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Quote massicce di eolico e fotovoltaico? Con le regole giuste ridurrebbero i costi di rete

Le reti elettriche europee possono accogliere una quota molto alta di rinnovabili non programmabili senza costi aggiuntivi, ma, anzi, con un beneficio sui costi globali di sistema. Lo dimostrano due nuovi studi: non servono ingenti investimenti, ma basterebbe migliorare le regole e permettere alle rinnovabili non programmabili di fornire servizi di rete.

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Le reti elettriche europee possono accogliere una quota molto alta di rinnovabili non programmabili senza costi aggiuntivi ma, anzi, portando un beneficio sui costi globali del sistema. Affinché ciò avvenga non servono investimenti aggiuntivi, ma basta migliorare le regole e permettere alle rinnovabili non programmabili di fornire servizi di rete. Sono queste le conclusioni di due studi presentati nei giorni scorsi e nati dalla collaborazione tra mondo accademico, operatori delle reti di distribuzione e delle rinnovabili: PV Grid e ReserviceS (vedi allegati in fondo)

Lo studio di REserviceS si concentra su un’opportunità al momento non sfruttata: la creazione di un mercato dei servizi di supporto alla rete (Gss) che sia aperto anche agli impianti a fonti rinnovabili. Eolico e fotovoltaico, si spiega, sarebbero in grado di fornire numerosi servizi di questo tipo (come il controllo della frequenza e del voltaggio), che però non sono attualmente remunerati.

Secondo la visione del report, i Gss saranno un parte essenziale del mercato interno integrato europeo dell’energia e, di conseguenza, devono essere trattati alla stregua di una commodity come l’elettricità. Per REserviceS non serve imporre agli impianti obblighi di fornitura di questi servizi: basta una remunerazione di mercato che porterebbe fonti nuove e convenzionali a competere per soddisfare la domanda di Gss nel modo più efficiente. Servizi come la gestione della frequenza ad esempio possono essere forniti in maniera soddisfacente e cost-effective anche solo da una frazione degli impianti a  fonti rinnovabili non programmabili.

Altre indicazioni REserviceS (alla cui stesura hanno collaborato anche Assorinnovabili ed Enel Distribuzione) le dà per migliorare l’efficienza del sistema elettrico. Ad esempio, si suggerisce, i mercati del giorno prima e quelli infragiornalieri dovrebbero avere chiusure più stringenti: un mercato basato su previsioni più a breve termine non solo permetterebbe una competizione più equa tra fonti programmabili e non programmabili, ma abbasserebbe anche nettamente i costi di sistema. Avevamo raccontato come in Italia gli errori di previsione della produzione da rinnovabili non programmabili pesino sulla bolletta e oltre a far intascare denaro ad alcuni produttori da fossili smorzino l’effetto di riduzione del PUN prodotto da fotovoltaico ed eolico.

La principale conclusione dell’altro report, PV Grid, invece, è che i costi dell’integrazione delle rinnovabili nella rete possono essere sensibilmente ridotti modificando le normative. Occorre innanzitutto eliminare le barriere burocratiche, soprattutto sul fronte delle connessioni degli impianti alla rete. Una maggiore efficienza del sistema si può ottenere anche con misure per favorire l’autoconsumo e per consentire meccanismi di gestione della domanda.

Sul tema burocrazia fa impressione quanto questa incida sui costi degli impianti, soprattutto in Italia (si veda il grafico sotto, pubblicato dal report): permitting, pratiche di connessione e altre “scartoffie” nel nostro Paese per un impianto FV residenziale pesano per il 78% dei costi di progetto, mentre il Germania il costo della burocrazia è solo del 7%.

REserviceS e PV Grid, è il commento del direttore Policy di Epia, Frauke Thies, “dimostrano che i principali ostacoli all’integrazione di una grande quota di rinnovabili sono regolatori e non tecnici“. Di conseguenza, afferma, “i quadri normativi devono essere adattati per facilitare l’evoluzione del mix elettrico, facendo prevalere un approccio pan-europeo”.

Il report PV Grid (pdf) e qui il sito con altri materiali da scaricare.

Il report REserviceS (pdf) e qui il sito con altri materiali da scaricare.

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