di energia: è la regione che storicamente ha meno contribuito e che meno contribuisce alle emissioni di gas serra, ma è tra le aree che pagano e pagheranno più cari gli effetti del global warming. È la regione con le più ingenti risorse energetiche al mondo, sia fossili che rinnovabili, ma è anche quella con la più alta percentuale di popolazione che non ha accesso all’elettricità. La sfida per rovesciare questa situazione è ardua, anche per il previsto aumento della popolazione. Ma la buona notizia è che le rinnovabili possono fare tantissimo per alleviare la povertà energetica africana.
È quanto emerge dall’ultimo report della International Energy Agency (IEA), Africa Energy Outlook (allegato in basso). Nell’Africa Sub-sahariana, si legge, al momento due terzi degli abitanti, cioè circa 620 milioni di persone, non hanno accesso all’elettricità. Se guardiamo al consumo medio pro-capite di energia scopriamo che gli africani non consumano abbastanza energia per tenere accesa costantemente una lampadina da 50 watt a testa. E questo tenendo conto che le statistiche sono “falsate” dal fatto che comprendono il Sud Africa, che da solo pesa per metà della potenza elettrica installata nella regione. Anche sul versante termico la situazione è critica: 730 milioni di persone ancora cucinano bruciando biomasse o torba in modi pericolosi per la salute e inefficienti.
Dall’altro lato vediamo che il 30% delle nuove riserve di gas e petrolio scoperte negli ultimi 5 anni sono situate nella regione, che conta già giganti dell’export fossile come Nigeria, Sud Africa e Angola, mentre sappiamo che il continente ha enormi risorse di sole, acqua, vento e geotermia. L’Africa Sub-sahariana, insomma, ha tanta energia, ma la usa male, concentrandosi in gran parte su investimenti in fossili da esportare: due terzi degli investimenti in energia fatti nella regione dal 2000 ad oggi sono stati destinati a risorse da esportare.
Così ora ci si trova con un sistema energetico assolutamente inadeguato ad affrontare una sfida enorme: lo scenario centrale del report IEA stima che entro il 2040 l’economia della regione possa quadruplicare, la popolazione raddoppiare, arrivando a 1,75 miliardi, e la domanda di energia salire dell’80%. Non sarà facile soddisfare questa fame, tanto che la IEA stima che (per via della crescita demografica) al 2040, nonostante gli investimenti in infrastrutture, a mezzo miliardo di africani sarà ancora negato l’accesso all’elettricità (vedi grafico sotto).
La buona notizia è che le fonti pulite potranno fare moltissimo per migliorare la situazione. La IEA, nel suo scenario “di mezzo” (il New Policies) stima che da qui al 2040 la potenza elettrica installata quadruplichi, arrivando a 385 GW, e che quasi metà (il 45% della potenza) dei nuovi impianti saranno da fonti rinnovabili (vedi grafico sotto). Una previsione forse eccessivamente conservativa, se pensiamo a come i costi delle tecnologie pulite si stanno abbassando e se consideriamo che già nel 2013 per la prima volta le rinnovabili hanno superato le fonti convenzionali in termini di nuova potenza installata nell’anno anche nei paesi non OCSE.
Come è successo con la telefonia, arrivata in ampie aree del mondo direttamente con i cellulari, saltando la fase degli apparecchi fissi, l’accesso all’energia per molti africani potrebbe arrivare direttamente con le rinnovabili in micro-reti intelligenti. Ormai da anni fotovoltaico e piccolo idroelettrico in testa battono nettamente i generatori diesel in quanto a costi quando c’è da portare l’elettricità laddove la rete non arriva e probabilmente non arriverà per anni. Ed è proprio con le tecnologie di micro-grid e off-grid che, secondo la IEA, si otterrà il 70% dell’estensione dell’accesso all’elettricità previsto entro il 2040.
Si parla di investimenti cumulativi per 200 miliardi di dollari. Dunque, un mercato considerevole. Dovremmo tenerne conto anche in Italia, dato che il nostro Paese attualmente è all’avanguardia in questi settori e che, con le politiche giuste, abbiamo le carte in regola per diventare un paese leader nel campo delle tecnologie per le reti intelligenti alimentate a rinnovabili.