Docenti e ricercatori scrivono al Governo: “No trivelle in Adriatico. Ma rinnovabili ed efficienza”

  • 16 Ottobre 2014

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I docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di Ricerca di Bologna hanno firmato una lettera al Governo Renzi per esprimere il loro disappunto sugli articoli 36 e 38 del Decreto 'Sblocca Italia' che favoriscono le attività estrattive di petrolio e gas del Paese. Un appello anche a scienziati e cittadini. Cinque punti per uscire dalla crisi energetica.

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“Caro Presidente, […] definire le linee di indirizzo per una valida Strategia Energetica Nazionale è un problema complesso, che deve essere affrontato congiuntamente da almeno cinque prospettive diverse: scientifica, economica, sociale, ambientale e culturale”. Si apre cosí la lettera al Governo Renzi, scritta da un gruppo di 22 docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di Ricerca di Bologna, guidato dal chimico Vincenzo Balzani, in cui viene fortemente criticata la Strategia Energetica Nazionale, recentemente ribadita nel decreto Sblocca Italia.

Secondo gli autori della lettera i punti fondamentali dai quali non si può prescindere per uscire dalla crisi energetica sono i cinque:

  1. È necessario ridurre il consumo di energia, obiettivo che deve essere perseguito mediante un aumento dell’efficienza energetica e, ancor più, con la creazione  di una cultura della parsimonia, principio di fondamentale importanza per vivere in un mondo che ha risorse limitate.
  2. La fine dell’era dei combustibili fossili è inevitabile e ridurne l’uso è urgente per limitare l’inquinamento dell’ambiente e per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici. Ridurre il consumo dei combustibili fossili, che importiamo per il 90%, significa anche ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese da altre nazioni.
  3. È necessario promuovere, mediante scelte politiche appropriate, l’uso di fonti energetiche alternative.
  4. Le energie rinnovabili non sono più una fonte marginale di energia, come molti vorrebbero far credere: oggi producono il 22% dell’energia elettrica su scala mondiale e il 40% in Italia, dove il fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari.
  5. La transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili sta già avvenendo in tutti i Paesi del mondo.

Purtroppo – si legge nella lettera – la Strategia Energetica Nazionale, che l’attuale governo ha ereditato da quelli precedenti e che apparentemente ha assunto, non sembra seguire questa strada. In particolare, il recente decreto Sblocca Italia agli articoli 36-38 facilita e addirittura incoraggia le attività di estrazione delle residue, marginali riserve di petrolio e gas in aree densamente popolate come l’Emilia-Romagna, in zone dove sono presenti città di inestimabile importanza storica, culturale e artistica come Venezia e Ravenna, lungo tutta la costa del mare Adriatico dal Veneto al Gargano, le regioni del centro-sud e gran parte della Sicilia. Il decreto attribuisce inoltre un carattere strategico alle concessioni di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplifica gli iter autorizzativi, toglie potere alle regioni e prolunga i tempi delle concessioni con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni.

Tutto ciò – proseguono i docenti – in contrasto con le affermazioni di voler ridurre le emissioni di gas serra e, cosa ancor più grave, senza considerare che le attività di trivellazione ed estrazione ostacolano e, in caso di incidenti, potrebbero addirittura compromettere un’enorme fonte di ricchezza certa per l’economia nazionale: il turismo. D’altra parte, il decreto non prende in considerazione la necessità di creare una cultura del risparmio energetico e più in generale della sostenibilità ecologica e non semplifica le procedure che ostacolano lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Unitamente all’invio di questa lettera al Governo, il gruppo di ricercatori ha lanciato un appello agli scienziati e ai cittadini affinché il problema energetico non venga affrontato solo in una stretta visione economica, ma in una ampia prospettiva che comprenda gli aspetti scientifici, sociali, ambientali e culturali (per firmare l’appello clicca qui).

“L’unica via percorribile per stimolare una reale innovazione nelle aziende, sostenere l’economia e l’occupazione, diminuire l’inquinamento, evitare futuri aumenti del costo dell’energia, ridurre la dipendenza energetica dell’Italia da altri Paesi, ottemperare alle direttive europee consiste nella rinuncia definitiva a estrarre combustibili fossili e in un intenso impegno verso efficienza, risparmio energetico, sviluppo delle energie rinnovabili e della green economy”, concludono i docenti, chiedendo in ultima istanza l’apertura di un dibattito con il Governo sui problemi riportati in questo appello.

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