Morte capodogli, probabile causa la ricerca di idrocarburi in Adriatico

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Si sta valutando la causa, ma molto probabilmente lo spiaggiamento e la morte di tre capodogli femmina sulla spiaggia presso Vasto è stato provocato dalle esplosioni tipiche delle tecniche di perlustrazione dei fondali ai fini dell’estrazione di idrocarburi, che potrebbe avere un'accelerazione nei prossimi anni secondo le indicazioni governative.

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Ora ci deve essere una levata di scudi anche per i tre capodogli femmine (una in fase di gravidanza), mammiferi come l’orsa Daniza, morte su una spiaggia presso Vasto, in provincia di Chieti. Molto probabilmente il loro spiaggiamento non è stata provocato da cause naturali, ma piuttosto da tecniche di perlustrazione dei fondali che comportano forti esplosioni ai fini dell’estrazione di idrocarburi. Queste esplosioni avrebbero provocato il disorientamento dei mammiferi e la loro brusca riemersione verso la superficie con conseguente embolia.

Secondo gli esperti di fauna marina questa tecnica, chiamata air gun (si tratta di spari a 260 decibel di aria compressa con frequenze di dieci minuti che mandano onde riflesse per valutare la composizione del sottosuolo), è deleteria in particolare per cetacei e tartarughe marine. Mentre diversi scienziati, anche stranieri, stanno studiando con attenzione le carcasse degli animali e le cause del loro spiaggiamento (altri 4 capodogli sono stati salvati grazie all’impegno di numerose persone – video in basso), in molti ritengono che l’incremento della attività esplorativa di idrocarburi nei nostri mari, tanto voluto da questo governo come dai due precedenti, in particolare in Adriatico, causerà altri simili tragici eventi che, peraltro, non sono isolati.

Secondo Legambiente, solo nell’Adriatico centro meridionale sono oltre 12.290 kmq interessati da permessi di ricerca, istanze di coltivazione o per nuove attività di esplorazione di petrolio e gas, come indicato anche dallo Sblocca Italia, che si aggiungono alle 8 piattaforme già attive. E questo non è che uno dei possibili impatti di esplorazioni e trivellazioni nei nostri mari. Alcuni parlano anche di effetti sulla pesca in Adriatico ridottasi in pochi anni di oltre la metà.

Insomma è necessario che si valutino con attenzione i danni delle attività estrattive sul nostro ecosistema marino, soprattutto per una produzione potenziale irrisoria che se paragonata ai consumi nazionali è stimabile in risorse utili di pochi mesi fino a due o tre anni.

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